Traversata dei Gasherbrum I e II più Broad Peak

Il 19/06 Nives Meroi, Romano Benet, Luca Vuerich e G. Battista Galbiati partiranno per il concatenamento di G I (8068 m) e G II (8035 m), e poi per il Broad Peak (8047 m).
Tre ottomila nella stessa spedizione: il concatenamento, lungo la cresta Est, di Gasherbrum I (8068 m) e Gasherbrum II (8035 m) con la novità assoluta del passaggio per la cima dello Junction Peak (7758 m). In aggiunta il Broad Peak (8047 m). Questo il progetto di Nives Meroi, Romano Benet, Luca Vuerich e Gian Battista Galbiati.
Con loro ci saranno i triestini Alessandra Canestri, Marco Tossutti (con all’attivo il Cho Oyu) e Dusan Jelincic (scrittore, e primo alpinista del Friuli Venezia Giulia a salire un 8000, il Broad Peak nel 1986), che tenteranno la salita di GI e GII in maniera classica.

Questa è la prima volta che il concatenamento dei Gasherbrum I e II viene tentato passando per la Cima dello Junction Peak. Infatti, Reinhold Messner e Hans Kammerlander - che per primi realizzarono questa grande traversata nel 1984 e, allo stesso tempo, il primo concatenamento di due 8000 - tirarono dritti senza salire questa cima intermedia. Mentre, nel 1983, il fortissimo polacco Jerzy Kukuczka salì in successione Gasherbrum I e Junction Peak senza però proseguire per il Gasherbrum II.

Naturalmente il team di Nives Meroi e Romano Benet salirà senza ossigeno e senza aiuto di portatori di alta quota - come del resto è loro consuetudine. Sicuramente è un bel progetto. Uno dei più interessanti di questa stagione in Himalaya.
A pochi giorni dalla partenza fissata per il 19 giugno, abbiamo sentito Nives Meroi e Romano Benet, caricati e contenti soprattutto di ri-partire per un nuovo viaggio, che poi è quello che a loro interessa di più.


Nives, cominciamo dalla traversata dei Gasherbrum
Saliamo il GI e quindi cercheremo di fare il concatenamento con il G2 passando per il Junction Peak, una cima di 7758m che si trova fra i due Gasherbrum. La cosa bella è che questa traversata di tutte tre le cime è una cosa nuova, nessuno l’ha mai fatta prima…

Sugli 8000 in pochi tentano cose nuove...
E’ un dato di fatto, ormai sugli 8000 si tende a ripetere sempre gli stessi itinerari perché sono più frequentati e di conseguenza si può trovare la traccia battuta, più corde fisse, comunque gente intorno. Ad affrontare un itinerario nuovo, invece, si rischia di gran lunga l’insuccesso.

Qual è l’impegno maggiore di questa traversata?
La difficoltà maggiore è che dovremo rimanere per parecchi giorni in alta quota. Così, ad occhio e croce, abbiamo previsto una durata di sei, sette giorni per tutta la traversata.

Quale sarà il vostro stile di salita?
Ci muoveremo sempre con tutta l’attrezzatura sulle spalle… senza ossigeno e senza portatori d’alta quota.

Naturalmente senza ossigeno... ti sei mai domandata cosa faresti se ti trovassi in difficoltà, ti sei chiesta se in quel caso useresti le bombole per salir?e
Ma, sinceramente penso che tornerei indietro. Anche perché l’ossigeno non lo portiamo mai quando saliamo… Ma oltre a salire senza ossigeno mi preme sottolineare che sulla montagna saremo completamente autonomi e non useremo portatori in quota. Anche questo renderà il tutto più difficile (e per noi più interessante); perché, come diceva il grande Reinhard Karl: “L’Himalaya visto sotto il peso di uno zaino cambia completamente".”

Oltre al “girotondo” sui Gasherbrum, avete in mente anche la salita del Broad Peak, 3 ottomila per una spedizione...
Beh, con una battuta si potrebbe dire: visto che quest’anno il governo pakistano ha ridotto il costo dei permessi, e c’erano le offerte del prendi 3 paghi 2, ne abbiamo approfittato prendendo tre ottomila. C’è da dire anche che era un’occasione “logistica” da non perdere. Infatti, l’acclimatamento ci sarà, perché comunque sui Gasherbrum saliremo parecchie volte oltre gli 8000m. Poi altri l’hanno già fatto, e ci proveremo anche noi, sperando di non essere troppo stanchi. Inoltre, anche se non è la cosa più importante, credo che 3 ottomila nella stessa spedizione non siano mai stati saliti da una donna… sarà un ulteriore stimolo.

Siete un gruppo super affiatato
Sì, giriamo insieme da parecchi anni. Con Battista, io e Romano, siamo già stati al K2 e all’Everest, mentre Luca ormai ci accompagna dal 1998, dalla spedizione al Nanga Parbat. E’ proprio un bel gruppo; siamo affiatati, c’è unione. Poi c’è reciproca sopportazione… e non è cosa da poco.

Cosa ti aspetti da questa spedizione?
Mi aspetto senz’altro che sia una bella esperienza, come sempre non solo alpinistica. Perché - senza cadere nel retorico - si cercano sì le montagne ma si cerca soprattutto “un modo di andare in giro”.

Romano, sono gli ultimi giorni di attesa, come ti "prende" questa spedizione e quali saranno le difficoltà che ti aspetti di trovare?
La cosa più importante è che andiamo a provare cose nuove, questa è la base e lo stimolo che ci fa partire. Oltre alla traversata dei Gasherbrum con la salita dello Junction Peak, ripeteremo, e sarà la prima volta che verrà fatto, la via di Kukuczka e Kurtyka. Per quanto riguarda la difficoltà, più dei problemi tecnici e alpinistici, sui Gasherbrum, come mi diceva anche Silvio Mondinelli, sono le grandi nevicate ad impensierire. Quindi: pericolo valanghe e difficoltà di muoversi per la neve alta…

Vi sentite allenati, pronti?
Si… sì, siamo carichi, abbiamo una gran voglia. Comunque, come sempre andiamo lì a vedere: i nostri programmi sono così elastici che possiamo variarli in corsa. D'altra l'Himalaya ci ha insegnato che su quelle montagne nulla è scontato.
Romano Benet

Nives Meroi

Luca Vuerich
 
Componenti Spedizione
Romano Benet
Nives Meroi
Luca Vuerich
Gian Battista Galbiati
Alessandra Canestri
Marco Tossutti
Dusan Jelincic
 


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