Valery Babanov e Victor Afanasiev, nuova via sul Broad Peak
Il 17/07 gli alpinisti russi Valery Babanov e Victor Afanasiev hanno raggiunto la vetta del Broad Peak (8047m) dopo aver aperto una nuova via sulla parete ovest della 12esima montagna per altezza della terra.
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Valery Babanov e Victor Afanasiev e la loro nuova via sul Broad Peak
arch. Valery Babanov
La notizia è circolata quasi di soppiatto. Ma si tratta probabilmente della più importante realizzazione di questa stagione himalayana. Gli alpinisti russi Valeri Babanov e Victor Afanasiev il 17 luglio hanno raggiunto la vetta del Broad Peak aprendo una nuova via sul versante nord ovest. Le informazioni più complete, visto che il sito ufficiale di Babanov non riporta ancora la salita, arrivano direttamente da Daniele Nardi che con Mario Panzeri sta tentando la salita della montagna lungo la via “normale”, dopo che lo scorso giugno avevano raggiunto la cima del Nanga Parbat.
Così scrive Nardi: “i due alpinisti russi hanno toccato la vetta il 17 luglio alle ore 20:00 dopo 9 giorni passati in parete e sfidando la bufera, mentre tutte le altre spedizioni facevano rientro al Bc loro, hanno continuato imperterriti a salire lungo la via nuova che hanno studiato per settimane dal campo base”. Va detto che lo stesso giorno la vetta è stata raggiunta per la via normale anche dai russi Valery Shamalo e Pavel Chochia, dalla francese Elizabeth Revol, dallo spagnolo Martín Ramos e dal portoghese Joao García.
Per ora non si hanno ulteriori dettagli. Ma è certo che quella di Babanov e del giovane Victor Afanasiev è un’altra tessera di un curriculum davvero eccezionale che ha visto Babanov assoluto protagonista per realizzazioni - basti solo ricordare la sua nuova via sullo Jannu dello scorso anno per cui ha ricevuto il Premio St. Vincent - ma anche e soprattutto per stile (non solo alpino).
Vai all’intervista a Valery Babanov del 7/03/08 - WebTv TrentoFilmFestival
Valery Babanov
“Con il passare del tempo, s’inizia a capire che non ci sono limiti. Tutti i limiti che esistono, sono solo nelle nostre menti. La scelta è nostra, sempre, e solo questa ulteriori scelta, e non altro, definisce tutto il nostro futuro.” Valery Babanof
Valery Babanov, classe 1964, nato ad Omsk in terra di Russia, è uno dei più grandi alpinisti del mondo. Dal suo battesimo alpinistico nel 1980, questo piccolo grande uomo delle montagne ha dimostrato tutta la sua creatività e capacità di adattarsi a tutti i terreni verticali. Al suo attivo conta più di 600 salite, moltissime di alta difficoltà, sia sulle pareti granitiche delle Alpi ed in particolare del Monte Bianco, sia sulle grandi montagne della terra. A cominciare dalle sue otto volte sulla vetta di montagne di oltre 7000 metri nella ex Repubblica Sovietica, fino alle grandi vette dell’Himalaya e del Nord America, Babanov ha sempre dimostrato di credere in un alpinismo al limite e sempre molto personale che ha esplorato nuovi terreni e nuove vie ma anche diversi modi di affrontare la salita, da solo o legato in cordata. Tra le sue molte salite di altissimo livello basti citare la sequenza impressionante di solitarie. A cominciare dalla Direttissima Americana al Petit Dru (Monte Bianco) del 1995 e di Zodiac sul Capitan (Yosemite Valley, Stati Uniti) nel 1996. Per continuare, nel 1999, ancora sul Monte Bianco e ancora in solitaria, con la nuova via aperta sulla parete Nord delle Grande Jorasess e, nello stesso anno, l’apertura solitaria della nuova via sul Mt.Barille in Alaska. Seguono, nel 2001, la bellissima solitaria sul Peak Meru (6310m) - per la quale ha ricevuto il Piolet d’or - e quella del 2006 con la nuova via aperta sul Chomo Lonzo North (7200m) in Himalaya.
Tra le salite in cordata va senz’altro ricordata l’impresa compiuta nel 2003 con l’apertura, insieme a Yuri Koshelenko, della via sul Nuptse Est, per la quale ha ricevuto per la seconda volta il Piolet d’or. Non va dimenticata anche la nuova via nel 2005 sulla parete Sud Ovest del Mc Kinley (6200m) in Alaska. Come va sottolineato che la sua attività ha sempre spaziato tanto su roccia quanto su ghiaccio e misto. Ne è un esempio proprio l’ultima sua realizzazione: la salita della nuova via sull’inviolato pilastro Ovest dello Jannu per la quale gli è stata assegnata la Grolla d’oro della prima edizione del Premio St Vincent, per la migliore realizzazione alpinistica internazionale di una guida alpina.
