Le Dolomiti CicloArrampicando

Il tour estivo delle Dolomiti in bici ed in arrampicata di Ernesto Benfari & Christian Sega.
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Christian Sega sul famoso nono tiro di Tempi Moderni, Marmolada
Ernesto Benfari & Christian Sega
Esplorazione, avventura, alpinismo e nuove aperture: sono stati questi gli ingredienti della nostra estate. Patagonia? Karakorum pakistano? Niente di tutto ciò, perché per trovare avventure ed angoli inesplorati non serve allontanarsi molto da casa.

Siamo andati nel gruppo più turistico, alla moda e gettonato di tutte le Alpi: le Dolomiti. Come si fa a parlare ancora di “esplorazione” in dolomiti? Semplice, basta avere un punto di vista più lento e meno aggressivo nei confronti del territorio: la bicicletta!

Così l'idea è stata quella di percorrere i passi dolomitici e ripetere le vie di roccia per noi significative di ogni gruppo. La nostra principale forza motrice è stata, oltre alla passione per l'arrampicata, la volontà di scoprire, esplorare e conoscere meglio questa area geografica, così vicina a noi ma che ci eravamo accorti di conoscere solo in maniera molto parziale: cioè con l'ottica "toccata & fuga" tipica dell'arrampicatore, che parte da casa in macchina, fa la via e torna di corsa ai suoi impegni.

Noi invece abbiamo voluto dedicare la nostra estate a conoscere più a fondo questi luoghi, e abbiamo deciso di adottare la stessa tecnica e modalità che useremmo se dovessimo recarci nel deserto, in Patagonia o in qualche posto remoto della terra. Abbiamo voluto essere autosufficenti e muoverci in bicicletta e a piedi, portando con noi tutto il necessario per cucinare, dormire e arrampicare.

Questo muoverci in bicicletta ci ha dato quell'ottica del "naso proteso in avanti" che chi viaggia in bici conosce bene. E' prima di tutto un fatto posturale, molto diverso dallo stare seduti in macchina, dove la testa appoggiata allo schienale è poco reattiva; in bici la prima cosa che "tocca" l'aria, il nuovo, è il naso e così tutti i sensi sono all'erta! Anche l'appetito e la fatica fatta per raggiungere posti che sulla carta sembrano vicini ci hanno dato una maggior consapevolezza dell'ambiente che stavamo visitando. Le valli Dolomitiche aquistavano ognuna una sua particolarità; il paesaggio che cambiava lentamente ci ha permesso di cogliere queste sfumature, come pure gli incontri che abbiamo fatto, i dialetti parlati e quanto altro.

16 Luglio 2012: Parte il nostro tour “Cicloarrampicatorio” per le nostre Dolomiti, il viaggio ci impegnerà per un mese e mezzo, dove tutti gli spostamenti verranno effettuati rigorosamente in bicicletta.

Ore 7: partiamo da casa di Ernesto a Margone di Vezzano (TN), c’è aria da gita scolastica e le aspettative da questo viaggio sono tante. Ci siamo prefissati alcune regole per questo tour dolomitico: evitare strade, sentieri, passi, vie troppo frequentate/ripetute, niente mezzi motorizzati, niente B&B, hotels o ristoranti (il nostro budget da studenti è abbastanza limitato); tutto il nostro bagaglio lo avremmo dovuto portare noi sulle biciclette.

Così saliamo per la val di Cembra, val di Fiemme e Fassa, fermandoci come prima tappa in Vallaccia. Poi al rif. Taramelli, in Val S. Nicolò, dove il buon cuoco-gestore Nicola ci ha accolti per l'inizio ufficiale del giro. Da qui siamo saliti per il Passo Costalunga e abbiamo trascorso una settimana a piedi nel gruppo del Catinaccio (aprendo due nuove vie, più una in lavorazione, nei pressi del rif. Bergamo). Una volta scesi ci siamo diretti verso lo Sciliar e il Sassolungo. Da qui su per Passo Gardena, con "i 700" del giro ciclistico delle Dolomiti, ad una festa dai nostri amici ladini a S. Vigilio di Marebbe, in Val Badia. Finiti i giorni di relax saliamo verso Misurina e le Tre Cime di Lavaredo. Da qui i passi Tre Croci e Giau ci conducono sulle Cinque Torri, e poi giù verso la regina delle Dolomiti. Dopo una settimana in Marmolada salutiamo la Malga Ombretta e via, verso la signora Civetta. Qui uno spiacevole evento (la morte di un amico di Christian) ci fa prendere due strade diverse e ci ritroviamo pochi giorni dopo in Vallaccia, per chiudere l'anello dolomitico della nostra estate di cicloarrampicata!

In tutto sono stati 44 giorni, 17 di arrampicata, 14 di bici e 14 di relax, e 8 giorni di spostamenti a piedi. Siamo riusciti a mappare il viaggio con il gps e vorremmo così creare (a breve) un sito internet con l'itinerario che abbiamo seguito e raccontare le esperienze che abbiamo vissuto e le vie che abbiamo fatto. Intanto c'è la nostra pagina facebook/le dolomiti cicloarrampicando con qualche racconto e qualche foto.

Lo spirito del viaggio è stato tutt’altro che di privazione e rinuncia, ma piuttosto di conoscenza e scoperta che solo la bicicletta può darti. Viaggiare lentamente vuol dire anche immergersi nel luogo che stai visitando: senza lo scudo del parabrezza le Dolomiti diventavano ogni giorno parte di noi, come se il sudore per arrivare ad un posto fosse la chiave di conoscenza dei segreti dello stesso!

Abbiamo arrampicato, sudato, camminato, fatto tardi e preso acqua, ma soprattutto abbiamo conosciuto le Dolomiti attraverso i volti e le storie di chi le abita davvero, racconti di luoghi che il turismo di massa non riesce ad antropizzare, racconti di gente che ama le proprie montagne, racconti raccolti dalle nostre “carrette” a due ruote, che senza portare molto rumore hanno ispirato tanta simpatia.

Ernesto e Christian

LE VIE
Vallaccia: Spigolo della Piramide Armani; Via dei bambini, Torre di Mezzaluna.
Catinaccio: Eisenstecken ai Mugoni; Grelohama, Cresta di Valbona, nuova via; Leviti - Nemela, Catinaccio parete est
Sassolungo: Ypersalame
Tre Cime di Lavaredo: Via Hasse - Brandler
Marmolada: Tempi moderni; Via Ideale
Civetta: Bellenzier

Vorremmo ringraziare: Montura, Grandis, Ciclostile, Prestabici, Music center, Sat, Susat, Turnover





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