Falesia dei Forni in Alta Valtellina, arrampicare nel Parco Nazionale dello Stelvio
La Valle dei Forni in Valfurva interamente inserita nel Parco Nazionale dello Stelvio, nel periodo estivo è il luogo ideale per semplici passeggiate, escursioni più impegnative, ascensioni e traversate in quota sulle montagne del gruppo dell’Ortles-Cevedale; nel periodo primaverile è una mecca per lo scialpinismo.
"La Guida alla Valtellina ed alle sue acque minerali" a cura del Club Alpino Italiano Sezione Valtellinese – seconda edizione 1884 descriveva già allora in modo splendido la zona: L’escursione che sogliono fare quasi tutti coloro che soggiornano anche per poco a S.Caterina è quella alla Valle del Forno e al suo ghiacciaio. La gita fino alle Baite del Forno può farsi sugli asini o a piedi in circa quattro ore, due nell’andata, e poco più di una e mezzo nel ritorno. Essa è fonte di care soddisfazioni così a quegli che è avido di campi di neve e di vette rilucenti di ghiaccio, come al geologo che vi può ammirare tra masse di scisti a mille colori, l’alternarsi di banchi di calcare saccaroide e di porfidi-dioritici, come al botanico che vi può trovare ricca messe di preziose piante. La Valle del Forno si apre verso oriente; la via, attraversato il piano di S.Caterina, sale per pascoli e boschi i fianchi del monte sulla sponda destra del Frodolfo. < Dopo il cammino, di forse due ore, scrive lo Stoppani nelle "Serate Dello Zio", per un comodo sentiero che serpeggia entro i burroni, sostenuto talvolta da travi e da rozzi ponti di legno sopra i precipizii, la valle sembra chiudersi interamente. Sol vedersi giù in fondo a destra, da una gola angusta spumeggiare il torrente. Ma appena superata appena quella specie di barriera di rupe arrotondate, che accennano all’antica estensione del ghiacciaio, il quale strisciandovi sopra la sua lenta mole, lo rodeva e lisciava come non può meglio il più abile lapidario, eccovi quasi per incanto un ampio vano, un vasto bacino circondato da rupi inaccesse, da frane scoscese, da vette nevose, eccoci in faccia lo smisurato ghiacciaio>. Esso scorre nella sua parte inferiore in fondo alla valle come un ampio fiume, irrompe nel suo mezzo in guglie o sèracs stupendi, e si dispiega in alto a guisa d’immenso ventaglio. Si giunge là dove la vedretta comincia scendendo lungo una ripida parete. La salita fino al sèracs si compie senza difficoltà anche da signore. Una veduta quasi piena di questo, che è tra i più superbi e più compiuti esempi di ghiacciai giganti che siano nelle Alpi, si ha dalle Baite del Forno, le quali trovansi sopra un ripiano del monte, in mezzo a prati ridenti, di fronte alla vedretta meravigliosa.
Il rifugio Ghiacciaio dei Forni (m. 2178), raggiungibile attraverso la strada carrozzabile che sale da Santa Caterina Valfurva per 4,5 km, si trova in località Forni, sopra il parcheggio alla fine della strada. Da qui, per gli amanti della comodità, parte il servizio navetta che, mediante jeep, porta al rifugio Pizzini, lungo la Val Cedec. Dalla parte opposta ci si inoltra invece nella valle che fa da culla all'imponente ghiacciaio dei Forni, il più grande ghiacciaio alpino di tipo Himalayano, con tre imponenti bacini che si uniscono in un'unica lingua glaciale.
Il rifugio (ex Albergo dei Forni) venne eretto nei primi del '900 come approdo per tutti i turisti che venivano ad ammirare lo spettacolo della natura che il ghiacciaio dei Forni offriva, arrivando poco distante il rifugio con la sua colata glaciale. Purtroppo l'arretramento mondiale dei ghiacciai ha colpito pesantemente anche il "Forni", che in 150 anni ha perso circa 2 chilometri del suo fronte.
