Tom Ballard, Cima Grande di Lavaredo e Pizzo Badile in inverno per il progetto Starlight and Storm
Adesso Tom, che ci aveva colpito per le sue salite effettuate senza grosso clamore e spesso in solitaria, ha un progetto importante che per certi versi ripercorre e porta avanti la storia della sua famiglia: vorrebbe anche lui salire le sei grandi pareti nord delle Alpi, anche lui in un'unica stagione, ma questa volta in inverno. Quindi l' Eiger, Cervino, Grandes Jorasses, Petit Dru, Pizzo Badile, Cima Grande di Lavaredo... tutti adesso, nella stagione più fredda. Sono montagne di grandissimo spessore che certamente non hanno bisogno di ulteriore presentazioni, tranne il fatto che finora nessuno le ha mai salite tutte da solo e nello stesso inverno. Il progetto di Ballard è ambizioso, quindi. Parte dalle radici stesse di quel "senso" immutato di affrontare la montagna, prendendosi anche certi rischi non indifferenti. Non a caso quindi il progetto prende il nome di Starlight and Storm, Etoile et Tempête in francese, il titolo del libro più famoso della guida alpina francese Gaston Rebuffat che per primo aveva salito le sei grandi pareti nord delle Alpi.
In questo inizio d'inverno Ballard ha già salito due di queste pareti, la Nord della Cima Grande di Lavaredo in Dolomiti lungo la Comici - Dimai il 21 e 22 dicembre, e poi il Pizzo Badile per la via Cassin sulla parete NE il 6 e 7 gennaio. Il tutto seguito dalla via Aste - Stenico alla Cima dei Mugoni in Catinaccio definita da Ballard stesso come una... 'pausa'.
La domanda può sembrare banale: come mai questo progetto?
L'ispirazione alla base di questo progetto viene da Gaston Rebuffat, il primo a scalare tutte e sei le pareti nord e raccontata nel suo libro Etoile et Tempête, Stelle e tempeste, 'Starlight and Storm', appunto. Nell'estate del 1993 mia madre era diventata la prima persona a salirle tutte e 6 da sola e in una sola stagione. Ho sempre sognato di salirle tutte anch'io, e in inverno ha più senso. L'incentivo è che nessuno le ha mai scalate tutte e 6 da solo in una sola stagione invernale... fino ad ora...
Che cosa ti dà questo viaggio? Crediamo che sia in parte un ripercorrere le tue radici.
Il 'viaggio' mi dà qualcosa che non è stato raggiunto ancora. Un progetto che potrebbe anche non essere possibile senza le condizioni giuste. E se questo inverno madre natura vuole essere scortese allora può rendermelo impossibile. E' molto interessante seguire le orme di mia madre. Ma questa volta sto arrampicando, non giocando con la sabbia!
Hai iniziato con la via Comici - Dimai sulla Cima Grande. L'avevi salita prima? A prescindere: ogni inizio è importante, no?
L'avevo salita nella terribile estate del 2011. Ci saranno state più di 40 persone che la salivano quel giorno, perché il tempo era brutto e per quella domenica i meteorologi avevano promesso del tempo speciale. Quella volta l'ho salita slegato.
Ero molto ansioso di iniziare questo impegnativo progetto invernale. Così, il 20 dicembre mio padre ha portato me e due amiche, Patti e Stefi, a Misurina. Abbiamo trascorso la notte all'interno del 'garage', il bivacco invernale del Rifugio Auronzo e siamo stati raggiunti dal fotografo Ruggero e dalla guida alpina Eric. All'interno la serata è stata più che socievole, mentre la tempesta ululava fuori. La mattina successiva ho iniziato tardi, intendevo soltanto vedere come erano le condizioni e ho iniziato ad arrampicare poco dopo le 10:30. Mentre salivo aspettavo l'inizio del freddo vento da nord, ma non è mai arrivato e ho semplicemente continuato verso l'alto. La fessura Costantini sembrava l'opzione migliore, era abbastanza piena di neve. La roccia era molto fredda, ma asciutta! Alle 16:00 ho raggiunto la cengia. Dopo aver pulito il tiro ho 'gattonato' lungo la cengia per raggiungere la parete sud. Ero molto stanco, inaspettatamente stanco. La luce stava andando via. Non riuscivo a ricordarmi la via di discesa, tutto mi sembrava così diverso da quello che mi ricordavo e ho deciso di passare la notte lì. Tranne un paio di guanti non avevo altri vestiti, ero senza cibo, senza acqua, niente. Mi sono messo sotto uno strapiombo e mi sono messo a dormire. Che maniera di trascorrere la notte più lunga! La mattina successiva ho continuato fino in vetta, sotto un'alba gloriosa. Poi sono sceso senza problemi. Di tutte le persone che sapevano dove stavo trascorrendo la notte, credo di essere stato quello che ha dormito più!
