La nuova guida di Manolo: In Bilico ...fra la storia e i racconti delle vie nelle falesie di Primiero
E' uscita dalla tipografia In Bilico ...fra la storia e i racconti delle vie nelle falesie di Primiero, la nuova guida di arrampicata di Manolo. La presentiamo in anteprima insieme all'ultima realizzazione del Mago: la libera di Pappagorgia al Bilico in Val Canali.
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In Bilico ...fra la storia e i racconti delle vie nelle falesie di Primiero. La nuova guida di Maurizio Manolo Zanolla, Osteria taci cavallo editing 2013
Manolo
416 pagine, freschissime di stampa. 53 siti e falesie di arrampicata. Più di 1000 vie, di cui 244 di più tiri. Tanti disegni e schizzi (davvero molto belli). In più molte immagini, alcune assolutamente storiche, che abbracciano tutta l'evoluzione dell'arrampicata sportiva. E poi la firma: Maurizio Zanolla, ovverosia Manolo. Questo, in breve, il profilio di "In Bilico", un titolo già di per sé evocativo per una guida di arrampicata, e non solo perché ricorda la bella ed incredibile lavagna di roccia sospesa tra i "flutti" della Val Canali.
Con questo potremmo aver detto tutto o quasi. Perché, inutile nasconderselo, una nuova guida di Manolo è già un piccolo evento e una garanzia. Poi però c'è anche quel sottotitolo "...fra la storia e i racconti delle vie nelle falesie di Primiero". Appunto, i racconti e la storia scritti dal "Mago". Quella storia e quei racconti che lui stesso (ma non solo lui) ha scritto sulle rocce della sua terra, il Primiero. Imperdibile, fra gli altri, il ricordo della scoperta del mitico Totoga dove Manolo è stato autore di pagine fondamentali per l'evoluzione dell'arrampicata sportiva, basti pensare alla stupefacente Il Mattino dei Maghi, a Lucertola schizofrenica, a Terminator....
Ma "In Bilico" non racconta solo Manolo. Questa guida, infatti, è la testimonianza di quanti hanno amato le rocce del Primiero e, insieme, è un atto di amore verso queste pareti e l'arrampicata. Lo provano i due anni di lavoro per raccogliere tutto il materiale. La verve e la precisione con cui Cristina Zorzi, la moglie di Manolo, ha curato la grafica. Le belle foto (d'autore) di Walter Bellotto, Paolo Calzà, Daniele Lira, Oskar Piazza, Narciso Simion e dello stesso Manolo. La straordinaria partecipazione del pluripremiato fumettista Paolo Cossi che ha disegnato la bella tavola per la falesia del Baule. E, ancora, la bellissima copertina di Jimi Angelo Trotter, con quel Manolo che cercando un equilibrio impossibile (in bilico appunto) sembra rappresentare la sintesi perfetta di un pensiero applicato all'arrampicata.
A proposito... si dice spesso che l'arrampicata (ma anche l'alpinismo) sia l'unione di pensiero ed azione, ma ci sarebbe da aggiungere che non guasta anche un po' di amore e di fantasia. E questa Guida che, pagina dopo pagina, cattura l'attenzione ne è una piccola conferma. Resterebbe da dire che l'operazione è tutta "autogestita" e che la nuova Guida - come del resto quella che l'ha preceduta ormai più di 10 anni fa - sarà distribuita direttamente dalla premiata famiglia Manolo & C. Ma prima di chiudere e augurarvi buona lettura e buone scalate, ci piace abbinare quest'ultima fatica editoriale di Manolo con la sua ultima realizzazione sulla pietra. La via si chiama Pappagorgia (un nome un programma) e lui l'ha liberata solo qualche giorno fa. Dove? Beh, guardacaso proprio al Bilico...
PAPPAGORGIA, al Bilico con Erik Girardini (giugno 2013)
di Manolo
Dopo la salita di “Roby Present”, nella primavera scorsa, una serie d’infortuni mi ha quasi completamente allontanato dalla scalata ma l’ultimo, più serio del previsto, mi ha fermato senza il quasi. Non potevo far molto, nemmeno spalare la neve, anche se nevicava tutti i giorni e questo, poteva davvero essere un buon motivo per lavorare seriamente alla “guida”. Solo adesso però, mi rendo conto che quello che rimaneva da fare, era molto, molto più di quanto pensavo e, se non fosse stato per Cristina e per quell’infortunio, non sarei sicuramente riuscito a terminarla, nemmeno per la fine dell’estate. C’era però anche qualcos’altro d’incompiuto... niente d’importante ma c’era.
Salgo al Bilico per ricontrollare la traccia. Il ghiaione finale mi sembra più ripido e instabile del solito, ma la vista da questo blocco incredibile è assolutamente fantastica e quel progetto, rimasto incompiuto sulla destra, ridiventa tentazione. Sono mesi che non scalo e forse dovrei aspettare ancora, ma risalgo per provare almeno i movimenti, naturalmente mi fanno soffrire ma anche divertire. Purtroppo è ancora un po’ bagnata ma i singoli m’incoraggiano, non sono irresistibili e le dita sembrano anche sopportarli. E già mi chiedo, cosa faranno in continuità!