Fin da metà ‘800 era possibile soggiornare alla "casa dell’oste al Ghiacciaio dei Forni" come si può ammirare in alcune stampe in lingua tedesca; in seguito, nel 1896, grazie ad un ampliamento, la famiglia Bozzi volle proporre una struttura alberghiera in quota dotata di vari confort. "L’albergo" al ghiacciaio dei Forni, oltre all’escursionismo, e all’alpinismo, già in quegli anni offriva ai propri ospiti, un campo da bocce, da tennis, oltre una serie di servizi quali il parrucchiere, servizio religioso e sanitario, posta e telegrafo. Presso il rifugio a testimonianza di tempi passati si possono ammirare, manifesti suggestivi, antiche brochure pubblicitarie, cartoline d’epoca, oltre un interessante plastico di gesso del Gruppo Ortles-Cevedale realizzato nei primi anni del ‘900. Durante gli anni della Prima Guerra Mondiale il rifugio fu come tanti altri rifugi della zona, adibito a caserma e in seguito ristrutturato. Ora è il punto di partenza per escursioni naturalistiche e storico-etnografiche anche per la presenza nelle vicinanze di numerose trincee e camminamenti e sentieri della triste guerra bianca.
Il bosco che sta intorno al rifugio e che si espande fino alla vicina Val Zebrù risulta essere la cembreta più bella d’Europa; il Pino cembro pianta nobile e sempreverde può raggiungere anche i settecento anni di vita e dà ospitalità ai tanti scoiattoli che scorazzano liberi nella natura. I dintorni sono popolati anche da numerose famiglie di marmotte che con i loro fischi di allerta si fanno spesso sentire. Il sottobosco e le radure circostanti sono ricche di continue fioriture e questo rende il luogo bello, armonioso e rilassante.
Le falesie dei Forni risultano molto comode ed apprezzate nelle giornate soleggiate estive. Divise in cinque settori ravvicinati, offrono un’arrampicata molto varia, da vie facili ottime per scuola d’arrampicata anche per bambini, a vie medie su belle prese nette, ed infine vie molto tecniche leggermente strapiombanti su piccole tacchette di resistenza che impegneranno anche i climber più allenati. Il luogo è tranquillo e sereno, immerso totalmente nell’incantevole natura circostante.
Tutte le vie lunghe fino a 10 metri sono esposte a sud, nei settori dei Forni, mentre esposte a nord nella zona di Saletina, sono state ripulite e chiodate a fix 10 mm con moschettoni di calata alle soste, dalla Guida Alpina Eraldo Meraldi, Bruno Antonioli e Elia Andreola a partire dall’autunno del 1999, alla base delle stesse sono state posizionate delle placchette con i nomi e le relative difficoltà. Sulla placca in prossimità del rifugio è stato posizionato un ancoraggio con fix inox per effettuare manovre di autosoccorso ed una sosta per far arrampicare i bambini più piccoli. Il materiale per l’attrezzatura delle vie è stato gentilmente offerto dai gestori del rifugio al Ghiacciaio dei Forni. In conclusione, arrampicare ai Forni è mettersi in contatto diretto con la natura, camminare anche solo qualche passo a piedi scalzi sull’erba ci fa rendere maggiormente conto che l’uomo appartiene alla terra e l’energia che da essa scaturisce fa bene. Il colore del sole pomeridiano che scalda la roccia e la rende cromatica è arte allo stato puro. Ascoltare il rumore lieve del ruscello che scende calmo verso valle ti ipnotizza e ti fa stare in sintonia con te stesso. Un passo indietro, per farne tanti avanti, la natura ci dona tutta se stessa e sta a noi aprirci a questo semplice sano benessere.
SCHEDA: la falesia Forni
Accesso ai Forni: da S.Caterina Valfurva (SO) nota località turistica invernale posta a 1738 m s.l. m., si segue in salita la strada carrozzabile asfaltata per 4,5 km fino alla località I Forni a quota 2178 m.
Accesso alle falesie: In prossimità del "Rifugio al Ghiacciaio di Forni", nel posteggio sottostante in fondo a destra si trovano le due strutture dei Forni. La prima in fondo al posteggio, la seconda sotto la staccionata. Per l’accesso alle falesie di Saletina bisogna accedere al primo posteggio sottostante quando si arriva ai Forni, senza salire al rifugio; da qui si attraversa il ponticello sul torrente Frodolfo e alla sinistra si trova la prima struttura (2 min.) in prossimità di una suggestiva scala in pietre risalente al periodo della prima guerra mondiale. Se si seguono invece degli evidenti ometti a destra si perviene passando un piccolo ruscello alla struttura principale di Saletina (3 min.). Continuando sulla stradina, passato il ponticello, per un centinaio di metri e uscendo a destra si arriva alla struttura di Saletina alta (5 min.).
Periodo consigliato: da giugno ad ottobre.
Punti d’appoggio: Rifugio al Ghiacciaio dei Forni tel 0342 935365. Rifugio Stella Alpina tel 0342 925272.
di Eraldo Meraldi
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