Lake District UK: arrampicata trad a cura di Erik Svab
Erik Švab, Igor Îerjal, Stefano Staffetta e Klemen Premrl visitano il Lake District e ripetono diverse vie con difficoltà fino all'E8 in stile onsight e lavorato veloce in compagnia del mitico Dave Birkett, uno degli arrampicatori più forti ed eclettici del Regno Unito.
A fine maggio i triestini Erik Svab, Igor Îerjal e Stefano Staffetta e lo sloveno Klemen Premrl si sono reccati nel Lake District, Inghilterra, per quattro intensi giorni di arrampicata trad. Il risultato? Tempo stabile, un'esperienza da vivere e raccontare, e una delle rare ripetizioni di un E8 di Dave Birkett: Dawes rides the shovel head E8 6c.
Il tutto nel racconto di Erik Svab:
Lake District - 4 giorni nel cuore del trad a cura di Erik Švab
Ho sempre voluto vedere come fosse la tanto decantata e famigerata arrampicata tradizionale inglese: quanto di vero ci fosse nei miti di cui abbiamo letto, sentito e recentemente anche visto in video sulle terribili e pericolose salite “stile hard grit”. Questo sogno ultimamente si è avverato con alcune brevi visite nella patria dell’arrampicata tradizionale, dove la montagna più alta ha 1.300 metri sul livello del mare, dove paretine all’apparenza insignificanti nascondono vie mitiche e storiche e dove l’esperienza dell’arrampicata ti fa capire perché lo chiamano “real climbing” – la vera arrampicata.
Nel 2005 su invito del BMC – British Mountaneering Council, ho preso parte come rappresentante dell’Italia al Winter Meeting in Scozia dove 40 alpinisti provenienti da 25 paesi di tutto il mondo hanno arrampicato per una settimana con altrettanti ‘locals’ in cordate miste sulle mitiche pareti di misto scozzese. Da quell’esperienza ho imparato che anche se sono 20 anni che vado in montagna potrei anche riuscire a perdermi in discesa nella nebbia quando il brutto tempo arriva. Ho visto cosa significa tirare lunghezze di 100 metri perché nonostante tutta l’esperienza e il miglior materiale non c’è un posto decente dove poter fare sosta e ho visto formazioni di ghiaccio e vento che prima avevo solo sognato.
L’anno dopo sono stato invitato di nuovo come rappresentante del CAAI - Club Alpino Accademico e dell’Italia al Meeting estivo che si è tenuto invece nel Wales – Galles per conoscere l’altra faccia della medaglia: l’arrampicata su roccia con protezioni tradizionali e sempre in compagnia di local hosts. Con il mio compagno scozzese Blair Fyffe abbiamo girato il Galles per una settimana arrampicando ogni giorno su una roccia diversa e spingendo al massimo sull’arrampicata a vista. Non mi credeva quando gli dicevo che avevo intenzione di iniziare dal loro E1 e salire di un grado ogni giorno. Alla fine sono riuscito a fare una anche una salita di E6 a vista, la via più difficile del Meeting: Blackleg E6 6b a Gogarth. Ho capito che quel tipo di arrampicata mi piaceva e sapevo che prima o poi sarei tornato.
La prima volta in Scozia il mio ospite era un bravissimo ghiacciatore – Stephen Ashworth, con il quale sono rimasto in contatto anche dopo e lui mi diceva che sarei dovuto venire nel Lake district – il parco del laghi, dove la roccia è di origine vulcanica, le tacchete sono tutte da arcuare e i panorami mozzafiato. Da quando ho due bambini e due società da gestire non vado più in spedizione e cerco di non stare troppo via da casa per arrampicare, perciò un weekend lungo nel Regno unito è quello che ci vuole: Ryan air + rent a car = 4 giorni effettivi di arrampicata al modico prezzo di 130 € a testa e la moglie continua a rivolgermi la parola anche quando torno a casa. La squadra è composta da me e Igor Zerjal, due sloveni che viviamo in Italia, Stefano Staffetta – Staffo, un italiano che vive in Slovenia – l’unico climber oggi residente a Ospo, e uno sloveno vero: Klemen Premrl, compagno di mille battaglie sul ghiaccio.
