Aspettare è dimostrare responsabilità
In questi primi giorni della tanto attesa Fase 2 sono numerose le amministrazioni pubbliche che hanno emesso ordinanze locali per limitare l’attività sportiva, preoccupati di incontrollabili assembramenti. Immediatamente si è alzato il coro delle proteste sui social, non certo la miglior reazione in questo particolare momento, dove invece servirebbero consapevolezza e responsabilità per adattarci a vivere con la presenza del covid.
Sono convito che come al solito i social amplifichino le voci sopra le righe e ci sia invece una larga maggioranza che ha capito la posta in gioco e, dopo avere compreso la necessità del lock-down, sia ora disponibile a cercare una strada per riprendere vita e sport all'aria aperta con i comportamenti responsabili che questa nuova fase richiede. Anche il Trentino, fino ad ieri, aveva limitato gli spostamenti escludendo l’uso dei mezzi pubblici e privati: da oggi non più. Subito il tam tam si è scatenato in rete annunciando il “liberi tutti”.
Bene, ora è arrivato il momento di dimostrare nel concreto la responsabilità e consapevolezza che in tanti, protestando sui social, asseriscono essere una virtù primaria di chi va in montagna.
Assembramenti ed assalti alle falesie oltre a mettere a rischio la vostra salute e di chi vi sta vicino mettono a rischio anche la libertà di uscire che ci siamo conquistati, contro il virus, in questi di mesi di lockdown. Le possibili chiusure per ripartenza del contagio sono già state annunciate.
Non sottovalutate il rischio contagio nella pratica dell’arrampicata: tocchiamo attrezzature, roccia, che altri, o forse noi stessi, possiamo avere contaminato con il virus, spesso le manovre di corda richiedono vicinanza fisica. Adottate tutte le precauzioni possibili per contenere il rischio di trasmissione: una mascherina chirurgica o sportiva è sopportabile anche in arrampicata, disinfettate con gel continuamente le mani. E soprattutto non dimenticate mai il distanziamento, se in falesia è già presente troppa gente cambiate programma, restate ad almeno 2/3 metri dagli altri e scegliete una via ad almeno 4/5 m da quelle già occupate.
Ma oltre al rischio sanitario gli assembramenti potrebbero compromettere il delicato equilibrio su cui spesso si fonda il rapporto tra climbers e popolazioni locali, ancor più in gioco in una fase di stress come quella attuale. Problemi che potrebbero investire anche località dove l’arrampicata è da anni benvenuta e parte della vita della comunità, come nel GardaTrentino o Valdaone.
Evitiamo quanto successo in alcune aree della Germania, dove l'invasione degli ultimi week end ha irritato e spaventato a tal punto la popolazione locale da obbligare a regole restrittive, se non alla minaccia di chiusura totale.
Evitiamo nel modo più assoluto il campeggio libero e i bivacchi, non utilizziamo campagne e boschi come toilette, riportiamo a casa tutti i rifiuti. Fino a che non saranno aperte le strutture ricettive limitiamoci alle uscite in giornata e rimaniamo in falesia lo stretto necessario per qualche via.
Ma forse la scelta più responsabile sarebbe proprio quella di non andare in falesia o nelle aree boulder questo week end. In tanti vorranno ritornare alla roccia, quelli che lo eviteranno avranno contribuito in modo intelligente, concreto ed appunto responsabile a diminuire la pressione in questo delicato primo appuntamento della Fase 2.
Angelo Seneci
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