La Falesia di Pont d'Aël in Valle di Cogne. Di Matteo Giglio

La guida alpina Matteo Giglio presenta la storia della Falesia di Pont d’Aël vicino a Aymavilles in Valle di Cogne (Valle d’Aosta). Con quasi trenta vie fino all’8a e situata ad una quota di circa 1000 metri, è ideale nei pomeriggi estivi o nella stagione autunnale.
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Alessandra Gianatti su Antica Zecca (7a) a Pont d'Aël in Valle di Cogne, Valle d'Aosta
Marco Spataro

L'estate 2018 è stata vissuta - nei ritagli di tempo libero - in un piccolo angolo di tranquillità a due passi da casa, con trapano, corde fisse, spazzole, martello, ecc. Il risultato si è concretizzato in una falesia con 26 tiri di difficoltà compresa tra il 6a e l'8a.

La parete in questione è la fascia di roccia diagonale che si vede bene dalla strada regionale per Cogne, dopo il bivio per Ozein e all'inizio della discesa verso il ponte di Chevril, sul versante sinistro idrografico della valle. Impossibile non notarla, almeno per un appassionato di roccia e arrampicata. I dubbi - credo di tutti quelli che l'avevano notata - erano relativi alla presenza di prese per arrampicare e all'avvicinamento. L'unico modo per verificare era quello di andare a vedere da vicino.

Stuzzicato da Michele Amadio, con cui poi ho condiviso la chiodatura delle primissime vie, sono andato alla base constatando che quello che da lontano sembrava un muro liscio, in realtà, presenta appigli di tutti i tipi, compresi buchi di ogni dimensione!Considerata la modesta vicinanza da casa (5 minuti di macchina + 25 minuti di avvicinamento a piedi con zaino carico), ho deciso di investire tempo e denaro per attrezzare una falesia che servirà in futuro come luogo per l'allenamento outdoor oltre naturalmente a valorizzare un angolo caduto in disuso dopo la costruzione della linea di alta tensione Superphénix.

Chiodare, pulire, mettere in ordine, correggere errori: un lavoro di pazienza, portato avanti però in maniera rilassata e senza condizionamenti esterni; una sorta di "giardino privato" usato come piccola valvola di sfogo personale. Sapevo che la chiave per poter attuare questa linea doveva necessariamente essere quella del silenzio-social, oltre che real. E così è stato, almeno fin quasi ad ultimazione lavori. La condivisione con tutti gli arrampicatori è stata poi la conseguenza logica per evitare che cada nell'oblio come purtroppo accade per i settori che non vengono pubblicizzati.

Ho accennato all'investimento anche di denaro perché, di fatto, trattandosi di iniziativa personale ho acquistato tutto il materiale piantato in parete e non è stata una spesa indifferente: oltre un migliaio di euro, giusto per rendere l'idea a coloro che pensano che le falesie siano tutte "dovute". Cercando di mettere da parte l'avarizia e pensando in prospettiva, tutti il materiale piantato in parete è di tipo inox A4 (AISI 316L): tasselli M10 x 90 mm MKT BZ Plus, placchette Petzl/Raumer e catene Raumer con doppio anello chiuso ("manovra" obbligatoria).

La roccia - che dovrebbe essere uno gneiss minuto - è molto dura e compatta quindi non è stato necessario piantare fittoni resinati: con una punta in widia del trapano si praticano non più di una ventina di fori!

Un doveroso ringraziamento va ad Alessandra - probabilmente la persona che ha percorso più volte il sentiero di avvicinamento, dopo di me - che mi ha aiutato nella realizzazione dei lavori. Grazie anche a Remy Maquignaz per aver finanziato e realizzato i gradini in ferro che agevolano la salita al settore "Cengia sospesa", a Roberto Bonin, Arnaud Clavel, Alex Crudo e Alessandro Munier per il contributo spese e ovviamente alle aziende che mi supportano da anni con materiale di qualità per realizzare i miei progetti (Camp, Cassin, Edelweiss, Montura, Salice, Scarpa).

Il ringraziamento più importante però lo anticipo a tutti coloro che frequenteranno la falesia in futuro e soprattutto che contribuiranno al mantenimento dell'ecosistema del luogo con rispetto e discrezione. Siamo tutti ospiti in una proprietà privata quindi cerchiamo di farci ben volere!

Una menzione, infine, anche a Marco Dellanoce che è stato forse il primo a mettere mano sulla roccia di questa falesia, calandosi dall'alto per iniziare a pulire qualche linea (senza però chiodarla). Ho scoperto solo dopo che la corda abbandonata su un albero era sua.

Ricordo che l'utilizzo della falesia è sotto la completa responsabilità dell'utilizzatore, il quale deve essere in grado di gestire il rischio e di valutare il materiale a cui affida la propria vita. Per qualsiasi segnalazione di pericolosità, l'invito è quello di condividere l'informazione. Per consultare la relazione, si rimanda alla scheda tecnica.

In linea generale si può dire che la falesia si compone di due settori ben distinti e molto differenti nel tipo di scalata. Il settore "Big bang", il primo che si incontra, è più alto (26 m al massimo) e presenta un genere di scalata mediamente tecnico su appigli e appoggi sfuggenti dove l'utilizzo dei piedi e la gestione degli equilibri la fanno da padroni. Nel settore "Cengia sospesa", invece, le vie sono più corte (20 m al massimo) ma la conformazione della parete rende la scalata più fisica e di resistenza.

di Matteo Giglio

SCHEDA: Falesia di Pont d’Aël - Aymavilles in Valle di Cogne (Valle d'Aosta)

Matteo Giglio ringrazia: Camp - Cassin, Edelweiss, Montura, Salice, SCARPA.

Link: www.matteogiglio.itwww.marcospataro.com




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