Tom Ballard e l'Eiger - un difficile giorno d'inverno

Il racconto di Tom Ballard della salita dell'Eiger con la quale ha completato il suo progetto Starlight and Storm: la salita delle sei grandi pareti nord delle Alpi in solitaria invernale in un'unica stagione. Cima Grande di Lavaredo, Pizzo Badile, Cervino, Grandes Jorasses, Petit Dru e Eiger.
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Tom Ballard in cima all' Eiger, la cima non soltanto della montagna ma anche del suo progetto invernale.
Tom Ballard
Per una volta non ho fame. Molto insolito. Normalmente ho sempre fame. Qualcosa deve essere sbagliato in me! Dobbiamo iniziare il nostro viaggio verso l'Eiger e la gola mi fa male, mi fa male ovunque. Riesco a malapena a camminare! Mentre ci dirigiamo verso la 'terra dai fiumi di latte e denaro', tutto quello che voglio fare è dormire. Ci fermiamo e chiudo gli occhi. Tre ore più tardi mi sveglio e proseguiamo. La stessa storia la mattina successiva quando arriviamo a Grindelwald. Dormo qualche ora e poi preparo lo zaino.

Abbiamo parcheggiato il furgone a Gletscherschlucht, l'unico parcheggio gratuito a Grindelwald! Un angolo freddo situato ai piedi del massiccio dell'Eiger. È un posto che conosco bene. Nascosta tra gli alberi si trova una ripida parete, piena di molte delle mie strapiombanti e difficili vie di drytooling.

Abbiamo l'appuntamento con Elena e Angel di Kottom Films che mi hanno seguito quest'inverno. La Jungfraubahn è stata molto generosa, prestandoci Martin per farci da guida ed aiuto generale anche se viene da Wengen! Prendiamo i treni fino all'Eigergletscher. Io giro l'angolo per bivaccare in solitudine, ai piedi della parete ovest. Gli altri si dirigono verso valle.

Giovedì mattina albeggia presto. Sono molto riluttante a lasciare il calore del mio sacco a pelo. Con passi pesanti arranco verso la base della parete. Conosco bene l'Eiger. Ho arrampicato qui in ogni stagione dell'anno. Aperto nuove vie. Effettuato prime libere. Fatto delle prime invernali di vie esistenti. 'Nuotando' sulla polvere sopra roccia friabile fino a rimanere appeso sugli skyhooks su pareti lisce. Ma non avevo mai salito la classica via del 1938. L'Eiger ha una varietà impressionante di stili, c'è davvero qualcosa per tutti.

Ahimè, eccomi qui, ore 07:39, inizio la salita. La parete torreggia minacciosamente sopra di me. Seguo le orme di chi mi ha recentemente preceduto, i passi vanno di qua è di la, su e giù. Sempre alla ricerca della via più facile. Forse è un'arte perduta, quella di trovare la via di minor resistenza, la linea di debolezza. Qualcosa di cui i pionieri di un tempo erano maestri. Oggi si cerca la 'diretta' o 'l'estremo'! Penso che abbiamo perso qualcosa.

La 'Fessura difficile' è certamente all'altezza del suo nome! La 'Traversata Hinterstoisser' è un eccitante traverso con corde fisse malridotte. Il 'Canalino ghiacciato' è esattamente come dice il suo nome! Il 'Secondo nevaio' porta al 'Bivacco della morte'. Hmm, meglio non dormire qui. Il 'Terzo nevaio' è breve e porta alla 'Rampa'. In realtà assomiglia più ad un camino diagonale. Un trio di transilvani allegri mi lascia passare. Mi dicono che non hanno alcuna fretta. Sorridendo mi spiegano che pensano di rimanere lì ancora per un po'. Piuttosto loro di me! Fortunatamente il 'Canalino della cascata' è asciutto.

La 'Traversata degli Dei'. Mio Dio! L'abisso morde i miei talloni. Il famoso 'Ragno bianco'. Mi sento come una mosca intrappolata in una ragnatela, lotto per districarmi. Le 'Fessure terminali' sono pieno zeppe di ghiaccio. Le picche entrano rassicuranti nel ghiaccio. Se solo i miei piedi mi rispondessero. Centimetro per centimetro guadagno lentamente il bianco accecante del 'Nevaio sommitale'. L'angolo cambia, diventa più facile. Ma la mia stanchezza aumenta. Le orme, lasciate da un amico guida con il suo cliente, mi seducono verso l'alto. Faccio alcuni passi, poi mi fermo. Ancora altri passi, mi fermo di nuovo. La Mittellegigrat, una cresta a forma di coltello, è un spettacolo. Manca soltanto lo sprint finale. Tutt'altro! Continuo e dopo cinque ore e trentotto tortuosi minuti sono finalmente in cima.

