Second Life sul Monte Castello in Dolomiti
Quando si dice che le cose più belle sono quelle che nascono per caso è proprio vero. È un lunedì di fine maggio quando chiedo ad Andrea se vuole salire alla Cima d'Asta per il Canale dei Bassanesi, una bella salita dato che in quel periodo la neve non manca.
La risposta non si fa attendere e in modo fulmineo mi da la disponibilità per il mercoledi,̀ rinunciando ad una giornata di lavoro, e decidiamo cosi di aggiornarci per i dettagli finali alla sera prima, monitorando il meteo come ormai siamo abituati a fare.
"Niente da fare sono previste piogge già dalle 11" mi comunica il socio.
"Ripieghiamo allora sul Setsass?" rispondo prontamente
Il progetto è nato nella nostra mente l'autunno scorso quando, reduci dall'apertura di Mani fredde sul gruppo delle Marmorole, cercavamo una nuova zona da esplorare per sviluppare un nuovo itinerario e che ricadde proprio in questa poco frequentata balconata rocciosa poco a nord del ben più inflazionato Passo Falzarego.
E così eccoci qua, carichi come muli, sul bellissimo sentiero CAI 23 ricco di storia che dal passo Valparola ci porterà in leggera discesa sotto le pareti rocciose del gruppo delle Pale di Gerda e del Setsass, e con lo sguardo fisso verso le alto per individuare qualche linea che possa attirare la nostra attenzione
Risalendo faticosamente il sentiero in direzione della forcella, una bella placca nera che a prima vista sembra essere appoggiata e con roccia apparentemente ben lavorata, sembra sorprenderci, e che ci accorgiamo intenti reciprocamente a scrutare silenziosamente, senza che nessuno dei due l abbia fatta notare all' altro.
"Che te ne pare?"
"Molto interessante "
"Già, andiamo a vedere da sotto?"
"Certo!"
In realtà avevamo già deciso che quella sarebbe stata la nostra nuova avventura, il nostro progetto e soprattutto il nostro pensiero costante che ci avrebbe portato via risorse fisiche e psicologiche per diversi giorni.
Le prime due giornate, mezze giornate a dire il vero, dedicate alla salita sono state spezzate, come spesso accade in montagna, dai soliti temporali che nel primo pomeriggio hanno interrotto il nostro lavoro, senza pero mai perdere l' entusiasmo che ci contraddistingue.
Dopo un estate di impegni reciproci riusciamo finalmente a programmare per fine settembre una giornata per la salita facendola coincidere con uno stupendo sabato soleggiato e caldo che di autunnale non ha proprio niente.
Riprendiamo così ad arrampicare, lentamente ed in successione, sui vari tiri di corda fino a quando, tra roccia stupenda, un panorama tra i più belli delle Dolomiti e complice una giornata autunnale strepitosa usciamo felici nei pressi del l pianoro sommitale del Monte Castello.
La parola d'ordine naturalmente è stata sicurezza, abbiamo deciso così di spittare le lunghezze e le soste per rendere l'itinerario più sereno (non più sicuro) e appetibile ad eventuali ripetitori rischiando naturalmente possibili critiche da chi si autodefinisce alpinista purista ed è sempre pronto ad alimentare l'annosa questione sul uso o meno degli spit in montagna, ma anche questa è un altra storia.
di Marco Russo
SCHEDA: Second Life sul Monte Castello in Dolomiti