Civetta, crollo sulla Cima Su Alto in Dolomiti

Il 16 novembre 2013 è crollato una parte dello spigolo nord ovest della Cima Su Alto nel gruppo del Civetta in Dolomiti.
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Il crollo della Cima Su Alto, Civetta, Dolomiti del 16 novembre 2013
Dolomiti Emergency
Sabato 16 novembre verso le 15:20 si è registrato un ennesimo crollo in Dolomiti, questa volta nel gruppo del Civetta, più precisamente sullo zoccolo e lo spigolo NO della Cima Su Alto. Di grande proporzione, fortunatamente il collasso è avvenuto in un momento in cui la parete e la zona sottostante non erano frequentate e non ci sono stati persone coinvolte. Le foto scattate subito dopo dall'elicottero di Dolomiti Emergency sono senz'altro impressionati e la frana ha portata via un pezzo di parete che ha racchiuso in sé alcuni importantissimi capitoli dell'arrampicata in Dolomiti, come per esempio le vie Livanos e Piussi. Per questo abbiamo chiesto ad Alessandro Baù, grande conoscitore di questa parete, di fornirci qualche informazione in più.

CROLLO IN SU ALTO di Alessandro Baù

A fine agosto sono stato in Su Alto tre giorni con il portaledge per ripetere e relazionare alcune vie della parete e attrezzare una linea di doppie (a chiodi) per facilitare la discesa, evitando il lungo rientro per la Val dei Cantoni: tutto inutile perché in Su Alto non si scalerà più per un po'.

Infatti sabato scorso 16 novembre lo spigolo nord ovest è crollato, forse ad un centinaio di metri dalla cima, cancellando alcune vie storiche della parete: la Piussi praticamente non esiste più, la parte bassa del Livanos è stata cancellata e la parte terminale dello zoccolo, comunemente utilizzato per attaccare anche tutte le altre vie a destra del Livanos (Terapia D’Urto Al Guanaco, Maffei-Leoni, Ratti-Vitali), fortemente coinvolto dal crollo. Anche i primi tiri di Terapia D’Urto Al Guanaco e lo zoccolo originale della Maffei Leoni sono stati bersagliati.

La Su Alto aveva ispirato i più grandi arrampicatori: Cassin, Soldà, Conforto, Comici… Finalmente Ratti, nel 1938, aveva scalato per primo la muraglia. Da allora il “Gran Diedro” era diventato automaticamente IL problema della parete; Georges Livanos e Robert Gabriel tra il 10 e il 12 settembre 1951 avevano realizzato il sogno, con una corda da 30m, un cuneo di legno, staffe a due pioli, parecchi chiodi e “una bella teoria da arrampicatore in scalata libera, la quale teoria diventa discutibile negli strapiombi molto pronunciati” (dalla Grande Civetta, A. Bernardi). Negli anni seguenti il Diedro era stato il terreno d’azione di grandi alpinisti: Oggioni e Aiazzi nella prima ripetizione del ’52, Sorgato, Ronchi e Redaelli durante la prima invernale del ’62, Massarotto e Claudio Moretto nelle rispettive prima solitaria e prima solitaria invernale. Oggi il Livanos era una delle poche vie della Su Alto che riceveva qualche visita.

Lo spigolo Nord Ovest invece era stata l’ultima conquista in Civetta del grande Ignazio Piussi; dopo un primo tentativo realizzato nel 1966 con Roberto Sorgato e lo scozzese Robertson, fortunatamente conclusosi due ore prima del crollo di un gendarme che aveva spazzato il canalone d’accesso, Piussi e Aldo Anghileri, in compagnia di Alziro Molin, Ernesto Panzeri e Guerrino Carboni, completarono la salita tra il 15 e 18 agosto 1967.

Avendone tastato la pessima qualità della roccia e la precarietà dei vecchi chiodi, penso che Giorgio Anghileri abbia fatto una grande salita quando il 14 agosto 1991 portò a termine la prima solitaria: impressionante!

Credo che l’unico accesso alle vie non coinvolte nel crollo (Maffei-Leoni e Ratti Vitali) sia per lo zoccolo della Ratti Vitali ma, non conoscendolo, non aggiungo altro.

Dispiaciuto per un altro pezzo di Dolomiti che ci saluta, felice di non esser stato in parete!

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