La nuova falesia Bordano in Friuli ovvero chiodando s'impara
Ultimo giro di chiave ed anche questa via è finita, più che soddisfatto mi calo al suolo a contemplare questo nuovo spot di arrampicata sportiva. Già... ma come nasce un luogo di arrampicata sportiva, la famigerata "palestra di roccia". Per questa ultima avventura (ma anche per quelle precedenti) è andata più o meno così.
Era un po di tempo che ogni volta che passavo sotto il Monte San Simeoni la mia attenzione era attirata da quella lunga fascia rocciosa posta a metà pendio, ma il fatto che questa montagna sia stato l’epicentro del disastroso terremoto del 76’ risultava essere sempre un’ottimo deterrente all’esplorazione da vicino; ma come sempre il tarlo alla fine arriva alla sua meta.
Primo problema: l’accesso per una prima verifica del potenziale arrampicatorio. Dura la lotta con l’alpe, ma anche quella con i rovi non scherza...(stavano quasi per aver la meglio) dopo due ore di lavoro con cesoie e sega ed un’infinità di graffi,una precaria traccia fin sotto la parete è aperta. La roccia è buona c’è solo da togliere qualche masso instabile.
Secondo problema: installazione delle funi per pulire e chiodare la parete. La cosa più semplice è l’accesso dall’alto, ma talvolta non è possibile quindi non resta che salire dal basso in puro stile alpinistico. Questa volta siamo fortunati, un sentiero passa giusto sopra la falesia ed in men che non si dica comincio a calarmi sulla parete, da "fuori" mi vedo come un bambino che entra in un negozio di giocattoli....
Una prima grossolana pulizia da eventuali blocchi instabili ed un primo esame per cercare di capire l’andamento logico delle future vie e poi si parte per la chiodatura. Trapano a tracolla, una quindicina di tasselli nella sacca, martello, qualche moschettone, spazzole di pulizia fori e parete e finalmente si comincia a tracciare e forare la futura via...e qui son dolori, il passo tra "fare una bella via" e rovinare la roccia è molto piccolo, non è il caso di avere fretta. Nel posizionare un tassello bisogna tener conto di vari fattori: la roccia deve essere sana, il moschettone che andrà nella placchetta non deve sbattere contro la roccia ed il moschettonaggio deve avere una sua logica ben precisa.
Oltre a chiodare salendo bisogna anche pulire dalla vegetazione, spazzolare dai licheni e soprattutto togliere tutto ciò che non è stabile... e via così fino a piazzare il punto di calata, ritornando al suolo si da un’ultima spazzolata all’itinerario. Rapido cambio d’abito e da chiodatore ci si trasforma in arrampicatore per provare subito la nuova creazione.
Nel giro di un mese, insieme all’amico Giulio Moscatelli, abbiamo attrezzato una ventina di tiri dal 6b fino al 7b (due vie ancora da liberare), sono state giornate faticose ma dense di soddisfazioni il tutto condito come sempre da entusiasmo e allegria. Lo stile d’arrampicata è molto democratico: parte sinistra magnifica placca con qualche passo di spalmo, parte destra strapiombo e tettini.
Questo nuovo spot è in Friuli precisamente sopra il paese di Bordano, appena oltre Gemona. Prendere la strada per il Monte S. Simeoni fino ad uno spiazzo dove si parcheggia, sopra il ghiaione si vede la falesia facilmente raggiungibile con il sentiero della via normale, dalla macchina 15-20 min. Esposizione sud una ventina di vie dal 6b fino al 7b, nomi e difficoltà scritti alla base. Arrampicata di placca con qualche piccolo tettino.
Pierpaolo Pedrini, Guide Alpine FVG
SCHEDA: la falesia Bordano, Friuli Venezia Giulia