Erik non è mai stato quassù ed è molto curioso. Anche lui non scala da parecchio e ha voglia di riprendere. Non è certamente il posto più facile per ricominciare ma è entusiasta e allora partiamo. Mi calo dall’alto metto i rinvii e riprovo i movimenti… Boh! Sono ancora un po’ stanco dall’ultima volta ma non mi sembra male e la parete è finalmente asciutta. Erik, prova qualche movimento e quando scende, recupera la corda e m’invita a partire, ed io non mi sento più così sicuro..! Quei venticinque metri adesso mi sembrano completamente diversi. Mi lego ma sono a disagio, non avere più quella corda davanti diventa subito paura di volare, del vuoto e... anche del dolore.
La partenza non è difficile, è solo un po' strapiombante ma sono esageratamente impacciato. Quando supero il tetto e mi ribalto sul muro, le liste diventano implacabilmente più piccole, per passare la corda, devo abbandonarmi a un appoggio piccolo e sfuggente. Non ho più confidenza e nemmeno sicurezza con queste cose e, immediatamente, arriva un dimenticato e convulso tremolio, accompagnato da fatica e dolore, ma per fortuna, anche un discreto riposo e un sorso di lucidità.
Quando riparto, cerco un ritmo che non trovo, gli appigli si confondono in questa scalata “geroglifica”. L’acido lattico morde e il dolore aumenta. Improvvisamente però, non ho più paura di volare, non guardo più nel vuoto e nemmeno verso il bordo. Sono solo assorto a resistere e curioso di raggiungere la fine di tutta la mia energia. Le dita ormai non riescono più ad’ “arcuare” e sono sempre più distese. Il dolore è più forte e proseguo solo con l’aderenza della pelle e, il bordo mi sorprende come un pugno.
Erano gli ultimi venticinque metri, adesso ho davvero finito!
La difficoltà? Non sono assolutamente in grado di esprimermi. Non è difficilissima ma nemmeno facilissima... direi bellissima.
Manolo
La nuova guida di Manolo:
IN BILICO... tra le falesie di Primiero
Testi: Maurizio Zanolla
Traduzioni: Luca Gasparini
Disegni: Maurizio Zanolla e Cristina Zorzi
Sfondi: tessitura ARTELER di Mezzano, dove Lucia, Zita e Carmen (come janas sarde) hanno ordito e ordiscono, sapientemente, trame colorate.
Foto: Maurizio Zanolla, Walter Bellotto, Paolo Calzà, Daniele Lira, Oskar Piazza, Narciso Simion
Copertina: Jimi Angelo Trotter
Ideazione grafica e impaginazione: Cristina Zorzi
Hanno collaborato: Tiziano Albertella, Enrico Bettega, Walter Bellotto, Pieralbino Loss, Mario Tomas, Narciso Simion, Gianattilio Turra, Paolo Zecchini
Prima edizione: giugno 2013
Realizzata e prodotta da: Osteria taci cavallo editing
Con questo potremmo aver detto tutto o quasi. Perché, inutile nasconderselo, una nuova guida di Manolo è già un piccolo evento e una garanzia. Poi però c'è anche quel sottotitolo "...fra la storia e i racconti delle vie nelle falesie di Primiero". Appunto, i racconti e la storia scritti dal "Mago". Quella storia e quei racconti che lui stesso (ma non solo lui) ha scritto sulle rocce della sua terra, il Primiero. Imperdibile, fra gli altri, il ricordo della scoperta del mitico Totoga dove Manolo è stato autore di pagine fondamentali per l'evoluzione dell'arrampicata sportiva, basti pensare alla stupefacente Il Mattino dei Maghi, a Lucertola schizofrenica, a Terminator....
Ma "In Bilico" non racconta solo Manolo. Questa guida, infatti, è la testimonianza di quanti hanno amato le rocce del Primiero e, insieme, è un atto di amore verso queste pareti e l'arrampicata. Lo provano i due anni di lavoro per raccogliere tutto il materiale. La verve e la precisione con cui Cristina Zorzi, la moglie di Manolo, ha curato la grafica. Le belle foto (d'autore) di Walter Bellotto, Paolo Calzà, Daniele Lira, Oskar Piazza, Narciso Simion e dello stesso Manolo. La straordinaria partecipazione del pluripremiato fumettista Paolo Cossi che ha disegnato la bella tavola per la falesia del Baule. E, ancora, la bellissima copertina di Jimi Angelo Trotter, con quel Manolo che cercando un equilibrio impossibile (in bilico appunto) sembra rappresentare la sintesi perfetta di un pensiero applicato all'arrampicata.
