Riders on the Storm, il video di Ines Papert e Mayan Smith-Gobat in Patagonia
7c+. A2. Tanto? Poco? Dipende dal punto di vista. E dipende anche da dove ti trovi. Perché se per affrontare queste difficoltà ti trovi in Patagonia, schiacciato dal vento e dal freddo sulla famosa Riders on the Storm sulle Torri del Paine, allora queste cifre diventano soltanto un piccolissimo dettaglio che servono solo per iniziare a capire l’impegno complessivo di una via di questo genere.
A provarci all’inizio di febbraio sono state la neozelandese Mayan Smith-Gobat e la tedesca Ines Papert, che hanno cercato non soltanto di ripercorre questa linea aperta nel 1991 da Wolfgang Güllich, Kurt Albert, Bernd Arnold, Norbert Bätz e Peter Dittrich, ma anche di trovare nuove soluzioni che avrebbero finalmente spianato la strada verso l’ambita prima libera.
Come avevamo riportato all’inizio di marzo, anche se non sono riuscite a chiudere il cerchio della libera, le due hanno scoperto delle nuove varianti che, un giorno futuro si riveleranno dei dettagli di grandissima importanza.
02/03/2016 - Patagonia: Riders on the Storm per Mayan Smith-Gobat, Ines Papert e Thomas Senf
In 15 giorni dal 16 gennaio al 20 febbraio Ines Papert, Mayan Smith-Gobat e Thomas Senf hanno ripetuto Riders on the Storm (7c+, A2, 1300m), una delle vie più famose delle Torri del Paine in Patagonia. Anche se alcune sezioni sono state salite con l'uso dell'artificiale, nuove varianti sono state aperte, aggiungendo un importante tassello alla ambita prima libera di uno dei gioielli dell'arrampicata in Patagonia.
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