La cima non soltanto dell'Eiger. Ma il progetto di un inverno. Di un sogno di una vita. Tre mesi. Dalla congelata basa della Cima Grande di Lavaredo, passando per gli 'oziosi' mesi di gennaio e febbraio per poi affrontare le ultime tre frenetiche salite entro due settimane! Ahh, ecco perché sono così stanco!

Una cima dove mia madre ha trascorso una fredda notte, con me dentro di lei come feto, dopo aver salito la stessa via. Una cima che ha portato tanta felicità e gioia a mia sorella quando salivamo il versante ovest, per poi scendere, io con gli sci e lei con lo snowboard. Non è soltanto la stanchezza però. Ho un bruttissimo raffreddore, dai drammatizziamo, diciamo che è 'da pericolo di vita' ;-) L'ho preso probabilmente sul bus a Chamonix, o sulla funivia del Grand Montets. Stare con la gente non mi è salutare, penso tra me e me. Meglio in montagna con la pace, tranquillità e nessuna coda. Ahh, beatitudine!

I simpatici polacchi sono gentili. Mi dicono "abbastanza veloce per essere a-vista". Ma sono deluso con la mia lentezza. Dovrei già essere giù al Eigergletscher, mangiando il loro delizioso cioccolato fatto in casa! Mi riposo un po' prima di iniziare la discesa. La parete ovest è un posto pericoloso e ne ho una conferma quasi immediata quando, tragicamente, proprio davanti a me uno sciatore cade e muore. Avevo appena incontrato lui ed il suo amico in vetta. Li avevo salutati amichevolmente la sera prima mentre si avvicinavano al loro bivacco, non lontano dal mio. Vedo schegge del casco in frantumi mentre scendo lentamente. Più in basso, il corpo stesso. Tranquillo nella sua immobilità. Ci ricorda che la vita può essere crudele. La montagna è un'amante difficile.

Ho caldo ma sono contento. Smantello la tenda e ritorno alla 'civiltà', l'Eigergletscher! Ma aspetta, la troupe e mio padre sono giù a Kleine Scheidegg! Martin mi saluta e bevo acqua e cioccolato in ugual misura fino al loro ritorno. Dopo lunghi complimenti prendiamo il treno, lento ma panoramico, giù a valle. Ci salutiamo calorosamente. Mio padre ed io dormiamo nel nostro furgone ancora una volta. La mia gola stringe. Mi sento terribile. Il mio progetto invernale è giunto al termine. Ma invece di sentirmi realizzato, sento un vuoto leggero. Che cosa viene dopo? Comprenderò il mio successo fra un paio di giorni, quando mi sarò riposato. E quando mi sentirò di nuovo umano! Un sorriso si diffonde lentamente sul viso, di un sogno realizzato. Certamente è stato un difficile giorno d'inverno.

di Tom Ballard
Tom Ballard ringrazia: Calze GM Sport, Dolomitland, Virna Pierobon Projects e S.C.A.R.P.A.

STARLIGHT AND STORM - LE VIE FINORA SALITE
Cima Grande di Lavaredo, parete nord
Via Comici - Dimai
Prima salita: Emilio Comici, Angelo Dimai, Giovanni Dimai, 13 - 14 agosto 1933
Tom Ballard: 21 e 22 dicembre 2014. 1 bivacco in parete.

Pizzo Badile, parete NE
Via Cassin
Prima salita: Riccardo Cassin, Gino Esposito, Mario Molteni, Vittorio Ratti, Giuseppe Valsecchi, 14 - 16 luglio 1937
Tom Ballard: 6 e 7 gennaio 2015. 1 bivacco in parete.

Cervino parete nord
Via Schmidt

Franz e Toni Schmid, 31/07 - 01/08/1931
Tom Ballard: 10 febbraio 2015. 2 ore 59 minuti

Grandes Jorasses, Parete Nord
Via Colton - Macintyre 
Prima salita: Nick Colton, Alex Macintyre 6 - 7 agosto 1976
Tom Ballard: 08/03/2015. 3 ore 20 minuti 

Petit Dru, Parete Nord 
Via Allain - Leininger
Prima salita: Pierre Allain e Raymond Leininger, 1935
Tom Ballard: 14/03/2015. 8 ore

Eiger, Parete Nord
Via Heckmair
Heinrich Harrer, Anderl Heckmair, Fritz Kasparek e Wiggerl Vörg., 07/1938
Tom Ballard: 19/03/2015 


15/10/2014 - Tom Ballard, l'arrampicata nelle vene
Intervista al forte climber ed alpinista inglese Tom Ballard.


Note:
Expo.Planetmountain
Expo S.C.A.R.P.A.
www
FB Tom Ballard



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