Il primo giorno levataccia, aereo alle 10, arrivo a Liverpool, rent a car, 3 ore di macchina e nel pomeriggio sono già attaccato alla roccia scura di Raven Crag nella valle di Langdale. Sono gasatissimo, vedo una linea che mi piace e mi sparo subito Trilogy, un E5 6a a vista e senza troppi complimenti: in gradi francesi è ‘solo’ un 7a ma protetto a chiodi, nut e friend e una partenza bastarda con rischio di schianto sui cengia, poi continuazione strapiombante con buone prese e uscita con le prime gocce di pioggia! Welcome to the Lakes! Subito dopo le mani su una delle vie vicine, un E8 di Dave Birkett, il signore del Lake District, uno dei più forti arrampicatori britannici con il maggior numero di vie nuove di E8 e E9 all’attivo. Provo con la corda dall’alto i movimenti che sono difficili ma sembrano fattibili e un gran lancio finale per superare l’ultimo tetto, il tutto protetto da chiodini arrugginiti e qualche micronut! Mah, vedremo nei prossimi giorni.
Il secondo giorno il tempo è bello, la situazione va sfruttata e alle 8 arriva con il suo pickup e il fedele “Jess the dog” nientepopodimeno che Birkett in persona che Steve ha gentilmente convinto di accompagnarci. Veniamo così a sapere che gli arrampicatori stranieri da queste parti sono una rarità perché tutti vogliono andare nel Peak District ad arrampicare sul gritstone, ma anche gli inglesi non sono molto frequenti anche se il famoso giovinastro Leo Houlding è nato e cresciuto proprio in queste valli! Infatti quasi tutte le vie più dure di Dave sono ancora irripetute e dei suoi E8 solo tre hanno lasciato passare altri climber finora. Ci aspetta un’ora di macchina su strade strette e tortuose delimitate da muri in pietra e con il pericolo continuo di investire qualche pecora che ovviamente anche nel Lake District la fanno da padrone. Arriviamo alla base del gruppo di Scafell e scatta la camminata: 700 metri di dislivello per arrivare sotto una parete di 100 metri, mah. Rischiamo per l’ennesima volta la vita con lo ‘scrambling’ per arrivare alla terrazza alla base delle vie e poi siamo pronti per gli spaventi veri: Roaring Silence, una super-classica di E3 con un inizio in placca appoggiata e protetta che ti raccomando, poi Lost horizons, un E4 che sembra tanto un E5 dove finisco le protezioni a metà e da lì in poi è tutto un attrito mostruoso su movimenti delicati per portare a casa la pellaccia. Staffo non vuole salire nemmeno da secondo, ma insieme proviamo poi in top rope uno dei capolavori di Dave: New Horizons E9. Una linea su una prua leggermente strapiombante gradata 7b+/7c con movimenti sbilancianti e praticamente senza protezioni dove se cadi ti schianti a terra. I movimenti non sono difficilissimi, ma quando la sera vediamo il video della salita di Dave ci sudano le mani non dalla voglia di arrampicare ma dalla paura... La giornata finisce nel ‘best pub in the world’ con Dave che ci racconta la sua visione della vita e dell’arrampicata: uno che pur essendo uno dei migliori arrampicatori inglesi per vivere costruisce case in stile tradizionale con le pietre e a tempo perso come soccorso alpino recupera le pecore incrodate in mezzo agli strapiombi: grandissimo, un mito assoluto!
La mattina dopo il sorriso sornione di Dave ci ricorda che incredibilmente abbiamo a disposizione un altro giorno di bel tempo e che la valle di Borrowdale ci aspetta. In una giornata lunghissima visitiamo prima la falesia di Reecastle Crag dove con Staffo saliamo un bellissimo E5 e mettiamo le mani su un E7 durissimo dove se cadi su un movimento di 7c+ e ti esce l’unico micronut ti spacchi le caviglie come infatti è successo a Dave... Dopo la sosta obbligatoria nel “best coffe shop in the world” nel pomeriggio saliamo alla base della Bowderstone crag e della sua Hell’s Wall, una delle pareti più impressionanti e ripide della zona, dove praticamente non ci sono vie sotto l’E4. Per me è una giornata importante, infatti dopo averlo provato da secondo una volta salgo al primo giro la mia prima via di E7 6b, una via non difficile ma molto esposta con lunghi runout e dove pur dominando fisicamente la situazione mi rendo conto di quanto sia importante la psiche in questo genere di salite. Alla sera siamo di nuovo sconvolti dalla stanchezza e dallo sforzo ma continuiamo a chiacchierare con i nostri ospiti ed è di nuovo tardi quando ci trasciniamo a dormire.
