Primo concatenamento invernale di Expander nei Monti Tatra in Polonia
Generazioni gli alpinisti polacchi si sono fatti le ossa arrampicando sui monti Tatra. Sebbene non siano le montagne più alte, queste vette sono severe e selvagge e come tali rappresentano ancora oggi una straordinaria scuola di formazione per i migliori alpinisti polacchi, in particolare in inverno quando le condizioni sono spesso estreme. Le prime invernali sono una parte integrale del patrimonio alpinistico della Polonia e adesso un terzetto composto da Maciek Ciesielski, Piotr Sułowski e Kacper Tekieli ha effettuato la prima salita invernale di Expander, il concatenamento più famoso di tutto il massiccio.
Expander è una combinazione di quattro vie aperte sui Monti Tatra negli anni '60 da Maciej Gryczyński. Tutte e quattro le vie si chiamano Sprężyna, che significa molla (il soprannome di Gryczyński), e salgono le cime Mały Młynarz (350m, VI-/), Kocioł Kazalnicy (200m M7), Mnich (160m, VII-) and Kościelec 90m (VI+). Situato su quattro diverse pareti che distano circa 30 km fra di loro, il concatenamento comprende oltre 3000 m di dislivello. L'idea di combinare in un'unica salita queste 4 pareti era venuta, alla fine degli anni ’80, al leggendario alpinista polacco Krzysztof Pankiewicz, e fino a poco tempo fa questo collegamento era stato completato solo da 4 cordate, e solo in estate.
Maciek Ciesielski, Piotr Sułowski e Kacper Tekieli hanno realizzato la prima invernale dal 2 al 4 marzo in un totale di 43 ore e 50 minuti. Hanno deciso di non portare sacchi a pelo e di arrampicare più leggeri possibile, portando due corde e pochissimo materiale per proteggersi sulle vie.
Il primo giorno il terzetto ha scalato la parete NE di Mały Młynarz in libera, prima di proseguire durante la notte sulla parete NE del Kocioł Kazalnicy. Il giorno successivo li ha visti scalare la parete est del Mnich (qualche tratto in artificiale), mentre la notte successiva è stata scalata con qualche tratto in artificiale la parete ovest del Kościelec. Facendo a meno di depositi, supporto esterno o rifugi, il team si è riposato soltanto per circa 3 ore, compreso un pisolino di 1 ora.
Tutti i membri della cordata hanno molta esperienza con i lunghi concatenamenti, ma questa volta ognuno ha raggiunto "il muro". "Per fortuna, non contemporaneamente. Eravamo una buona squadra, siamo stati in grado di aiutarci a vicenda e finalmente abbiamo realizzato il nostro grande sogno" ha commentato Ciesielski a fine impresa.
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