Arrampicata in Wenden: Coelophysis

Matteo Della Bordella, con la salita in libera del quarto tiro, ha concluso la libera di tutti i tiri (non in successione) della via Coelophysis, con 21 lunghezze e oltre 650 metri di sviluppo probabilmente la via più lunga del Wenden, visto che raggiunge il punto più alto del Mahren.
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Adriano Selva alla partenza del sesto tiro
arch. F. Palma
Il settore dove si trova Coelophysis è situato circa duecento metri a sx del pilastro Letzer Mohikaner, ed è impossibile mancarlo. Parte infatti con un grande anfiteatro centrato su un gigantesco strapiombo giallo, supervisibile dalla strada sottostante, e praticamente perpendicolare al campeggio di Gadmen. La nostra via parte a destra dello strapiombo.

Io e Matteo siamo stati impegnati nella libera tre giorni di questo 2008, mentre avevamo concluso la via nel 2007 (13 tiri aperti) e iniziato con Adriano Selva nel 2006. Adriano non ha potuto venire con noi negli ultimi due anni ma ha il merito di avere aperto due tiri stupendi, il terzo e il sesto. Complessivamente, siamo stati in parete 18 giorni, con tre bivacchi in parete e due alla base.

Nei 21 tiri, infatti, ci sono due possibilità di bivacco. Alla fine dell'ottavo tiro ( discreto ma ben riparato), e alla base del 14esimo tiro ( questo davvero bello e in ambiente superbo). Questo permette di affrontare questo grandioso viaggio con un po' di respiro, visto che riteniamo veramente difficile ripetere la via in giornata (ovviamente, è sempre questione di livello…).

A causa dello scioglimento dei nevai a 3000 metri, la via è una delle ultime ad essere percorribile in Wenden, e va quindi programmata per un periodo che va da fine Luglio ad Ottobre anche inoltrato. Addirittura anche in Inverno, con le condizioni che trovammo due Natali fa, quando la neve terminava a 1600 metri lasciando intatta tutta la fortezza del Wenden.

Tecnicamente è molto varia, con tiri in forte strapiombo e altri in placca molto tecnici, e non mancano neppure diverse fessure. Praticamente indispensabile una serie di Friend a partire da 0,5 e fino a 3.

Nel settore ci sono anche La Svizzera, di Larcher e Vigiani (che invitammo tre anni fa ad aprire in questo Paradiso strapiombante), e altre vie di Pitelka fino al 7c+. Non è mai stato pubblicato nulla se non Gimini, riportata da Matteo che la ripetè due anni fa, e Cyclopenauge. C'è anche una via di sei tiri fino soltanto al 7a+, che abbiamo ripetuto per curiosità un mese fa e della quale non sapevamo nulla. Molto bella anche questa.

L'avventura è stata spesso impagabile e con decine di momenti da ricordare, potremmo scrivere davvero un libro, su questa apertura estenuante che sembrava non dovesse mai finire. Non avrei mai immaginato quanto potesse essere faticoso e impegnativo aprire una via al limite di questa lunghezza. Per la prima volta ho davvero pensato di essere un po' vecchio per queste cose…

Coelophysis, il perché di un nome
Volevo il nome di un predatore molto evoluto, ma comunque ben lontano dalla perfezione evolutiva. Che significasse, quindi, una grande nostra impresa, ma niente rispetto a quello che l'evoluzione è in grado di suggerire e portare (e basta vedere Ondra su Wogu o Dean Potter in Yosemite per comprendere...). Così chiesi a mio figlio Yuri, appassionatissimo di Scienza, un nome, ed ecco comparire Coelophysis. Astuto, veloce, perfetto per la sua epoca. Un modello... ma lungo un paio di metri o poco più, quindi ben lontano dai fenomenali predatori che lo avrebbero sostituito nella scala evolutiva.

Cosa vuol dire cimentarsi in Wenden per tre anni, oggi? Dare il meglio di noi stessi, sapendo che comunque un giorno qualcuno aprirà una via simile a 6000 metri (probabilmente passando inosservato in caso di non tragedia...), o con avvicinamenti ancora superiori, o con difficoltà di decimo grado al ventesimo tiro e non al quarto, e così via. C'è un enorme spazio ancora da esplorare.

Infine volevo dire che per un fuoriclasse l'anfiteatro dove parte Coelophysis, ricco di altre 4 vie estreme, rappresenta, con lo splendido bivacco alla base, l'opportunità di una grande avventura. Se avessimo le capacità, io e Matteo cercheremmo di concatenare più vie in una settimana, e sarebbe davvero straordinario.
scarica lo schizzo della via in pdf

Avvicinamento: Dal parcheggio prendere l'evidente sentiero che sale appena appena parallelamente alle pareti fino a quando non ci si trova sotto il pilastro di Letzer Mohikaner. La gioia di una pendenza infinitesima è smorzata dal fastidiosissimo prato molto ripido che sale, perpendicolare al pilastro di Letzer Mohikaner, fino ad un bivacco di emergenza (da noi soprannominato bivacco Alrcher visto che Rolando e Roberto dovettero fermarsi qui per evitare un nubifragio). Fino a qui arrivano pure le mucche!
Dieci metri dopo il bivacco, sulla sx, si supera il salto di rocce e poi facilmente si raggiunge in mezz'ora l'anfiteatro, con i soliti passi di secondo grado finali. Alternativamente si può raggiungere il settore dalla Pfaffenhut, muovendosi in parallelo alle pareti circa centro metri sotto di esse. 15 minuti in più.

Un ringraziamento va a Raumer di Schio, Tendon, Eider, Metolius e SportSpecialist

Fabio Palma




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