E’ l’ultimo giorno di arrampicata, le previsioni sono brutte nel pomeriggio, ma forse in mattinata tiene, Dave mi ha dato tutte le indicazioni e gli farebbe piacere se uno straniero riuscisse a ripetere la sua “Dawes rides the shovel head” E8 6c, la prima delle sue vie difficili nei Lakes e una di quelle poche sue vie che sono già state ripetute. La via è proprio quella che ho provato già il primo giorno: mi calo di nuovo dall’alto, sistemo le protezioni e provo i passi di questo 7c+ francese, ma l’ultimo lancio è veramente lontano anche se protetto discretamente da due chiodi vecchi e arrugginiti, ma almeno uno è buono... Poi parto per il primo tentativo dal basso, faccio benissimo la prima parte ma sul lancio sono poco convinto e cado. Giù con le bestemmie, non tanto per la paura e la tensione accumulata quanto per l’incazzatura di aver sbagliato proprio l’ultimo movimento. Riprovo alcune volte il lancio ma non mi viene mica bene. Boh, torno giù e lascio sbollire la rabbia. Al secondo tentativo sono meno fluido nell’arrampicata, sbaglio qualche sequenza con i piedi nella prima parte dove è vietato cadere ma arrivo comunque di nuovo sotto al lancio. Decido di ascoltare l’amico Staffo e di lanciare alla banzai, come se fossi su un boulder. Zac, beccato la presa! Ultimi due bloccaggi ed esco dal tetto, il mio primo E8 ce l’ho in tasca. Mi mancano solo 10 metri facili senza protezioni e sono sulla classica cengia di erbetta inglese in cima alla falesia. Sistemo la sosta su due nut, mi calo a togliere il materiale e scendo al pub a festeggiare, come i veri britannici.
Il giorno dopo si torna a casa, con il pensiero che spazia dalle pareti del Lake District al mio progetto trad sul paretone di Ospo: adesso so che sarà tranquillamente E9 e so anche che tornerò da queste parti! Durante il decollo ritorno con la mente al ritornello dei mitici scarafaggi nonché slogan del Liverpool John Lennon Airport: Above us only sky...
Erik Švab
CAAI – Club Alpino Accademico Italiano
Per info e serate: erik.svab@servis.it .
Per la collaborazione si ringrazia: La Sportiva, Montura, Grivel, KONG
ERIK ŠVAB – Salite in stile tradizionale nel Lake district
31/5-3/6/2007
Scafell
East Buttress, Roaring Silence E3 5c, 55 m, onsight
East Buttress, Lost Horizons E4 6b, 55 m, redpoint, 2 tentativi
Borrowdale
Reecastle crag, White Noise E3 5c, 30 m, flash
Reecastle crag, Penal servitude E5 6b, 30 m, redpoint, 2 tentativi
Bowderstone crag, De Quincy E7 6b, 30 m, redpoint, 2 tentativi
Langdale
Raven Crag, Trilogy E5 6a, 30 m, onsight
Raven Crag, Dawes rides the shovel head E8 6c, 30 m, redpoint, 5 tentativi, 5.a ripetizione
Il tutto nel racconto di Erik Svab:
Lake District - 4 giorni nel cuore del trad a cura di Erik Švab
Ho sempre voluto vedere come fosse la tanto decantata e famigerata arrampicata tradizionale inglese: quanto di vero ci fosse nei miti di cui abbiamo letto, sentito e recentemente anche visto in video sulle terribili e pericolose salite “stile hard grit”. Questo sogno ultimamente si è avverato con alcune brevi visite nella patria dell’arrampicata tradizionale, dove la montagna più alta ha 1.300 metri sul livello del mare, dove paretine all’apparenza insignificanti nascondono vie mitiche e storiche e dove l’esperienza dell’arrampicata ti fa capire perché lo chiamano “real climbing” – la vera arrampicata.
Nel 2005 su invito del BMC – British Mountaneering Council, ho preso parte come rappresentante dell’Italia al Winter Meeting in Scozia dove 40 alpinisti provenienti da 25 paesi di tutto il mondo hanno arrampicato per una settimana con altrettanti ‘locals’ in cordate miste sulle mitiche pareti di misto scozzese. Da quell’esperienza ho imparato che anche se sono 20 anni che vado in montagna potrei anche riuscire a perdermi in discesa nella nebbia quando il brutto tempo arriva. Ho visto cosa significa tirare lunghezze di 100 metri perché nonostante tutta l’esperienza e il miglior materiale non c’è un posto decente dove poter fare sosta e ho visto formazioni di ghiaccio e vento che prima avevo solo sognato.
