Buon compleanno Isili…
Isili, la falesia d’arrampicata più famosa della Sardegna compie 20 anni. Per l’occasione Maurizio Oviglia, suo scopritore, insieme a Giampaolo Mocci ne hanno richiodato e sistemato tre settori: Cubo magico, Muro blu e Pentagramma.
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Cubo magico a Isili, Sardegna
arch. Maurizio Oviglia
Isili, la falesia forse più famosa e conosciuta della Sardegna, compie 20 anni. Niente di particolare, nessuna festa! Ma è stata comunque l'occasione, per chi l'ha scoperta, vista nascere ed accudita per un ventennio, per festeggiare la ricorrenza in modo costruttivo. E come se non con un bel "restyling"? Questa parola un po' strana, che da un po' di tempo è entrata nel nostro gergo di scalatori, suona a volte un po' antipatica. Perchè, dice qualcuno, invece di risistemare falesie, non si pensa a chiodarne di nuove? Ed in Sardegna, poi, dove le possibilità sono ancora quasi illimitate... sarebbe forse più produttivo, oltre che piacevole.
Eppure, è un dato di fatto, anche le falesie sarde invecchiano, anche quelle come Isili, che hanno "solo 20 anni", e che hanno fin da subito conosciuto i resinati... Ma non sono solo i chiodi ad arrugginire: spesso le soste non sono più affidabili, talvolta crescono i rovi alla base e la vegetazione si rimpadronisce delle prese... Insomma non basta chiodare, occorre anche fare manutenzione e con amarezza si scopre, se mai qualcuno non lo sapesse ancora, che se non ci pensa il chiodatore non lo fa nessun altro. Quando si rivendica il diritto a richiodare a propria misura... allora le vie son di tutti... ma quando c'è da risistemare, togliere erbacce e riaprire sentieri... allora è il chiodatore che ci deve pensare!
Questi pensieri non mi sfioravano minimamente quando, nel gennaio 1988, vidi per la prima volta la "Pietra Filosofale" e pensai di andare a vedere se fosse per caso arrampicabile. Tornammo in settimana con Enzo Lecis e, ricordo ancora, piantammo due chiodi normali in cima alla falesia. Con la corda dall'alto provai quella che sarebbe in seguito diventata "Pinna bianca". La roccia teneva ed era chiodabile, eravamo venuti solo per capire questo, così qualche giorno dopo tornai e chiodai "Passion play", la prima via di Isili (oggi ce ne sono quasi 300).
Quella primavera, di 20 anni fa, fu una bella stagione. Eravamo un bel gruppetto, ed ognuno chiodava la propria via. Allora non eravamo in molti ad arrampicare in Sardegna, ma eravamo quasi tutti lì: Gianluca Piras, Enzo Lecis, Corrado Pibiri, Mattia Vacca, Simone Carcangiu, Corrado Conca e naturalmente Cecilia Marchi... Negli anni successivi ci rendemmo conto che Isili non era solo quell'incredibile muro, così perfetto quant'anche un po' breve, ma era un'intera valle piena di pareti. Così, con i primi arrampicatori di Isili, Carlo Abis e Antonio Marino, iniziammo a chiodare i settori vicini... che battezzammo "Corvi". Ma nel 1989 la Pietra Filosfale mi giocò un brutto scherzo: per una disattenzione caddi al suolo dalla cima della falesia (14 metri) e rimasi in fin di vita. Se oggi sono vivo lo devo innanzi tutto a mia moglie, che mi prestò le prime cure e che mi trasportò, con i compagni di quel giorno, sino al più vicino ospedale.
Nel '92 fui ancora il primo a mettere mano al settore di Urania, che diverrà famoso in tutta Europa per le sue vie strapiombanti e difficili. A Enzo la paternità di quel nome così indovinato, ispirato dai buchi quasi "lunari" del calcare... mentre ai visitors il prestigio di quasi tutte le prime libere della falesia. Prima il veneto Ferruccio Svaluto Moreolo, artefice dei primi 8a, poi Scassa, Core, sino all'austriaco Arthur Kubista, autore dei primi 8b+. Fino ad arrivare addirittura all'inglese Steve Mc Clure (primo 8c) e, di recente, anche il fenomeno Adam Ondra. Un po' tutti hanno messo le mani in quei buchi! Insomma una falesia veramente internazionale, che non ha mancato di essere da stimolo per i sardi, come per esempio il giovanissimo Matteo Marini, che di recente è riuscito a ripetere i due 8b+ e l'8c della falesia.
A Isili oramai ci sono scalatori ogni giorno della settimana. Sotto ad Urania c'è sempre qualche tenda di stranieri e la domenica c'è spesso il pienone, con qualsiasi tempo. E non è poco, pensando che siamo in Sardegna e non ad Arco, ben lontano quindi dalla Germania! Quanto all'Amministrazione Locale, non si è mai interessata molto alle nostre manovre, fatto salvo 2 anni fa, quando ha finanziato la chiodatura di un piccolo settore. In compenso ha voluto mantenere la zona libera da vincoli e aperta al campeggio libero... Lodevole, ma quanto durerà? Basta farsi un giro per la splendida valle di Isili, che proprio in primavera esplode di colori e di profumi, per non farsi troppe illusioni!
