Caterina Bassi ripete Turkey crack, la difficile fessura di arrampicata trad a Cadarese
Segnaliamo la recente salita, da parte della climber di Sondrio Caterina Bassi, della via Turkey crack, la fisica fessura offwidth che solca un tetto a Cadarese in Val d’Ossola in Piemonte. Liberata dal climber belga Sean Villanueva nel 2010 e gradata attorno all'8a, la via conta poche salite femminili - citiamo intanto Caroline Ciavaldini nel 2016 e Barbara Zangerl nel 2017 - e in ogni caso viene ripetuta di rado. Siccome non ci sono tantissime donne in Italia che praticano l’arrampicata trad a questi livelli, questa ripetizione - effettuata ovviamente piazzando tutte le protezioni durante la salita - ci è parsa davvero ragguardevole. Soprattutto perché, come dice la stessa Caterina, questa fessura ha per lei sempre rappresentato l’emblema dell’impossibilità.
Turkey Crack a Cadarese di Caterina Bassi
La mia prima esperienza nella falesia di Cadarese, mecca europea per la scalata in fessura, risale al 2014. Complici le mie nulle capacità di scalata in fessura ricordo che la prima impressione fu terribile: l’arrampicata mi restituì solo bruttissime sensazioni di precarietà ed ebbi moltissime difficoltà nell’interpretare e prevedere le difficoltà dei passaggi.
Nonostante ciò, quel diverso stile di arrampicata e soprattutto l’incredibile bellezza ed essenzialità delle linee mi attraevano. Nel corso degli anni sono quindi tornata saltuariamente a Cadarese: accanto alla diffidenza verso questo stile di arrampicata che avvertivo (e che spesso continuo ad avvertire) come ostile, hanno iniziato a farsi strada il piacere di scoprire un nuovo modo di scalare e la soddisfazione di trovare in me le capacità di superare difficoltà che all’inizio mi sembravano impossibili.
Turkey Crack costituiva per me l’emblema dell’Impossibilità. Un anno e mezzo fa avevo assicurato Martino Quintavalla, il mio ragazzo, su questo tetto solcato da una fessura perfetta. Per me, che sono sempre stata maggiormente portata per un’arrampicata tecnica, la sola idea di appendermi a testa in giù con le gambe incastrate nella profonda fessura era semplicemente ripugnante e quindi, in quell’occasione, non provai nemmeno a salire.
Nell’ultimo anno e mezzo, però, ho cercato quanto più possibile di colmare le lacune che ho sempre avuto nell’arrampicata più fisica e, dopo aver salito lo scorso autunno la Fessura Impossibile, un tiro offwidth di 7b+ in Val Masino, mi sono sentita più pronta per provare Turkey Crack.
Data la dimensione delle mie mani, per me era impossibile salirla ad incastro di pugno e ho dunque dovuto fare ricorso alla tecnica Wide Pony, la quale consiste nel procedere con due mani accoppiate e le gambe posizionate a destra e a sinistra rispetto alle mani. Ho dedicato i primi tentativi a prendere confidenza con questa tecnica e con il semplice fatto di dover stare a testa in giù con le gambe incastrate. In quei primi tentativi era per me un’enorme soddisfazione riuscire a percorrere 50 cm senza appendermi! Dopo tre giornate di tentativi sono riuscita finalmente a venire a capo di Turkey Crack e sono arrivata alla conclusione che è probabilmente più facile per una ragazza, dal momento che i piedi piccoli sono un bel vantaggio quando le gambe devono scorrere nella fessura!
Anche se l’arrampicata in fessura continua spesso ad apparirmi come un rebus complicatissimo, la salita di Turkey Crack è stata una personalissima e momentanea vittoria contro alcune paure: la paura di stare a testa in giù, la paura che qualche arto possa rimanere irrimediabilmente intrappolato, la paura della scalata fisica che concede pochi riposi e che richiede decisioni veloci, la paura di affrontare situazioni fuori dalla mia zona di comfort.
di Caterina Bassi