Sulle Tracce dei Ghiacciai

Si è conclusa lo scorso 4 settembre 2009 la prima spedizione del progetto fotografico - scientifico Sulle Tracce dei Ghiacciai - in Karakorum a 100 anni di distanza dai primi fotografi esploratori, organizzata da Fabiano Ventura per studiare gli effetti dei cambiamenti climatici sui ghiacciai negli ultimi cento anni mediante il confronto fotografico tra immagini storiche e moderne e il supporto di ricercatori glaciologi.
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Ghiacciaio del Baltoro da sopra Urdukas 1929-2009
Fabiano Ventura
Durante la prima spedizione del progetto “Sulle Tracce dei Ghiacciai”, avvenuta quest’estate in Karakorum, il fotografo Fabiano Ventura ha ripercorso insieme a ricercatori glaciologi l’itinerario delle prime spedizioni esplorative, con lo scopo di raccogliere misure ed analisi glaciologiche ed effettuare fotografie dal medesimo punto di vista di quelle storiche per analizzare i cambiamenti occorsi ai ghiacciai, importanti e sensibili indicatori ambientali dei cambiamenti climatici.

La missione ha preso spunto dal centenario della spedizione del Duca degli Abruzzi in Karakorum del 1909 e ha rieffettuato, ripercorrendo lo stesso itinerario storico, le medesime fotografie scattate dai primi fotografi esploratori fra i quali Vittorio Sella e Massimo Terzano ad un secolo di distanza. Le nuove riprese fotografiche sono state realizzate da Fabiano Ventura, fotografo naturalista e ideatore del progetto, che, avvalendosi delle più moderne tecnologie digitali unite a tecniche di ripresa tradizionali su grande formato, ha ottenuto risultati di valenza scientifica ed ambientale, ma anche esteticamente di prim'ordine.

Le osservazioni scientifiche sono state curate da un apposito comitato scientifico comprendente due tra i maggiori esperti mondiali nel campo della glaciologia: il Prof. Claudio Smiraglia dell’Università Statale di Milano, già Presidente del Comitato Glaciologico Italiano, che si sta occupato dell’analisi e dell’interpretazione dei risultati ottenuti durante la spedizione; e il Prof. Kenneth Hewitt, ricercatore Associato del Wilfrid Laurier University a Waterloo (Canada) e fondatore del Cold Regions Research Centre della stessa università, che ha seguito il team tramite la connessione satellitare fornendo indicazioni utili alla pianificazione e alla scelta delle osservazioni sul campo.

Dal 23 febbraio al 23 marzo 2010, in collaborazione con il Comune di Roma, sarà inoltre allestita, alla sala S. Rita in via Montanara 8 Roma, a due passi da piazza Venezia, la mostra fotografica relativa ai risultati della spedizione. Obiettivo della mostra è suscitare, attraverso il forte impatto visivo delle immagini, maggiore attenzione alle problematiche ambientali, con l’auspicio di sensibilizzare l’opinione pubblica su tematiche legate ai cambiamenti climatici e alla gestione sostenibile delle risorse naturali in genere, prima tra tutte l’acqua.

Il team della spedizione è stato costantemente seguito da una troupe cinematografica per la realizzazione di un documentario, che verrà prodotto dalla nota casa di produzione “SD Cinematografica”. La spedizione si è avvalsa del contributo delle maggiori aziende nel settore delle energie rinnovabili, tra cui Enel Green Power ed Enneci che, sposando i valori del progetto, ne hanno consentito la piena realizzazione.

Dal diario di viaggio della spedizione:

ALLA RICERCA DI UN MITICO SCATTO

Ci sono immagini che restano nella memoria incancellabili, forti di una sensazione, di una suggestione irripetibile che lascia nella fantasia e nella mente di chi osserva un messaggio irresistibile. A me è successo spesso, consultando le raccolte delle antiche immagini degli esploratori che per primi documentarono queste regioni. Una in particolare mi ha sempre accompagnato negli anni, durante tutti i miei lavori, come fonte di ispirazione ed emozione, un’immagine realizzata da Massimo Terzano nel lontano 1929 che ritrae un panorama mozzafiato del ghiacciaio Baltoro. Il logo del progetto “Sulle Tracce dei Ghiacciai” è un tributo a questa fotografia.

Nel 2004 mi trovavo qui sul ghiacciaio Baltoro per realizzare il reportage fotografico della spedizione che commemorava il cinquantesimo anniversario della prima ascesa al K2. Allora, con gli amici Karl Unterchirker e Sergio Minoggio provammo a cercare questo fantastico punto di vista del ghiacciaio. In quell’occasione ci recammo al di sotto della parete fra la confluenza del ghiacciaio Mundu e il Baltoro; esplorammo a lungo, ma non fummo fortunati e non riuscimmo a ritrovare il punto dal quale l’immagine fu realizzata.

Quest’anno, forte delle approfondite ricerche bibliografiche, iconografiche e cartografiche effettuate in preparazione della spedizione, avevo molta più fiducia di riuscire nell’intento. Oggi, 4 Agosto 2009, in compagnia del nostro geologo Pino D’Aquila e dei nostri portatori Yasin e Mustafa, ci incamminiamo fuori dalle piste ordinarie sui ripidi pendii erbosi che sovrastano il campo di Urdukas, alla ricerca del fantastico panorama. Arrivati a quota 4500 m, dopo aver analizzato la cresta, ci sorge il dubbio che, data l’instabilità delle rocce, il contrafforte ripreso da Terzano 80 anni fa sia crollato. La tristezza e la delusione iniziano a farsi sentire, ma con cocciutaggine riprendiamo la stampa fotografica che abbiamo con noi, e continuiamo a studiarla. Ad un tratto, una rivelazione: confrontando nuovamente le montagne circostanti ci accorgiamo di essere saliti troppo: poco più a valle, infatti, con grande felicità, scorgiamo tra le rocce la caratteristica guglia rocciosa! Soddisfatto del nuovo ritrovamento preparo la mia folding Linhof per replicare l’inquadratura e rieffettuare lo scatto storico.

L’emozione è davvero intensa, sento di aver raggiunto una meta a lungo sognata, e per un attimo riesco a cogliere una delle sensazioni più belle che le montagne sanno regalare agli uomini: la consapevolezza delle nostre vere dimensioni rapportate alle gigantesche scale, temporali e dimensionali, di questi antichissimi giganti. Per un istante riesco a vedere Massimo Terzano a pochi metri da me, intento a valutare l’inquadratura per cogliere nell’immagine il cuore di questa visione. Gli anni che ci separano sono solo un istante nella storia di questi luoghi che, nati negli abissi del tempo ben prima che gli uomini calcassero la terra, continueranno ad esistere in un futuro così lontano da essere quasi fantasia. E contemporaneamente queste montagne e questi ghiacciai si rivelano assolutamente sensibili ai cambiamenti che la tecnologia umana ha introdotto nell’ambiente, suggerendoci senza parole l’importanza fondamentale di saper salvaguardare la nostra biosfera, così meravigliosa e così fragile.

Fabiano Ventura

Maggiori informazioni sul progetto sono disponibili sul sito ufficiale: www.sulletraccedeighiacciai.it

Il promo del documentario prodotto dalla casa di produzione "SD Cinematografica":




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