Angelika Rainer e Apache a Cornalba: 30 anni di via e di vita

Il report di Angelika Rainer che nella falesia di Cornalba ha ripetuto Apache, la storica via chiodata esattamente 30 anni fa da Bruno Tassi Camos e liberata da lui stesso nel 1987.
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Angelika Rainer sale la via 'Apache' a Cornalba
Marco Servalli

Inutile dire che Cornalba è una falesia storica, con molte vie storiche; Apache è una di queste. Chiodata nel 1986, il mio anno di nascita, è stata liberata dal suo chiodatore Bruno Tassi, il Camos nel 1987. Provare una via che ha la mia stessa età ha un fascino speciale per me, considerando che quest’anno abbiamo compiuto entrambi 30 anni.

Ho provato questo tiro per la prima volta a febbraio del 2010, appena scesa da Outsider, la via accanto, gradata 8a+. Ovviamente motivata dalla mia realizzazione di quel giorno, sono arrivata molto alta nel mio tentativo flash, ma quando i movimenti complessi non volevano uscire ho presto mollato, troppo contenta di aver appena chiuso il mio progetto. E così ho messo da parte Apache per anni, un po’ perché avevo altri progetti di arrampicata sportiva ma anche perché era in concorrenza con le mie attività invernali di arrampicata su ghiaccio e le gare.

Bisogna sicuramente spiegare, che la parete principale di Cornalba guarda a sud e le vie difficili solitamente vengono ripetute nelle limpide giornate invernali, come i locals continuavano simpaticamente a ripetermi da anni. E così per anni sono passata a Cornalba soltanto per fare qualche scalata tranquilla con gli amici e con mio compagno Marco Servalli, grazie al quale le falesie di Bergamo sono diventate “di casa”.

Quest’anno in primavera sono tornata per una delle prime scalate su roccia dell’anno, per godermi il sole sulla pelle, dopo aver messo le piccozze in cantina. Da subito mi sono detta che questa via la dovevo proprio provare, non potevo pensare di aver fatto Outsider e non aver fatto la mitica Apache; e così ho incominciato a provare i movimenti, a cercare di risolvere il boulder iniziale, ma soprattutto a trovare una soluzione per la parte alta che mi sembrava molto difficile e complessa.

Non è stato d’aiuto il “run-out” finale, che mi ha fatto sudare parecchio. Una volta capito tutti i singoli e, cosa che a Cornalba non è da poco, memorizzato dove mettere precisamente i piedi, ero motivata di provare la via, ma c’era un problema: il caldo. Sotto il sole primaverile che si faceva sempre più caldo era semplicemente impensabile provare di tenere queste minuscole prese. Così ho incominciato ad andare in falesia la mattina presto, a scaldarmi velocemente e a fare due tentativi sulla via prima che, verso le undici, spuntasse il sole da dietro l’angolo, che però puntualmente mi beccava in cima alla via, impegnata sui movimenti chiave e mi faceva scivolare.

Dopo qualche tentativo deludente ho deciso, a fine giugno, che in estate proprio non era fattibile per me e quindi di rimandare, ed infatti, tornata il primo di novembre, sentivo di tener le prese molto meglio, ma la giornata era ancora troppo calda e soleggiata. Due giorni dopo, con previsioni meteo che davano un massimo di 10 gradi e vedendo un cielo bello coperto già dalla mattina, mi sono detta che questo sarebbe stato il giorno. Ma forse il freddo era un po’ troppo? Superato tutto il tratto difficile, sono scivolata a due prese dalla catena perché non sentivo più le dita. Però non volevo darmi sconfitta, e quando sono spuntati gli ultimi e unici raggi di sole di quel giorno, prima che il sole tramontasse, mi sono legata ancora una volta e ho chiuso la via.

Questo è di gran lunga l’8a più duro che abbia mai fatto, forse non mi si addice del tutto lo stile, anche se a Cornalba avevo già fatto altri tiri, come Replay, che è gradata uguale, che però avevo fatta in giornata. Lavorare un tiro così bello, tecnico, dove conta ogni singolo spostamento del corpo, è stato molto gratificante, e farlo in pieno allenamento per la stagione invernale, mi ha dato sia soddisfazione che grande carica.

Sono molto contenta di avere avuto la possibilità di conoscere il Camos di persona, lui che ha ideato e liberato moltissime delle vie di Cornalba, e mi piace immaginare che una pacca sulla spalla me l’avrebbe data dopo aver ripetuto il suo tiro.

Attendo ancora conferme, ma la mia, dovrebbe essere la prima salita femminile dopo quasi 30 anni dalla prima libera, che soddisfazione!

di Angelika Rainer


SCHEDA: la falesia Cornalba





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