Dunque quasi 300 vie autofinanziate che compiono 20 anni... A chi spetterà l'onere di richiodarle? Per ora ecco tre settori "rivisti" completamente dal sottoscritto e Giampaolo Mocci, con l'aiuto (per quanto riguarda i fittoni) del negozio Georock di Cagliari: il Cubo Magico, il Pentagramma ed il Muro Blu. Si richioda ed intanto si aggiungono le vie negli spazi bianchi, razionalizzando lo spazio... Non è una cosa difficile, ma intanto se ne sono andati due mesi di lavoro... mentre tutti hanno continuato a scalare e a provare i loro progetti, senza quasi accorgersi di nulla. Già, penso, forse abbiamo dimenticato di mettere i cartelli "stiamo lavorando per voi"!
Maurizio Oviglia
Eppure, è un dato di fatto, anche le falesie sarde invecchiano, anche quelle come Isili, che hanno "solo 20 anni", e che hanno fin da subito conosciuto i resinati... Ma non sono solo i chiodi ad arrugginire: spesso le soste non sono più affidabili, talvolta crescono i rovi alla base e la vegetazione si rimpadronisce delle prese... Insomma non basta chiodare, occorre anche fare manutenzione e con amarezza si scopre, se mai qualcuno non lo sapesse ancora, che se non ci pensa il chiodatore non lo fa nessun altro. Quando si rivendica il diritto a richiodare a propria misura... allora le vie son di tutti... ma quando c'è da risistemare, togliere erbacce e riaprire sentieri... allora è il chiodatore che ci deve pensare!
Questi pensieri non mi sfioravano minimamente quando, nel gennaio 1988, vidi per la prima volta la "Pietra Filosofale" e pensai di andare a vedere se fosse per caso arrampicabile. Tornammo in settimana con Enzo Lecis e, ricordo ancora, piantammo due chiodi normali in cima alla falesia. Con la corda dall'alto provai quella che sarebbe in seguito diventata "Pinna bianca". La roccia teneva ed era chiodabile, eravamo venuti solo per capire questo, così qualche giorno dopo tornai e chiodai "Passion play", la prima via di Isili (oggi ce ne sono quasi 300).
Quella primavera, di 20 anni fa, fu una bella stagione. Eravamo un bel gruppetto, ed ognuno chiodava la propria via. Allora non eravamo in molti ad arrampicare in Sardegna, ma eravamo quasi tutti lì: Gianluca Piras, Enzo Lecis, Corrado Pibiri, Mattia Vacca, Simone Carcangiu, Corrado Conca e naturalmente Cecilia Marchi... Negli anni successivi ci rendemmo conto che Isili non era solo quell'incredibile muro, così perfetto quant'anche un po' breve, ma era un'intera valle piena di pareti. Così, con i primi arrampicatori di Isili, Carlo Abis e Antonio Marino, iniziammo a chiodare i settori vicini... che battezzammo "Corvi". Ma nel 1989 la Pietra Filosfale mi giocò un brutto scherzo: per una disattenzione caddi al suolo dalla cima della falesia (14 metri) e rimasi in fin di vita. Se oggi sono vivo lo devo innanzi tutto a mia moglie, che mi prestò le prime cure e che mi trasportò, con i compagni di quel giorno, sino al più vicino ospedale.
Nel '92 fui ancora il primo a mettere mano al settore di Urania, che diverrà famoso in tutta Europa per le sue vie strapiombanti e difficili. A Enzo la paternità di quel nome così indovinato, ispirato dai buchi quasi "lunari" del calcare... mentre ai visitors il prestigio di quasi tutte le prime libere della falesia. Prima il veneto Ferruccio Svaluto Moreolo, artefice dei primi 8a, poi Scassa, Core, sino all'austriaco Arthur Kubista, autore dei primi 8b+. Fino ad arrivare addirittura all'inglese Steve Mc Clure (primo 8c) e, di recente, anche il fenomeno Adam Ondra. Un po' tutti hanno messo le mani in quei buchi! Insomma una falesia veramente internazionale, che non ha mancato di essere da stimolo per i sardi, come per esempio il giovanissimo Matteo Marini, che di recente è riuscito a ripetere i due 8b+ e l'8c della falesia.
A Isili oramai ci sono scalatori ogni giorno della settimana. Sotto ad Urania c'è sempre qualche tenda di stranieri e la domenica c'è spesso il pienone, con qualsiasi tempo. E non è poco, pensando che siamo in Sardegna e non ad Arco, ben lontano quindi dalla Germania! Quanto all'Amministrazione Locale, non si è mai interessata molto alle nostre manovre, fatto salvo 2 anni fa, quando ha finanziato la chiodatura di un piccolo settore. In compenso ha voluto mantenere la zona libera da vincoli e aperta al campeggio libero... Lodevole, ma quanto durerà? Basta farsi un giro per la splendida valle di Isili, che proprio in primavera esplode di colori e di profumi, per non farsi troppe illusioni!
Dunque quasi 300 vie autofinanziate che compiono 20 anni... A chi spetterà l'onere di richiodarle? Per ora ecco tre settori "rivisti" completamente dal sottoscritto e Giampaolo Mocci, con l'aiuto (per quanto riguarda i fittoni) del negozio Georock di Cagliari: il Cubo Magico, il Pentagramma ed il Muro Blu. Si richioda ed intanto si aggiungono le vie negli spazi bianchi, razionalizzando lo spazio... Non è una cosa difficile, ma intanto se ne sono andati due mesi di lavoro... mentre tutti hanno continuato a scalare e a provare i loro progetti, senza quasi accorgersi di nulla. Già, penso, forse abbiamo dimenticato di mettere i cartelli "stiamo lavorando per voi"!
Maurizio Oviglia
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