Luca Rinaldi, 10 intense giornate di boulder a Fontainebleau
L’entusiasmo di Luca Rinaldi è incontenibile, quasi quanto la forza con cui risolve i blocchi. Il climber di Valchiusella è da poco rientrato da un viaggio a Fontainebleau, la mecca del boulder mondiale dove, schivando la pioggia, è riuscito a risolvere diverse linee fino al 8B+.
Fontainebleau merita veramente di Luca Rinaldi
Dieci giorni a Font li aspettavo ormai da un anno, un anno in cui tante cose sono cambiate. La voglia era tanta, gli obiettivi ancor di più. Il meteo incerto qui nella foresta però fa sì che i progetti si plasmino di giorno in giorno. Tante cose belle ci sono, ed ogni volta che ci si trova davanti ad un sasso nuovo, questo entra a gamba tesa nella top five delle migliori linee da scalare. Diciamo che il meteo ci ha graziato, anche se dopo vi dirò la mia sulle condizioni nella foresta in rapporto alla mia pelle da granito.
Partiamo subito con il grande strampiombo di Opium, classicone molto simile alle nostre linee. Non mi dà pochi problemi, ma i primi giorni qui sono sempre da considerare come adattamento senza pretendere troppo. Quindi senza pretese mi sposto con foga sullo strapiombo accanto, Narcotic, risolvo flash l’uscita ma con la fretta di fare non riesco a concatenare il tutto e con un po’ di rammarico mi sposto un po’ più in là su Jorge de Chasse, e senza pretese risolvo tutte le sequenze al primo tentativo. La pioggia però non si fa attendere e devo rimandare i tentativi buoni; motivato come non mai e con qualche aggiustamento mi ritrovo in cima a questo bellissimo e particolare 8B+. Primo obiettivo del trip centrato!
È tutto in discesa mi dico, ma la foresta con qualche temporale mi rimette al mio posto… periodo di pioggia, qualche giorno così così tra il boulder Ubik e lunghe camminate. Poi insieme al bel tempo torna la motivazione. Combat ready mode e via! Con giornate ventose e soleggiate sarebbe il momento giusto per scalare, ma ho trovato che qui in foresta è meglio se è un pelo umido, magari nuvoloso e senza vento, almeno per chi come me ha la pelle secca e dura. I polpastrelli hanno bisogno di plasmarsi per aderire ai grandi piatti dell’arenaria, e per fortuna una sera trovo l’8B di Traphouse nelle condizioni perfette, asciutto ma non secchissimo e senza vento, e come lo scorso anno per Gourmandise dopo circa un’ora tra warmup e tentativi riesco a risolvere anche questo blocco dopo una bella uscita su foglie bagnate!
La forma c’è, la dieta e gli allenamenti hanno funzionato perfettamente, mi resta solo un blocco da vedere, Elephunk, un boulder balordo, sempre verde di questa stagione. Ed infatti la sessione finisce purtroppo senza ottime sensazioni. La giornata però prenderà una piega positiva, la sera infatti un acquazzone è in arrivo e le condizioni a me favorevoli anche. Mi sposto al mio sogno, The Big Island, in poco più di un’ora e mezza 95% dei movimenti vengono risolti e mi si accende il fuoco, la voglia di tornare, la voglia di allenarsi e la voglia di rendere un sogno realtà!
Durante il rientro penso ai progetti lasciati tra Italia e Svizzera che mi aspettano, non prima però di aver riposato, e di aver finito il nuovo programma di allenamento per l’arrampicata che sto lanciando basato sulla mia esperienza, un programma “leggero” per gente che lavora e non ha tutto il tempo del mondo per allenarsi e scalare, plasmabile sugli obiettivi di ogni arrampicatore. Un giro a Font lo consiglio a tutti, perché anche se molte volte il meteo vi farà impazzire, merita veramente e sempre!