L’anno dopo sono stato invitato di nuovo come rappresentante del CAAI - Club Alpino Accademico e dell’Italia al Meeting estivo che si è tenuto invece nel Wales – Galles per conoscere l’altra faccia della medaglia: l’arrampicata su roccia con protezioni tradizionali e sempre in compagnia di local hosts. Con il mio compagno scozzese Blair Fyffe abbiamo girato il Galles per una settimana arrampicando ogni giorno su una roccia diversa e spingendo al massimo sull’arrampicata a vista. Non mi credeva quando gli dicevo che avevo intenzione di iniziare dal loro E1 e salire di un grado ogni giorno. Alla fine sono riuscito a fare una anche una salita di E6 a vista, la via più difficile del Meeting: Blackleg E6 6b a Gogarth. Ho capito che quel tipo di arrampicata mi piaceva e sapevo che prima o poi sarei tornato.
La prima volta in Scozia il mio ospite era un bravissimo ghiacciatore – Stephen Ashworth, con il quale sono rimasto in contatto anche dopo e lui mi diceva che sarei dovuto venire nel Lake district – il parco del laghi, dove la roccia è di origine vulcanica, le tacchete sono tutte da arcuare e i panorami mozzafiato. Da quando ho due bambini e due società da gestire non vado più in spedizione e cerco di non stare troppo via da casa per arrampicare, perciò un weekend lungo nel Regno unito è quello che ci vuole: Ryan air + rent a car = 4 giorni effettivi di arrampicata al modico prezzo di 130 € a testa e la moglie continua a rivolgermi la parola anche quando torno a casa. La squadra è composta da me e Igor Zerjal, due sloveni che viviamo in Italia, Stefano Staffetta – Staffo, un italiano che vive in Slovenia – l’unico climber oggi residente a Ospo, e uno sloveno vero: Klemen Premrl, compagno di mille battaglie sul ghiaccio.
Il primo giorno levataccia, aereo alle 10, arrivo a Liverpool, rent a car, 3 ore di macchina e nel pomeriggio sono già attaccato alla roccia scura di Raven Crag nella valle di Langdale. Sono gasatissimo, vedo una linea che mi piace e mi sparo subito Trilogy, un E5 6a a vista e senza troppi complimenti: in gradi francesi è ‘solo’ un 7a ma protetto a chiodi, nut e friend e una partenza bastarda con rischio di schianto sui cengia, poi continuazione strapiombante con buone prese e uscita con le prime gocce di pioggia! Welcome to the Lakes! Subito dopo le mani su una delle vie vicine, un E8 di Dave Birkett, il signore del Lake District, uno dei più forti arrampicatori britannici con il maggior numero di vie nuove di E8 e E9 all’attivo. Provo con la corda dall’alto i movimenti che sono difficili ma sembrano fattibili e un gran lancio finale per superare l’ultimo tetto, il tutto protetto da chiodini arrugginiti e qualche micronut! Mah, vedremo nei prossimi giorni.
Il secondo giorno il tempo è bello, la situazione va sfruttata e alle 8 arriva con il suo pickup e il fedele “Jess the dog” nientepopodimeno che Birkett in persona che Steve ha gentilmente convinto di accompagnarci. Veniamo così a sapere che gli arrampicatori stranieri da queste parti sono una rarità perché tutti vogliono andare nel Peak District ad arrampicare sul gritstone, ma anche gli inglesi non sono molto frequenti anche se il famoso giovinastro Leo Houlding è nato e cresciuto proprio in queste valli! Infatti quasi tutte le vie più dure di Dave sono ancora irripetute e dei suoi E8 solo tre hanno lasciato passare altri climber finora. Ci aspetta un’ora di macchina su strade strette e tortuose delimitate da muri in pietra e con il pericolo continuo di investire qualche pecora che ovviamente anche nel Lake District la fanno da padrone. Arriviamo alla base del gruppo di Scafell e scatta la camminata: 700 metri di dislivello per arrivare sotto una parete di 100 metri, mah. Rischiamo per l’ennesima volta la vita con lo ‘scrambling’ per arrivare alla terrazza alla base delle vie e poi siamo pronti per gli spaventi veri: Roaring Silence, una super-classica di E3 con un inizio in placca appoggiata e protetta che ti raccomando, poi Lost horizons, un E4 che sembra tanto un E5 dove finisco le protezioni a metà e da lì in poi è tutto un attrito mostruoso su movimenti delicati per portare a casa la pellaccia. Staffo non vuole salire nemmeno da secondo, ma insieme proviamo poi in top rope uno dei capolavori di Dave: New Horizons E9. Una linea su una prua leggermente strapiombante gradata 7b+/7c con movimenti sbilancianti e praticamente senza protezioni dove se cadi ti schianti a terra. I movimenti non sono difficilissimi, ma quando la sera vediamo il video della salita di Dave ci sudano le mani non dalla voglia di arrampicare ma dalla paura... La giornata finisce nel ‘best pub in the world’ con Dave che ci racconta la sua visione della vita e dell’arrampicata: uno che pur essendo uno dei migliori arrampicatori inglesi per vivere costruisce case in stile tradizionale con le pietre e a tempo perso come soccorso alpino recupera le pecore incrodate in mezzo agli strapiombi: grandissimo, un mito assoluto!
