Shisha Pangma, Winter Expedition 2004-2005
Il 29/11, Simone Moro, Jan Szulc, Dariusz Zaluski Jacek Jawien e Piotr Morawski partono per il Tibet per tentare la prima salita invernale dello Shisha Pangma (8027m).
Stessa montagna, lo Shisha Pangma, l'unico Ottomila tutto tibetano. Stessa grande parete, la sud. Stessa stagione, l'inverno. Stesso obiettivo e, naturalmente, stessa squadra. Il 29 novembre prossimo, Simone Moro, Jan Szulc, Dariusz Zaluski Jacek Jawien e Piotr Morawski ripartono da capo per cogliere quella prima salita invernale, agli 8027 metri dello Shisha Pangma, che il team si era visto sfuggire lo scorso gennaio, quando ormai sembrava quasi fatta (vai alla news). Nel gennaio 2004 Simone Moro e Piotr Morawski riuscirono a completare la via Corredor-Girona sbucando in cresta, ma la cima dello Shisha quella volta non si fece prendere. Così ricorda Simone: "Una temperatura di -52° e la tarda ora (15,30) ci lasciavano poche speranze di sopravvivere dopo i 90 minuti di luce che ancora ci restavano prima del sopraggiungere della notte. Saremmo sicuramente riusciti a calcare la vetta ma la storia della montagna si sarebbe legata alla fine della nostra storia personale. Un bivacco notturno sarebbe stato devastante sui nostri corpi già infreddoliti ed in balia del vento sulla cresta sommatale. Accettammo sportivamente la sconfitta, seppur mitigata dalla prima salita invernale alla parete sud " Per questa nuova spedizione, invece, non è stato ancora scelto l'itinerario, per superare i 2500 metri della difficile parete sud. "Decideremo sul posto il da farsi: tutto dipenderà dalle condizioni della parete e dalla quantità di neve" ci ha detto Simone Moro. Questo perché: "La via degli spagnoli, seguita lo scorso anno, nel primo tratto percorre un canale che, in caso di forti nevicate, può diventare molto pericoloso". D'altra parte la grande sud è percorsa da sinistra a destra da sette vie (l'ottava all'estrema destra è stata percorsa in discesa). Tutte, da quella degli inglesi Scott, McIntyre, Baxter-Jones e Prescott, che per primi salirono la parete, a quella aperta nel 2000 dagli spagnoli Callido e Fernandez che raggiunge la cima West (7968m), oppongono difficoltà elevate, con tratti su ghiaccio con inclinazione che varia dai 50° ai 90°, a seconda della via. "Trascorso il primo periodo di acclimatamento, la salita vera e propria inizierà dopo il 21 dicembre, quindi solo dopo l'inizio della stagione invernale". Lo stile sarà quello solito: "Niente ossigeno e niente portatori d'alta quota." Con in più la 'bellezza' di una solitudine totale in quanto i cinque saranno gli unici alpinisti impegnati sulla montagna... Un italiano e 5 polacchi con un gran bel sogno, dunque. Un sogno per nulla facile da raggiungere visto che, dal conteggio degli Ottomila saliti nella stagione invernale, ben sette mancano ancora all'appello. K2 Makalu, Nanga Parbat; Gasherbrum I e II, Broad Peak e, ovviamente, lo Shsha Pangma aspettano, infatti, i loro primi salitori nella stagione più fredda. Se poi aggiungiamo che la prima salita invernale ad un 8000, l'Everet ad opera di Wielicki e Cichy, risale al 1980, e che l'ultima invernale, quella del Lhotse, è del 1988, sempre con protagonista Krzysztof Wielicki, beh si capisce bene che la faccenda non è poi così facile. Come non deve certamente essere un caso che tutte le invernali agli Ottomila (intendiamo quelle dopo la data del 21 dicembre) siano state portate a termine da squadre di alpinisti polacchi Comunque sia, è certo che questo è un particolare di buon auspicio anche per questa spedizione, come lo è che, come ha detto Simone: "Il team è ormai molto affiatato!" Tutte le fasi della spedizione potranno essere seguite collegandosi al sito di Simone Moro, che lo aggiornerà costantemente, anche dalla parete: www.simonemoro.it
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