Cerro Autana in Venezuela, nuova via The Yopo Wall
Dal 28 gennaio al 5 febbraio 2012 Leo Houlding, Jason Pickles, Sean Leary, Alastair Lee, Yupi Rangel e Alejandro Lamus hanno aperto The Yopo Wall (400m, E6 6b, A1) una nuova via su Cerro Autana in Venezuela.
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Cerro Autana in Venezuela, e la via The Yopo Wall (400m, E6 6b, A1, 28/01 - 05/02/2012 Leo Houlding, Jason Pickles, Stanley Leary, Alastair Lee, Yupi Rangel, Alejandro Lamus).
Alastair Lee
Alla fine di gennaio e l'inizio di febbraio un forte team internazionale composto da Leo Houlding, Jason Pickles, Stanley Leary, Alastair Lee, Yupi Rangel e Alejandro Lamus ha aperto una nuova via "trad" altra 400m e con difficoltà stimate a E6 6b, A1 sulla parete est dello spettacolare Cerro Autana in Venezuela.
La logistica si è rivelata estremamente complicata sin dall'inizio poiché questo monolito d'arenaria alto 1400m non è soltanto estremamente remoto e difficile da raggiungere, ma anche sacro secondo la tribù indiana Piaroa che lo venera come il tronco dell'albero della vita da cui provengono i frutti di tutta la vita. Dopo aver partecipato ad una memorabile cerimonia Yopo ed aver ricevuto la benedizione dello Sciamano, il team aiutato da portatori, ha percorso quattro giorni nella giungla per raggiungere il loro campo base. Da qui un avvicinamento complesso - per molti versi uno dei momenti più pericolosi dell'avventura – li ha portati attraverso la giungla verticale, giardini sospesi e cascate d'acqua fino all'attacco della parete vera.
Un'intera giornata è trascorsa salendo due terzi del primo tiro, e inizialmente il team ha dovuto fare molto “giardinaggio” per raggiungere la roccia più pulita e di ottima qualità. Alcuni fantastici tiri lunghi hanno portato alla magnifica grotta Cuevo Autana. Il regista Alastair Lee ha spiegato: "Le Grotte Autana sono tra le grotte più alte al mondo. Se non fosse per la loro posizione estremamente inaccessibile, sarebbero sicuramente una delle meraviglie del mondo. Situato a metà della parete est della montagna, il sistema di grotte offre una posizione unica per bivaccare. Questa grotta uguale in dimensioni e con la medesima grandiosità di una cattedrale si è rivelata il migliore campo in parete, con acqua fresca, legna da ardere, un'enorme piattaforme pianeggiante ed una vista davvero celeste su una selvaggia giungla che si estende ininterrotta a perdita d'occhio."
La via è diventata più ripida sopra la grotta e dopo una serie di diedri, camini e placche è stato raggiunto un tetto orizzontale di sei metri, salito poi in artificiale (A1) per arrivare alla fine della parete. Dopo un altro paio di centinaia di metri di giungla verticale l'intero team ha raggiunto la vetta, poi si è calato lungo la via in salita, lasciando in parete soltanto l'attrezzatura "trad" usata per le soste. Da notare che la spedizione non ha piantato nessun spit sulla via.
Cerro Autana è stato salito per la prima volta nel 2002 da John Arran, Anne Arran, Timmy O'Neill e José Pereyra che avevano aperto No Way, José, uno enorme via di 700m, tutta in libera gradata E7 6c sulla parete sud ovest. Come il caso lo volesse, all'epoca Leo Houlding era un membro originale di questo team ma a causa di un infortunio sul Cerro Torre in Patagonia era stato costretto a ritirarsi dalla spedizione. Adesso, dieci anni più tardi e dopo aver aperto The Yopo Wall, Leo Houlding ha commentato: "È stato davvero un viaggio in un mondo perduto. Tante incognite e pericoli, esperienze che si vivono soltanto una volta nella vita e tanti momenti indimenticabili. Indiana Jones sarebbe stato orgoglioso."
La spedizione ringrazia Berghaus.
La logistica si è rivelata estremamente complicata sin dall'inizio poiché questo monolito d'arenaria alto 1400m non è soltanto estremamente remoto e difficile da raggiungere, ma anche sacro secondo la tribù indiana Piaroa che lo venera come il tronco dell'albero della vita da cui provengono i frutti di tutta la vita. Dopo aver partecipato ad una memorabile cerimonia Yopo ed aver ricevuto la benedizione dello Sciamano, il team aiutato da portatori, ha percorso quattro giorni nella giungla per raggiungere il loro campo base. Da qui un avvicinamento complesso - per molti versi uno dei momenti più pericolosi dell'avventura – li ha portati attraverso la giungla verticale, giardini sospesi e cascate d'acqua fino all'attacco della parete vera.
Un'intera giornata è trascorsa salendo due terzi del primo tiro, e inizialmente il team ha dovuto fare molto “giardinaggio” per raggiungere la roccia più pulita e di ottima qualità. Alcuni fantastici tiri lunghi hanno portato alla magnifica grotta Cuevo Autana. Il regista Alastair Lee ha spiegato: "Le Grotte Autana sono tra le grotte più alte al mondo. Se non fosse per la loro posizione estremamente inaccessibile, sarebbero sicuramente una delle meraviglie del mondo. Situato a metà della parete est della montagna, il sistema di grotte offre una posizione unica per bivaccare. Questa grotta uguale in dimensioni e con la medesima grandiosità di una cattedrale si è rivelata il migliore campo in parete, con acqua fresca, legna da ardere, un'enorme piattaforme pianeggiante ed una vista davvero celeste su una selvaggia giungla che si estende ininterrotta a perdita d'occhio."
La via è diventata più ripida sopra la grotta e dopo una serie di diedri, camini e placche è stato raggiunto un tetto orizzontale di sei metri, salito poi in artificiale (A1) per arrivare alla fine della parete. Dopo un altro paio di centinaia di metri di giungla verticale l'intero team ha raggiunto la vetta, poi si è calato lungo la via in salita, lasciando in parete soltanto l'attrezzatura "trad" usata per le soste. Da notare che la spedizione non ha piantato nessun spit sulla via.
Cerro Autana è stato salito per la prima volta nel 2002 da John Arran, Anne Arran, Timmy O'Neill e José Pereyra che avevano aperto No Way, José, uno enorme via di 700m, tutta in libera gradata E7 6c sulla parete sud ovest. Come il caso lo volesse, all'epoca Leo Houlding era un membro originale di questo team ma a causa di un infortunio sul Cerro Torre in Patagonia era stato costretto a ritirarsi dalla spedizione. Adesso, dieci anni più tardi e dopo aver aperto The Yopo Wall, Leo Houlding ha commentato: "È stato davvero un viaggio in un mondo perduto. Tante incognite e pericoli, esperienze che si vivono soltanto una volta nella vita e tanti momenti indimenticabili. Indiana Jones sarebbe stato orgoglioso."
La spedizione ringrazia Berghaus.
Note:
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