Siula Chico: Looking for the Void, nuova via francese in Perù

Dal 16 al 20 maggio 2014 i francesi Frédéric Degoulet, Benjamin Guigonnet, Hélias Millerioux e Robin Revest hanno aperto Looking for the Void, una difficile nuova via di ghiaccio e misto sulla parete ovest di Siula Chico nel Cordillera Huayhuash in Perù.
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Looking for the Void, Siula Chico 6265m, Peru (Fred Degoulet, Benjamin Guigonnet, Hélias Millerioux, Robin Revest 16-20/05/2014)
© Revest & Degoulet
Non c'è alpinista al mondo che non conosca la Siula Grande: su questa formidabile montagna della Cordillera Huayhuash in Perù si è consumato una della vicende più drammatiche dell'alpinismo che ha visto come protagonisti gli alpinisti inglesi Joe Simpson e Simon Yates, raccontata poi nel libro di Simpson intitolato Touching the Void - La Morte Sospesa.

La cima minore del Siula Grande si chiama Siula Chico ma a 6265m ha poco da invidiare alla sua sorella maggiore. Salita per la prima volta nel 1966 da una spedizione tedesca guidata da Manfred Sturm, solo nel 2007 ha registrato un altro successo per opera degli spagnoli Jordi Corominas e Oriol Baro che hanno aperto una nuova via lungo l'inospitale parete ovest, la stessa che nel 1998 aveva fermato gli inglesi Mick Fowler e Simon Yates.

Adesso, proprio su questa grande parete, un forte team francese composto da Frederic Degoulet, Benjamin Guigonnet, Hélias Millerioux e Robin Revest ha aperto una nuova via che ha tutte le caratteristiche di una grande salita. Si tratta di 900m di via, più centrale e diretta rispetto a quella degli spagnoli, che è stata salita dopo 20 giorni di acclimamento e in stile alpino dal 16 al 20 maggio superando difficoltà fino a M7, WI6 con l'aggiunta del grado R che sta per runout, ovvero protezioni distanziate.

Per la salita sono stati necessari 4 bivacchi in parete (uno a 5800m, uno a 5980m e due a 6170m). La nuova via chiamata Looking for the Void rappresenta secondo Degoulet "la via più difficile che abbiamo mai salito. Dal punto di vista della continuità, della difficoltà pura, dell'impegno fisico e mentale e della difficoltà globale. Non conosciamo niente di simile nelle Alpi. Ci sembra impossibile effettuare la salita in giornata, senza conseguenze tragiche. Le condizioni avrebbero potuto essere anche migliori di quelle che avevamo, arrivando magari ad inizio stagione, ma questo avrebbe significato arrampicare sotto cascate di neve... visto che quella è la stagione delle piogge."

Per maggiori informazioni e più foto visitate: freddegoulet.blogspot.fr

Note:
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