Via Diretta allo Scudo sul Cervino, prima ripetizione e prima invernale per Jerome Perruquet e Stefano Stradelli
Prima ripetizione e prima invernale dalla Diretta allo Scudo sul Cervino, per Stefano Stradelli e Jerome Perruquet. La via, aperta tra il 2012 e il 2018 da François Cazzanelli, Emrik Favre, Roberto Ferraris e Francesco Ratti, sale centralmente allo scudo del Pic Tyndall che si può osservare sul versante sud del Cervino, tra la via Casarotto-Grassi e la Innocenzo Menabreaz.
"Nel 2020, con Jerome e Michele Cazzanelli, ho salito la Menabreaz che segue la linea sinistra dello scudo e da quel momento ho iniziato a provare il desiderio di tornare per provare la diretta" spiega Stradelli. "Ho ascoltato tante volte il racconto di François, sull’apertura della via, una storia quasi epica". Un’avventura che ha richiesto sette anni e un impegno sia fisico che psicologico non indifferente. "Abbiamo impiegato diverso tempo prima di prendere la decisione di partire, nonostante la voglia di metterci in gioco" spiega Stradelli. "Si tratta di una via severa, dove una volta partiti bisogna andare e cercare di arrivare in cima. Ci ha sempre messo timore", fino a quest’inverno almeno quando, sfruttando una finestra di alta pressione con condizioni perfette sul Cervino, i due hanno deciso di provarci. "Jerome era da poco tornato dalla Patagonia, ed era carichissimo, così il 20 febbraio ci abbiamo provato". I due hanno scalato per 13 ore riuscendo a sbucare sulla Cresta del Leone al tramonto. Qui, stanchi dalla scalata e "dallo sforzo per recuperare i pesanti sacchi a ogni tiro", hanno deciso di bivaccare per poi scendere a valle il 21 febbraio. "La notte è stata tranquilla, non abbiamo sentito freddo". Come infatti spiega Stradelli si è trattato di una prima invernale solo a livello di date. "Sul Cervino è come se fossimo due mesi avanti" afferma. "Una via veramente bella, per cui va il merito a François Cazzanelli, Roberto Ferraris, Emrik Favre e Francesco Ratti. Per noi un sogno che si realizza".
7 anni per una via
La storia di questa via inizia il 24 febbraio 2012, quando Cazzanelli e Ferraris si ritrovano sotto alla parete, pronti ad attaccare quella che definiscono come "una linea logica". In quella prima giornata di scalata riescono ad aprire ben 5 tiri, totalmente trad, con difficoltà fino al 6b. I due seguono una linea nuova, in vicinanza a quella percorsa dalla cordata formata da Marco Farina ed Hervé Barmasse durante un tentativo di apertura lungo lo scudo.
Il 3 marzo i due alpinisti sono di nuovo in parete, ma le difficoltà ambientali rendono i progressi meno rapidi, tanto che in una giornata riescono a malapena ad aprire un tiro prima di decidere per un rientro a valle. Dopodiché segue un lungo periodo di stop: condizioni non buone, altri impegni e un grave incidente sciistico che coinvolge Ferraris portano a una lunga pausa di tre anni.
Un terzo tentativo viene portato avanti il 20 giugno 2015, ma dopo poco la cordata si ritrova a lottare nella bufera, decidendo per un rientro. In ottobre Cazzanelli è di nuovo in parete, con Emrik Favre e Marco Farina. Un tentativo sfortunato e compromesso da un banale errore. I tre hanno dimenticato l’accendino per il fornelletto da campeggio così si ritrovano in parete senza la possibilità di fondere la neve per bere e di cucinarsi un pasto caldo. Dopo un primo bivacco si ritirano stanchi, affamati, assetati e abbattuti nel morale. Talmente abbattuti che Cazzanelli decide di non volerne più sapere.
Passano così altri anni e arriviamo al 2018 quando Cazzanelli e Ferraris decidono di riprovarci, questa volta con Francesco Ratti. Finalmente qualcosa si muove e la cordata riesce a salire verso l’alto aprendo il settimo tiro. Poi, nebbia e freddo portano la cordata al ritiro. Ma questa volta il morale è alto e hanno voglia di tornare per chiudere i conti con questa linea. Sul finire dell’estate ecco ritornare Cazzanelli, Ratti e Favre. Ferraris, impegnato con altri lavori, non riesce a unirsi a loro. Per i tre si realizza un sogno. Sono carichi e motivati così, tra una difficoltà e l’altra, in circa 15 ore di scalata non-stop riescono a raggiungere la Cresta del Leone ricongiungendosi con la normale italiana alla montagna. Sono in mezzo alla bufera e devono scendere, così prendono quel percorso che conoscono a memoria e nel giro di un’ora sono alla Capanna Carrel. Si riposano e mangiano qualcosa, poi continuano verso il Duca degli Abruzzi. L’avventura è finita, ma alla via manca ancora qualcosa: il 2 settembre 2018 Cazzanelli e Ratti tornano in parete per scalare in libera tutti i tiri.
di Gian Luca Gasca
Perruquet ringrazia: La Sportiva, The North Face, Grivel
Stradelli ringrazia: Karpos, SCARPA, Movement Skis