Vajont 2.0: Il cinquantesimo anniversario visto dalla rete
Sono passati 50 anni da quel 9 ottobre 1963 quando il Monte Toc franò nel lago provocando un’onda che trascinò a valle tutto ciò che trovava. Il disastro del Vajont non si è mai risolto, lo si comprende in questo 50° anniversario. Lo si capisce anche navigando e ascoltando le voci della Rete, come ha fatto Simonetta Radice.
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La Diga del Vajont
courtesy www.erto.it
Un anniversario drammatico e scomodo, quello del Vajont, soprattutto ieri nel suo cinquantesimo anniversario. Le scuse ufficiali del governo arrivano giusto mezzo secolo dopo, con le parole del Presidente del Senato Pietro Grasso, mentre il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano parla finalmente di "precise colpe umane" (rimaste pressoché impunite verrebbe da aggiungere). RAI 2 trasmette l'orazione civile di Marco Paolini a mezzanotte (bisognerà aspettare RAI 5 sabato 12 ottobre per vederlo in prima serata) e RAI Movie propone "Vajont, la diga delle vergogna", il film di Renzo Martinelli.
Ma è ancora una volta la rete a dare viva voce al ricordo della tragedia che, per tante, tantissime persone è tutt'altro che dimenticata. L'hashtag #Vajont è trending topic su Twitter praticamente per tutto il giorno per cedere il passo a #paolini questa mattina. Mauro Corona, che più volte nei suoi libri ha raccontato il dramma della sua terra parla di "persone entrate nel nulla per ambizione e interesse altrui" su Twitter e Facebook con un appello anche a Papa Francesco, ma tantissime sono le voci che ieri si sono unite nel ricordo del tragico evento attraverso In particolare, monitorando in rete la keyword e l'hashtag #Vajont hanno generato più di 6500 tweet, 4500 post su Facebook, 222 post su blog e 11 thread nei forum.
Ritornano le parole di Bruno Ambrosi (il primo giornalista ad arrivare sul posto), di Tina Merlin, si parla de l'Aquila e della TAV. Si rivedono le prime immagini girate in Super 8 da Massimo da Vià. E' la doppia faccia della rete, che se dimentica in fretta non cancella nulla e che, in occasioni come questa, diventa il deposito della nostra memoria. La vera sfida è che ciò non accada per un giorno soltanto.
Sul link uno storify della giornata di ieri
http://storify.com/simonettar/vajont-2-0
“Una gobba immensa sollevò la luce della luna dalla superficie del lago e la scagliò verso il cielo. Poi il bagliore si spense nel boato di un mare che piombava su Longarone. E in quel momento anche Erto, avviato a diventare una cittadina, sprofondò. E non rinacque mai più.” Da “Il volo della martora” di Mauro Corona
Ma è ancora una volta la rete a dare viva voce al ricordo della tragedia che, per tante, tantissime persone è tutt'altro che dimenticata. L'hashtag #Vajont è trending topic su Twitter praticamente per tutto il giorno per cedere il passo a #paolini questa mattina. Mauro Corona, che più volte nei suoi libri ha raccontato il dramma della sua terra parla di "persone entrate nel nulla per ambizione e interesse altrui" su Twitter e Facebook con un appello anche a Papa Francesco, ma tantissime sono le voci che ieri si sono unite nel ricordo del tragico evento attraverso In particolare, monitorando in rete la keyword e l'hashtag #Vajont hanno generato più di 6500 tweet, 4500 post su Facebook, 222 post su blog e 11 thread nei forum.
Ritornano le parole di Bruno Ambrosi (il primo giornalista ad arrivare sul posto), di Tina Merlin, si parla de l'Aquila e della TAV. Si rivedono le prime immagini girate in Super 8 da Massimo da Vià. E' la doppia faccia della rete, che se dimentica in fretta non cancella nulla e che, in occasioni come questa, diventa il deposito della nostra memoria. La vera sfida è che ciò non accada per un giorno soltanto.
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“Una gobba immensa sollevò la luce della luna dalla superficie del lago e la scagliò verso il cielo. Poi il bagliore si spense nel boato di un mare che piombava su Longarone. E in quel momento anche Erto, avviato a diventare una cittadina, sprofondò. E non rinacque mai più.” Da “Il volo della martora” di Mauro Corona
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