A proposito... si dice spesso che l'arrampicata (ma anche l'alpinismo) sia l'unione di pensiero ed azione, ma ci sarebbe da aggiungere che non guasta anche un po' di amore e di fantasia. E questa Guida che, pagina dopo pagina, cattura l'attenzione ne è una piccola conferma. Resterebbe da dire che l'operazione è tutta "autogestita" e che la nuova Guida - come del resto quella che l'ha preceduta ormai più di 10 anni fa - sarà distribuita direttamente dalla premiata famiglia Manolo & C. Ma prima di chiudere e augurarvi buona lettura e buone scalate, ci piace abbinare quest'ultima fatica editoriale di Manolo con la sua ultima realizzazione sulla pietra. La via si chiama Pappagorgia (un nome un programma) e lui l'ha liberata solo qualche giorno fa. Dove? Beh, guardacaso proprio al Bilico...
PAPPAGORGIA, al Bilico con Erik Girardini (giugno 2013)
di Manolo
Dopo la salita di “Roby Present”, nella primavera scorsa, una serie d’infortuni mi ha quasi completamente allontanato dalla scalata ma l’ultimo, più serio del previsto, mi ha fermato senza il quasi. Non potevo far molto, nemmeno spalare la neve, anche se nevicava tutti i giorni e questo, poteva davvero essere un buon motivo per lavorare seriamente alla “guida”. Solo adesso però, mi rendo conto che quello che rimaneva da fare, era molto, molto più di quanto pensavo e, se non fosse stato per Cristina e per quell’infortunio, non sarei sicuramente riuscito a terminarla, nemmeno per la fine dell’estate. C’era però anche qualcos’altro d’incompiuto... niente d’importante ma c’era.
Salgo al Bilico per ricontrollare la traccia. Il ghiaione finale mi sembra più ripido e instabile del solito, ma la vista da questo blocco incredibile è assolutamente fantastica e quel progetto, rimasto incompiuto sulla destra, ridiventa tentazione. Sono mesi che non scalo e forse dovrei aspettare ancora, ma risalgo per provare almeno i movimenti, naturalmente mi fanno soffrire ma anche divertire. Purtroppo è ancora un po’ bagnata ma i singoli m’incoraggiano, non sono irresistibili e le dita sembrano anche sopportarli. E già mi chiedo, cosa faranno in continuità!
Erik non è mai stato quassù ed è molto curioso. Anche lui non scala da parecchio e ha voglia di riprendere. Non è certamente il posto più facile per ricominciare ma è entusiasta e allora partiamo. Mi calo dall’alto metto i rinvii e riprovo i movimenti… Boh! Sono ancora un po’ stanco dall’ultima volta ma non mi sembra male e la parete è finalmente asciutta. Erik, prova qualche movimento e quando scende, recupera la corda e m’invita a partire, ed io non mi sento più così sicuro..! Quei venticinque metri adesso mi sembrano completamente diversi. Mi lego ma sono a disagio, non avere più quella corda davanti diventa subito paura di volare, del vuoto e... anche del dolore.
La partenza non è difficile, è solo un po' strapiombante ma sono esageratamente impacciato. Quando supero il tetto e mi ribalto sul muro, le liste diventano implacabilmente più piccole, per passare la corda, devo abbandonarmi a un appoggio piccolo e sfuggente. Non ho più confidenza e nemmeno sicurezza con queste cose e, immediatamente, arriva un dimenticato e convulso tremolio, accompagnato da fatica e dolore, ma per fortuna, anche un discreto riposo e un sorso di lucidità.
Quando riparto, cerco un ritmo che non trovo, gli appigli si confondono in questa scalata “geroglifica”. L’acido lattico morde e il dolore aumenta. Improvvisamente però, non ho più paura di volare, non guardo più nel vuoto e nemmeno verso il bordo. Sono solo assorto a resistere e curioso di raggiungere la fine di tutta la mia energia. Le dita ormai non riescono più ad’ “arcuare” e sono sempre più distese. Il dolore è più forte e proseguo solo con l’aderenza della pelle e, il bordo mi sorprende come un pugno.
Erano gli ultimi venticinque metri, adesso ho davvero finito!
La difficoltà? Non sono assolutamente in grado di esprimermi. Non è difficilissima ma nemmeno facilissima... direi bellissima.
Manolo
La nuova guida di Manolo:
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Testi: Maurizio Zanolla
Traduzioni: Luca Gasparini
Disegni: Maurizio Zanolla e Cristina Zorzi
Sfondi: tessitura ARTELER di Mezzano, dove Lucia, Zita e Carmen (come janas sarde) hanno ordito e ordiscono, sapientemente, trame colorate.
Foto: Maurizio Zanolla, Walter Bellotto, Paolo Calzà, Daniele Lira, Oskar Piazza, Narciso Simion
Copertina: Jimi Angelo Trotter
Ideazione grafica e impaginazione: Cristina Zorzi
Hanno collaborato: Tiziano Albertella, Enrico Bettega, Walter Bellotto, Pieralbino Loss, Mario Tomas, Narciso Simion, Gianattilio Turra, Paolo Zecchini
Prima edizione: giugno 2013
Realizzata e prodotta da: Osteria taci cavallo editing
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Note:
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