Oltre all’eccezionale valore tecnico delle sue salite, ciò che colpisce nell’alpinismo di Babanov non è solo la costanza nel mantenere e proporre una visione che predilige, sperimenta ed esplora costantemente tutte le variabili della “leggerezza” del più puro stile alpino, ma anche la capacità di proporsi all’attenzione della comunità alpinistica internazionale unicamente con l’azione praticata sul campo ad altissimo livello. Certo è un uomo e un alpinista di poche parole Valery Babanov ma di grandi fatti e soprattutto con una immensa passione per la montagna. Una passione, che sconfina in pura dedizione, che l’ha spinto nel 2002 a conseguire, unico alpinista russo, il diploma internazionale UIAGM di Guida alpina.
Così scrive Nardi: “i due alpinisti russi hanno toccato la vetta il 17 luglio alle ore 20:00 dopo 9 giorni passati in parete e sfidando la bufera, mentre tutte le altre spedizioni facevano rientro al Bc loro, hanno continuato imperterriti a salire lungo la via nuova che hanno studiato per settimane dal campo base”. Va detto che lo stesso giorno la vetta è stata raggiunta per la via normale anche dai russi Valery Shamalo e Pavel Chochia, dalla francese Elizabeth Revol, dallo spagnolo Martín Ramos e dal portoghese Joao García.
Per ora non si hanno ulteriori dettagli. Ma è certo che quella di Babanov e del giovane Victor Afanasiev è un’altra tessera di un curriculum davvero eccezionale che ha visto Babanov assoluto protagonista per realizzazioni - basti solo ricordare la sua nuova via sullo Jannu dello scorso anno per cui ha ricevuto il Premio St. Vincent - ma anche e soprattutto per stile (non solo alpino).
Vai all’intervista a Valery Babanov del 7/03/08 - WebTv TrentoFilmFestival
Valery Babanov
“Con il passare del tempo, s’inizia a capire che non ci sono limiti. Tutti i limiti che esistono, sono solo nelle nostre menti. La scelta è nostra, sempre, e solo questa ulteriori scelta, e non altro, definisce tutto il nostro futuro.” Valery Babanof
Valery Babanov, classe 1964, nato ad Omsk in terra di Russia, è uno dei più grandi alpinisti del mondo. Dal suo battesimo alpinistico nel 1980, questo piccolo grande uomo delle montagne ha dimostrato tutta la sua creatività e capacità di adattarsi a tutti i terreni verticali. Al suo attivo conta più di 600 salite, moltissime di alta difficoltà, sia sulle pareti granitiche delle Alpi ed in particolare del Monte Bianco, sia sulle grandi montagne della terra. A cominciare dalle sue otto volte sulla vetta di montagne di oltre 7000 metri nella ex Repubblica Sovietica, fino alle grandi vette dell’Himalaya e del Nord America, Babanov ha sempre dimostrato di credere in un alpinismo al limite e sempre molto personale che ha esplorato nuovi terreni e nuove vie ma anche diversi modi di affrontare la salita, da solo o legato in cordata. Tra le sue molte salite di altissimo livello basti citare la sequenza impressionante di solitarie. A cominciare dalla Direttissima Americana al Petit Dru (Monte Bianco) del 1995 e di Zodiac sul Capitan (Yosemite Valley, Stati Uniti) nel 1996. Per continuare, nel 1999, ancora sul Monte Bianco e ancora in solitaria, con la nuova via aperta sulla parete Nord delle Grande Jorasess e, nello stesso anno, l’apertura solitaria della nuova via sul Mt.Barille in Alaska. Seguono, nel 2001, la bellissima solitaria sul Peak Meru (6310m) - per la quale ha ricevuto il Piolet d’or - e quella del 2006 con la nuova via aperta sul Chomo Lonzo North (7200m) in Himalaya.
Tra le salite in cordata va senz’altro ricordata l’impresa compiuta nel 2003 con l’apertura, insieme a Yuri Koshelenko, della via sul Nuptse Est, per la quale ha ricevuto per la seconda volta il Piolet d’or. Non va dimenticata anche la nuova via nel 2005 sulla parete Sud Ovest del Mc Kinley (6200m) in Alaska. Come va sottolineato che la sua attività ha sempre spaziato tanto su roccia quanto su ghiaccio e misto. Ne è un esempio proprio l’ultima sua realizzazione: la salita della nuova via sull’inviolato pilastro Ovest dello Jannu per la quale gli è stata assegnata la Grolla d’oro della prima edizione del Premio St Vincent, per la migliore realizzazione alpinistica internazionale di una guida alpina.
Oltre all’eccezionale valore tecnico delle sue salite, ciò che colpisce nell’alpinismo di Babanov non è solo la costanza nel mantenere e proporre una visione che predilige, sperimenta ed esplora costantemente tutte le variabili della “leggerezza” del più puro stile alpino, ma anche la capacità di proporsi all’attenzione della comunità alpinistica internazionale unicamente con l’azione praticata sul campo ad altissimo livello. Certo è un uomo e un alpinista di poche parole Valery Babanov ma di grandi fatti e soprattutto con una immensa passione per la montagna. Una passione, che sconfina in pura dedizione, che l’ha spinto nel 2002 a conseguire, unico alpinista russo, il diploma internazionale UIAGM di Guida alpina.
Note:
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