La mattina dopo il sorriso sornione di Dave ci ricorda che incredibilmente abbiamo a disposizione un altro giorno di bel tempo e che la valle di Borrowdale ci aspetta. In una giornata lunghissima visitiamo prima la falesia di Reecastle Crag dove con Staffo saliamo un bellissimo E5 e mettiamo le mani su un E7 durissimo dove se cadi su un movimento di 7c+ e ti esce l’unico micronut ti spacchi le caviglie come infatti è successo a Dave... Dopo la sosta obbligatoria nel “best coffe shop in the world” nel pomeriggio saliamo alla base della Bowderstone crag e della sua Hell’s Wall, una delle pareti più impressionanti e ripide della zona, dove praticamente non ci sono vie sotto l’E4. Per me è una giornata importante, infatti dopo averlo provato da secondo una volta salgo al primo giro la mia prima via di E7 6b, una via non difficile ma molto esposta con lunghi runout e dove pur dominando fisicamente la situazione mi rendo conto di quanto sia importante la psiche in questo genere di salite. Alla sera siamo di nuovo sconvolti dalla stanchezza e dallo sforzo ma continuiamo a chiacchierare con i nostri ospiti ed è di nuovo tardi quando ci trasciniamo a dormire.
E’ l’ultimo giorno di arrampicata, le previsioni sono brutte nel pomeriggio, ma forse in mattinata tiene, Dave mi ha dato tutte le indicazioni e gli farebbe piacere se uno straniero riuscisse a ripetere la sua “Dawes rides the shovel head” E8 6c, la prima delle sue vie difficili nei Lakes e una di quelle poche sue vie che sono già state ripetute. La via è proprio quella che ho provato già il primo giorno: mi calo di nuovo dall’alto, sistemo le protezioni e provo i passi di questo 7c+ francese, ma l’ultimo lancio è veramente lontano anche se protetto discretamente da due chiodi vecchi e arrugginiti, ma almeno uno è buono... Poi parto per il primo tentativo dal basso, faccio benissimo la prima parte ma sul lancio sono poco convinto e cado. Giù con le bestemmie, non tanto per la paura e la tensione accumulata quanto per l’incazzatura di aver sbagliato proprio l’ultimo movimento. Riprovo alcune volte il lancio ma non mi viene mica bene. Boh, torno giù e lascio sbollire la rabbia. Al secondo tentativo sono meno fluido nell’arrampicata, sbaglio qualche sequenza con i piedi nella prima parte dove è vietato cadere ma arrivo comunque di nuovo sotto al lancio. Decido di ascoltare l’amico Staffo e di lanciare alla banzai, come se fossi su un boulder. Zac, beccato la presa! Ultimi due bloccaggi ed esco dal tetto, il mio primo E8 ce l’ho in tasca. Mi mancano solo 10 metri facili senza protezioni e sono sulla classica cengia di erbetta inglese in cima alla falesia. Sistemo la sosta su due nut, mi calo a togliere il materiale e scendo al pub a festeggiare, come i veri britannici.
Il giorno dopo si torna a casa, con il pensiero che spazia dalle pareti del Lake District al mio progetto trad sul paretone di Ospo: adesso so che sarà tranquillamente E9 e so anche che tornerò da queste parti! Durante il decollo ritorno con la mente al ritornello dei mitici scarafaggi nonché slogan del Liverpool John Lennon Airport: Above us only sky...
Erik Švab
CAAI – Club Alpino Accademico Italiano
Per info e serate: erik.svab@servis.it .
Per la collaborazione si ringrazia: La Sportiva, Montura, Grivel, KONG
ERIK ŠVAB – Salite in stile tradizionale nel Lake district
31/5-3/6/2007
Scafell
East Buttress, Roaring Silence E3 5c, 55 m, onsight
East Buttress, Lost Horizons E4 6b, 55 m, redpoint, 2 tentativi
Borrowdale
Reecastle crag, White Noise E3 5c, 30 m, flash
Reecastle crag, Penal servitude E5 6b, 30 m, redpoint, 2 tentativi
Bowderstone crag, De Quincy E7 6b, 30 m, redpoint, 2 tentativi
Langdale
Raven Crag, Trilogy E5 6a, 30 m, onsight
Raven Crag, Dawes rides the shovel head E8 6c, 30 m, redpoint, 5 tentativi, 5.a ripetizione
Note:
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