Salbitschijen Trilogia invernale completata da Lukas Hinterberger, Michael Wohlleben

Dal 15 al 16 febbraio 2023 gli alpinisti tedeschi Lukas Hinterberger e Michael Wohlleben hanno completato quella che probabilmente sarà la prima invernale della trilogia del Salbitschijen, ovvero la famosa cresta ovest, sud ed est del Salbit in Svizzera.
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Lukas Hinterberger & Michael Wohlleben durante laTrilogia Invernale del Salbitschijen in Svizzera (15-16/02/2023)
Michael Wohlleben archive

Il 15 e 16 febbraio 2023 gli alpinisti tedeschi Lukas Hinterberger e Michael Wohlleben sono riusciti a concatenare tre creste in Svizzera considerate delle classiche assolute, ovvero la cresta ovest, sud ed est del Salbitschiijen. La cordata ha avuto bisogno di circa 45 ore per salire gli oltre 80 tiri e, così facendo, si è confrontata con tutto ciò che una montagna può offrire: dal granito perfetto alla roccia fragile, la neve, il ghiaccio e il terreno soggetto a valanghe. La loro salita è avvenuta dopo un tentativo fallito lo scorso anno e si ritiene che sia la prima salita invernale della trilogia di Salbitschijen. Wohlleben fornisce i dettagli.

Michi, prima di tutto, cosa comporta la trilogia invernale di Salbitschijen?
La trilogia del Salbit in estate è un grande classico tra arrampicatori ambiziosi, alpinisti, ecc. È il collegamento della cresta sud, ovest ed est. In estate ci sono 80 tiri con roccia quasi perfetta, tranne la cresta est. In inverno è una situazione completamente diversa. Per noi le salite e le discese, le calate lungo la parete sud e il canale, la neve e il ghiaccio intonacati sulle centinaia di torri sono tecnicamente relativamente semplici, ma l'intero progetto è un'impresa estremamente complessa.

Le cordate in estate di solito hanno bisogno di un'intera giornata per questo. Inizialmente pensavamo di farcela in 24 ore, o di farlo arrampicando senza sosta, ma presto ci siamo resi conto che quello che cercavamo era un’avventura. Quindi non volevamo dipendere dal tempo. Abbiamo così previsto uno e, se necessario, anche due bivacchi. In questo modo eravamo certi che avremmo avuto successo.

Come è nata l'idea?
L'idea della prima trilogia invernale mi è venuta molto tempo fa, con Ueli Steck durante la prima traversata invernale delle Tre Cime di Lavaredo nelle Dolomiti. Sembrava un progetto fantastico e la trilogia di Salbit era un'ovvia scelta successiva. Anche Lukas ha avuto la stessa idea e bevendo un caffè dopo una giornata in falesia ci siamo resi conto che entrambi volevamo farlo.

Avevi già salito le vie in estate?
Non avevo mai fatto la Trilogia, anche se ho salito Salbit un paio di volterà guida alpina e l'ho fatta una volta da bambino. Lukas ha fatto la Trilogia qualche anno fa in 16,5 ore.

Allora come è andata la salita? Qualcosa ti ha sorpreso?
Sorpreso? Su 80 tiri in questo terreno tutto è sorprendente e incerto. È stato sorprendente che la discesa in corda doppia nella parete sud e nel canale sud sia stata più veloce del previsto. Siamo stati estremamente fortunati quando abbiamo scavato le soste... ecco perché questo ostacolo è stato relativamente facile. Prima di allora non sapevamo se saremmo riusciti ad arrivare laggiù. La cresta ovest si è rivelata impegnativa, in particolare la prima torre, perché lì si era accumulata molta neve. Questa si è sciolta nel pomeriggio e interi tiri sono diventati completamente bagnati. Abbiamo dovuto lottare anche sui primi tiri della seconda torre che erano ghiacciati e non sapevamo proprio se ce l'avremmo fatta. Detto questo, le cose sono andate più o meno come previsto.

Abbiamo trovato un ottimo posto sulla cresta ovest per il nostro bivacco. La mattina dopo, la traversata dal canalone all'attacco della cresta est si è rivelata impegnativa per il rischio di valanghe: il pendio era ripido e abbiamo dovuto guadare la neve alta fino al petto, ma in qualche modo ce l'abbiamo fatta. Abbiamo goduto di un'ultima sorpresa sulla cresta est. Questa è in realtà la cresta più alpina di tutte, quindi ci aspettavamo di essere molto lenti, ma siamo riusciti a scalarla in modo estremamente rapido ed efficiente con le corde corte. Eravamo meno stanchi del previsto e siamo riusciti a evitare un secondo bivacco. Siamo saliti in vetta per l'ultima volta verso le 20:00.

Qual è il fascino di un'impresa di questo tipo?
L'attrazione era vivere un'avventura completamente da soli su questa montagna. Non abbiamo visto un'anima su Salbit in inverno. E ovviamente c'è il fascino di tentare un progetto logico che ci spinga fino, o addirittura oltre, al nostro limite. Alla fine abbiamo dovuto scavare a fondo e affidarci a tutta la nostra esperienza alpinistica per realizzarlo, senza dover viaggiare in terre lontane.

Cosa rappresenta per te questa trilogia?
L'importanza di un progetto... Ho dei ricordi incredibili di quei due giorni vissuti con un carissimo amico, con il quale ho attraversato alti e bassi. Ci ha fatti sentire vivi, come raramente prima. Ma nel quadro più ampio, rispetto ai problemi globali che il mondo sta attualmente affrontando, non è più importante di un singolo granello di sabbia nel mare. Ed è un bene :-)




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