Gabriele Moroni alla scoperta di Luogosanto e del boulder più difficile della Sardegna
Inizia così la nostra full immersion di tre giorni sui blocchi che sovrastano il caratteristico paesino di Luogosanto, disperso nelle campagne galluresi… Qui Filippo (Manca ndr), Nuorese trasferito a Milano per lavoro, ha scoperto un magnifico settore che ha denominato "Il Bosco".
Il primo giorno ci fa fare un veloce giro dei sassi, passiamo sotto ad un imponente sasso triangolare, di una roccia veramente incredibile, più simile all'arenaria che al granito sardo, ma purtroppo uno dei primi tentativi mi fa vivere un atterraggio non proprio invitante. In più non vedo una linea scalabile e mi intimidisce troppo, quindi tiro avanti e vado a vedere dei sassi lì dietro...
Il giorno dopo, in un momento di relax, chiedo a Fil di riaccompagnarmi al "triangolone". Con più calma e dopo un attenta ricerca nella roccia notiamo abbastanza formazioni per abbozzare una linea di salita stando sullo spigolo di destra del sasso. Esaltati andiamo subito a prendere corde e spazzole e iniziamo l'opera di pulizia… Poco dopo ci raggiunge Mauro Calibani che con il suo occhio visionario nota una potenziale linea centrale che passerebbe in mezzo al tetto usando degli accenni di fessura! "Bah, secondo me lì non si sta attaccati neanche con la colla"! Prendo un po' in giro Mauro mentre finisco di sistemare l'atterraggio con dei rami secchi...
Intanto il sole sta iniziando a calare, il resto del gruppo ci ha raggiunto sotto il blocco e iniziano i tentativi! Poco dopo riesco a salire la linea pulita da me e Filippo che chiamiamo Bette Papassino, con una gradazione all'incirca sul 7C. Un passaggio che non stonerebbe neanche a Fontainebleau! Mentre Mauro e Fil si divertono provando il nuovo blocco, in un attimo di pausa faccio una pila di crash pad sotto il tetto e cerco di percepire un modo per tenere le due fessure. Trovo due piccole increspature che le rendono quasi tenibili. Adesso bisogna solo capire se è possibile connettersi a Bette Papassino, visto che l'uscita è in comune... Inizia l'assalto e poco dopo decifro tutti i movimenti a parte quello di uscita dal tetto. Sta venendo buio e anche con le luci delle frontali non riesco a trovare un metodo. Se ne riparlerà l'indomani.
La mattina del giorno dopo mi sveglio e subito mi accorgo che fa più caldo dei giorni scorsi, il vento è calato e quindi essendo l'ultimo giorno disponibile, la pressione si fa sentire.
Arriviamo al bosco, siamo un bel gruppo, ci sono anche altri ragazzi sardi di Nuoro con le rispettive famiglie, l'ambiente è super amichevole e rilassato.
Io stranamente sono agitato, patisco il caldo e non riesco a mantenere la calma. Immagino già quanto sclererò a provare il progetto. Lo vedo fattibile ma ho bisogno di condizioni decenti. Mi spiacerebbe veramente tornare a casa senza avere salito questo capolavoro.
Mi scaldo su un paio di vie slegato per entrare nella mia personale bolla e poco dopo mi metto al lavoro sul progetto. Dopo una buona sessione trovo finalmente il metodo risolutivo, una contorsione con un piede a livello del petto che ti permette, se trovi la giusta posizione, di uscire dal tetto in modo quasi statico!
Sfrutto l'adrenalina della novità con un tentativo dalla partenza. Magicamente trovo la posizione e mi ritrovo al secondo crux, l'accoppio che ti permette di rientrare in sequenza a Bette Papassino. Perdo la concentrazione e sono di nuovo sui pad. Faccio altri tentativi ma non trovo più il feeling nella posizione del corpo nel tetto e in più inizia a fare veramente caldo, si sente che il sole si sta avvicinando al blocco...
Faccio uno stop di qualche ora affinché il sole inizi a calare e le temperature tornino ad un livello accettabile. Passo un paio d'ore con il resto del gruppo cercando comunque di mantenere un buon livello di concentrazione.
Dopo un po' io e Filippo, che è molto vicino alla salita del 7C, decidiamo che le temperature sono scese abbastanza ed è il momento giusto per riprovare.
Inizio io, riesco a trasformare la pressione in energia e sento che sto per dare il 100%. Parto, i primi due movimenti filano facilmente, alzo il piede in bocca e inizio l’ "inchiavardata". Il bicipite rimane perfettamente chiuso a 90° e il corpo è nella giusta posizione! Sono all'accoppio, mi concentro a stare il più rigido possibile di addominale e dopo due mini rilanci sono alla tacca "salvatrice"! Adesso devo solo fare la restante parte di 7B di Bette Papassino, prendo i miei tempi e non sbaglio!...
E' appena nato Patagarroso, il primo 8B boulder sardo e a mio parere una delle linee più incredibili in tutto il territorio italiano! Ma più che un sasso, una linea o un grado dietro c'è una storia di amicizia e di rispetto reciproco con Filippo, nata in una vecchia palestra milanese e per adesso arrivata fino a questi bellissimi boschi della Gallura!...
Consiglio a tutti una visita a questo settore che personalmente mi ha impressionato per la qualità dei passaggi e della roccia. Potenziale ce n'è ancora, sia a Luogosanto che nella resto della regione, quindi armatevi di spazzole e buon divertimento!
di Gabriele Moroni
A breve uscirà su planetmountain.com anche il report completo sui Boulder di Luogosanto (Sardegna - Gallura)
GABRIELE MORONI SU PATAGARROSO 8B, BOSCO DI LUOGOSANTO
video di Massimo Malpezzi
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