Basilicata: alla ricerca dell'arrampicata che non c'è. Di Marzio Nardi
dal film Basilicata coast to coast
Utopia e passione vanno spesso a braccetto e questo XP non poteva che essere l’occasione per condurle all’altare affrontando il rischio di un matrimonio per procura. Ed è così che, con il mio bastone pastorale trasformato in trapano, ho caricato gli apostoli su due Doblò Fiat dicendogli che il regno dei cieli si sarebbe trovato esattamente 1013 km più a sud.
Se l’euforia di una settimana di vacanza poteva addolcire un viaggio così lungo, non sarebbe stata sufficiente a giustificare un tale sbattimento e i miei apostoli, presto trasformatisi in conquistadores, non vedevano l’ora di mettere mano sull’oro del sud. Peccato che l’oro, anche io non sapevo bene dove fosse, ma ero comunque certo che da qualche parte l’avremmo trovato. Forse….
Basilicata stray rocks inizia cosi, camminando su un filo che da un lato si attacca ai miei ricordi e dall’altro all’azzardo. In mezzo 9 ragazzi mossi da una passione e disposti a correre. La corsa è comunque fatica e scoramento. La corsa è gusto di sangue in bocca e male alla milza, insomma correre fa schifo se non lo fai con regolarità e se non metti il tuo corpo nelle condizioni di poterla sopportare. Ma ecco che poi la corsa diventa necessità.
Della corsa ne hai bisogno e non importa se fa freddo buio o piove. Con quella fatica ti metti in simbiosi e quello che era gas di scarico si trasforma in ossigeno. Allo stesso modo, e con la medesima inspiegabile magia, ciò che era fatica si trasformò in sorriso e la Basilicata smise di essere utopia per trasformarsi in un film. Uno di quei film americani. Quelli che parlano della squadra di football o di baseball dove i giocatori odiano il loro allenatore che è un grande stronzo e che gli fa fare le cose assurde solo perché lui non ne è più capace. E che vuole vincere il campionato perché la fidanzata l’ha lasciato e non sa con chi incazzarsi... Ma che poi vincono il campionato e si abbracciano al tramonto con lo stadio che canta l’inno americano.
Proprio come in quei film, ad un certo punto il contorno sfuocato delle cose ha cominciato a prendere forma seguendo una sua logica. Quella per cui se hai voglia di una cosa, fai in modo di ottenerla. Soprattutto quando è così semplice come arrampicare (e non parlo di gradi). Ed è così che, con fittoni che disegnano le linee, i rinvii in posto, le prese spazzolate e ben segnate, la fantasia si disegna sulla roccia e i movimenti si inseguono come le parole di un discorso che ti spiega quante volte ancora saresti disposto a rischiare il fallimento, se la posta in gioco e quello che stringi sotto le tue mani e quello che vedi attorno a te. Ed in fine:… We believe in Basilicata.
Anche quest’anno devo ringraziare la mia ciurma per non avermi dato in pasto ai pesci.
Un ringraziamento particolare va ad Adriano Trombetta per saper dare una logica alle mie idee, a Federico Ravassard per saper racchiudere in un immagine quello che le parole non sanno dire e Lorenzo Bona per la sua pazienza e quello che saprà raccontarci nel video che seguirà a questo scritto.
Altri ringraziamenti:
Alessandro Gogna per la lungimiranza,
Michele e Antonio dell’agriturismo Il Molino della Contessa per l’ospitalità,
Lorenzo Palazzo dell’amministrazione di Castelmezzano per l’entusiasmo
Ah, anche se non lo leggerà, voglio ringraziare Rocco Papaleo per il suo incipit nel film "Basilicata coast to coast"
We are part of this...
Marzio Nardi
RELAZIONI
Falesia di Castelmezzano: arrivando dalla Basentana, 1 km prima dell’abitato, superare la galleria e parcheggiare nell’unico spiazzo che trovate sulla destra. Salire il ripido sentiero sulla destra e raggiungere quindi la via ferrata. Proseguendo sulla via ferrata in direzione Pietrapertosa (a destra) dopo 10 minuti vi trovate sul prato posto alla base della Falesia.
Boulder a Castelmezzano: Diverse strutture nella zona della Scala Normanna si prestano ad aprire dei passaggi. Alla fine del paese, proprio di fronte all’ultima casa trovate una sitstart di 7B. Poco più avanti sulla destra proseguendo sulle scale (vedi foto gallery) tre passaggi dal 7A al 7C. In fine ai piedi della scala Normanna sull’evidente muro di 7/8 metri: "Chiavalaschiavachescavalascala " Passaggio tra l’highball e la solitaria in odore di 7B.
Pietrapertosa. Dall’abitato di Pietrapertosa proseguire andare al decollo del "volo dell’angelo" proseguendo sull’unico sentiero, dopo 3 minuti vi trovate sulla destra l’evidente pilastro di 50 metri. La via "forza operaia" percorre l’intero pilastro nel centro, 8a+.
Roccia. La roccia delle dolomiti lucane è tutta arenaria. Indubbiamente è una roccia molto tenera e spesso friabile. Nelle zone compatte regala delle forme che sono dei gioielli unici di estetica, che è uno dei motivi che ci ha portati fin laggiù. Nati non fummo per viver come bruti…
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