Simone Moro e Denis Urubku in cima all'Everest

Il 24/05, i due alpinisti hanno raggiunto la cima dell'Everest, ma hanno rinunciato a proseguire verso il Lhotse per le condizioni della neve.
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La piramide dell'Everest dal versante Sud.
Simone Moro
Nella precedente news, avevamo lasciato Simone Moro e Denis Urubku in partenza, dopo la breve pausa in valle, per far ritorno al campo base-sud dell'Everest. Da lì iniziava la loro salita per il difficile, e ancora irrealizzato, concatenamento-traversata delle cime dell'Everest e del Lhotse.
Nella mattina del 24 maggio scorso, infatti, hanno raggiunto entrambi la cima dell'Everest.


Ma vediamo a cosa è successo e come i piani dei due in realtà non siano stati fino in fondo assecondati dal destino:

Il pomeriggio del 23 Simone Moro, raggiunto l'ultimo campo sul Colle Sud, ha avuto dei problemi fisici ed ha subito capito che senza ossigeno non sarebbe stato in grado di arrivare in vetta.

Stando così le cose, e visto che la spedizione non si avvaleva né di portatori d'alta quota né tanto meno di ossigeno supplementare, i giochi per l'italiano potevano dirsi conclusi. Ancora una volta gli sarebbe sfuggito l'appuntamento con la cima dell'Everest.

Invece, un'altra spedizione (quella di Robert Link) impegnata sulla montagna, gli ha concesso di utilizzare due delle sue bombole rifiutando al tempo stesso il denaro che Moro aveva offerto in cambio. Un gesto, questo, senz'altro da sottolineare, visto quanto si racconta dei 'rapporti' tra alpinisti nella 'zona della morte'.

Simone Moro con l'ossigeno e Denis Urubku che invece non ne ha fatto uso, sono riusciti quindi a raggiungere la cima dell'Everest. I due sono poi riscesi senza alcun problema al Colle Sud.

A questo punto il progetto prevedeva la salita del Lhotse, lungo una cresta inviolata che lo unisce al Colle Sud. Ma viste le condizioni proibitive della neve e nonostante Simone si fosse ripreso fisicamente, il proposito di concatenamento è stato abbandonato.
Ai due, quindi, non è restato che intraprendere la lunga discesa verso il campo base.

Si diceva prima di una spedizione non fortunata difatti, tralasciando l'episodio del furto di materiale subìto al campo base, bisogna dire che Simone Moro, dopo la pausa di cui si parlava all'inizio, ha patito un infortunio ad una gamba che sembrava aver compromesso tutto. Dopo un solo giorno di riposo però l'italiano ha potuto proseguire per il campo base, e quindi partire per la montagna arrivando, come si è detto, in vetta all'Everest.

Alla fine nessuno può dire quanto gli sia costato quest'incidente, a cui si sono sommati i problemi fisici al Colle Sud e la conseguente scelta di far uso dell'ossigeno. Nessuno se non Simone Moro, che comunque ancora una volta ha dimostrato la gran caparbietà che lo contraddistingue.



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