Poi c'è stata la via Cassin sul Pizzo Badile...
Mio padre ed io abbiamo preso la macchina e siamo andati a Bondo, accompagnati ancora una volta da Ruggero che fa foto per GM. Avrei dovuto sapere che tutto sarebbe filato liscio quando ci hanno dato il permesso di salire la strada in macchina. La mattina successiva ho cominciato ad arrampicare alle 8:00. All'inizio sono salito senza la corda, poi ho affrontato 4 tiri delicati con difficoltà fino a M6, poi di nuovo slegato fino alla 'cengia mediana', raggiunta verso le 13:30 In estate i tiri successivi sono quelli più difficili e con una buona conoscenza del drytooling hanno offerto un'arrampicata interessante, mai più di M7. Poi è arrivato un tiro interessante, normalmente si segue una fessura a sinistra... io invece sono sceso a destra e ho salito una striscia di neve 'cigolante', 80°, mai più spessa di 4, 5 centimetri! Nessuna protezione per 50m. A questo punto ha iniziato a fare buio, così ho scavato una mezza truna sulla piccola cengia dove Cassin aveva effettuato il secondo bivacco e ho trascorso una notte sorprendentemente confortevole. Alle 8 del mattino seguente ho ricominciato ad arrampicare. Quattro lunghi tiri di 70m mi hanno portato alla cresta nord, questa sezione è stata molto più facile di quanto mi aspettassi, 90°, neve e M5. La cresta sembrava andare avanti all'infinito... salivo 'tirando' la corda dietro di me e naturalmente è rimasta incastrata, così ho dovuto scendere per liberarla. Alle 13:30 ho finalmente raggiunto la 'piramide'. Ero molto sollevato. Dopo un riposo ho cominciato la discesa per ritornare in Italia!
Siccome ero stanco e avevo sete ho trascorso la notte al Rifugio Giannetti e presto la mattina successiva ho continuato per Bagni di Masino per incontrare Ruggero e mio padre. Salire la Cassin al Badile è stato come fare Stirling Bridge, Point Five Gully e Orion Direct tutti insieme! Se avete arrampicato in Scozia, allora sapete di cosa sto parlando!
Poi c'è stata anche la via Aste - Stenico sulla Cima dei Mugoni in Catinaccio. Avevi scritto che l'hai fatta per prendere una pausa da Starlight e Storm. Ma era davvero una pausa? Come l'hai trovata?
Avevo riposato un paio di giorni. Poi visto che la roccia era priva di neve, o quasi, sono andato su e ho salito questa via, un misto di arrampicata in libera ed artificiale. La roccia non è da consigliare ma la linea è bellissima. Ci stavo pensando da 3 inverni di salirla, adesso ho finalmente avuto l'opportunità. Arrampicare al sole è stato un vero piacere. Naturalmente indossavo un sacco di vestiti, e le dita fredde al mattino sono obbligatorie! Il vento ha iniziato a soffiare quando stavo raggiungendo la vetta e durante la discesa, e improvvisamente è diventato freddo. Madre natura mi ha ricordato che siamo ancora in inverno!
Adesso quali sono i programmi?
Beh ci sono ancora quattro altre vie da fare...
STARLIGHT AND STORM - LE VIE FINORA SALITE
Via Comici – Dimai
Cima Grande di Lavaredo, parete nord
Emilio Comici, Angelo Dimai, Giovanni Dimai, 13 - 14 agosto 1933
Tom Ballard: 21 e 22 dicembre 2014. 1 bivacco in parete.
Via Cassin
Pizzo Badile, parete NE
Riccardo Cassin, Gino Esposito, Mario Molteni, Vittorio Ratti, Giuseppe Valsecchi, 14 - 16 luglio 1937
Tom Ballard: 6 e 7 gennaio 2015. 1 bivacco in parete.
15/10/2014 - Tom Ballard, l'arrampicata nelle vene
Intervista al forte climber ed alpinista inglese Tom Ballard.
Tom Ballard ringrazia: Calze GM Sport, Dolomitland, Virna Pierobon Projects e S.C.A.R.P.A.
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