Per Francesco
I compagni del Corso di formazione per aspiranti guide alpine ricordano Francesco Oreggioni che il 26 agosto 2010, insieme a Davide Grassi, è scomparso dopo aver scalato la Cresta Kuffner al Mont Maudit (Monte Bianco). Francesco dopo qualche giorno avrebbe dovuto essere con i suoi compagni a Chamonix per l'ultima sessione di esami per diventare aspirante guida...
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Francesco Oreggioni
arch. P. Martinelli
Eccoci arrivati, Chamonix! Il sogno di ogni alpinista, solamente che noi siamo qui per sostenere l’ultima sessione di esami del nostro corso di aspirante guida. Ridiamo e scherziamo come sempre, ma i volti non sono certo quelli di chi è appena uscito da un centro benessere. Un po' di tensione c’è, anzi 'sto giro parecchia. Ma noi ci siamo tutti, proprio tutti, anche tu Francesco.
I giochi iniziano subito dividendoci in due gruppi: a qualcuno tocca partire già domani per 3gg di creste, ma mica creste con pernottamenti in bivacchi vari. Ed a qualcun altro invece, la cresta des Aiguilles de Chamonix con pernottamento open air al Col du Fou. Cazzo che culo, a me tocca l’open bivy… peccato che per natura sia molto più avvezzo agli open bar.
Come on, i giochi sono fatti, si parte! Si parte? E da cosa? Esattamente per dove? Anzitutto direi di cominciare dalla preparazione della gita e del materiale, quindi direi di andare in centro per una birra. Finito l’aperitivo andiamo a fare la spesa, qualche zuppa, formaggio, salumi, qualche biscotto per la colazione, del the e…immancabile della birra per la prima sera. Ok risparmiare sul peso e sui volumi, ma stando al manuale del giovane alpinista edito da me, birra e musica sono la dotazione base per un buon bivacco.
Zaino... cosa prendiamo? 30l o 50l? sono sicuro che se lascio qualcosa a Chamonix col 30l vado e torno senza problemi; anche perché l’unico sacco a pelo recuperato è veramente poco ingombrante, peccato abbia una soglia confort +50C… Metti, togli, aggiungi, elimina, alla fine siamo riusciti quasi tutti ad avere zaini molto ridotti, pesanti ma ridotti. Tu Francesco invece, sto giro hai uno zaino veramente leggero eh?!
La mattina partiamo con la prima funivia, che qua a Chamonix è già di per sé un'impresa. Usciamo, ci leghiamo ed iniziamo la nostra gita. Primo obiettivo: Col du Plan, Rugnon du Plan e Aig. du Plan. La giornata è splendida, non una nuvola, e noi siamo tutti affiatati e motivati. Tutti, proprio tutti.
Procediamo come da manuale, o quanto meno cerchiamo di fare del nostro meglio. Superiamo l’Aig. du Plan direzione Dent du Crocodile e Dent du Caiman, dove cominciano le prime difficoltà tecniche ed i primi simpatici inconvenienti: un forno micro-onde sovradimensionato di ottimo granito del Monte Bianco, decide di tranciarmi la corda.
Devo ammettere che, nonostante il taglio sia stato abbastanza preciso, la misura della corda lo è un po' meno; il simpaticone mi lascia con 20mt da una parte e 30mt dall’altra… non è certo la precisione Svizzera. A questo punto il gioco diventa sempre più roba da prestigiatori, e da 4 cordate da 2 (anche se non siete laureati in ingegneria civile potete facilmente calcolare) ci trasformiamo con 1 cordata da 2 e 2 cordate da 3.
Via via via, su giù, destra sinistra, la cresta continua a noi dietro. Bello, proprio bello e divertente. Procediamo ininterrottamente e ci divertiamo, ed anche se siamo concentratissimi, ti vediamo sempre con la coda dell’occhio Francesco, mentre come al solito correggi e sistemi le nostre cazzate per metterci in situazioni di maggiore sicurezza. Come fai sempre d’altronde, e come sempre hai fatto.
Attorno alle 17-18 arriviamo nei pressi del Col du Fou, il nostro Hotel five stars vista Chamonix. Che spettacolo, che bello. La vista è incredibile e la compagnia super, peccato per il servizio in camera... ma dai… va benissimo lo stesso. Poi a 'sto prezzo?!
Prepariamo le nostre piazzole per dormire, sistemiamo il materiale per il giorno dopo e ci vestiamo con tutto ciò che ci siamo portati. Scaldiamo le zuppe e attacchiamo a tutto volume il buon Eddie Vedder che, almeno lui, gliele canta all’Aig. du Fou! Domani sarà poi Fou a farci un culo così!
Ceniamo, ridiamo scherziamo e sorseggiamo dell’ottima birra da 1,08€! Un brindisi speciale alla tua Francesco. Tutti si sistemano in qualche modo, assomigliano a delle aringhe che hanno deciso di autoinscatolarsi. Io finisco invece con molta calma la mia birra, penso agli open bar di Chamonix mentre mi trovo in questo open-bivy e penso che in fondo, sono veramente felice di essere qua.
E’ una sensazione strana, di leggerezza e benessere assoluta. Parti da casa per un esame, questo in particolare, con una pesantezza sullo stomaco che mai hai avvertito prima, con tante responsabilità sulle spalle che logicamente ti aumentano questo malumore. E poi le solite domande: “ma chi te lo fa fare?”, “perché?” “che senso ha tutto questo?”… Ma poi alla fine, quando ci sei dentro, ti senti sereno, leggero, felice, forte. Senti che queste cose fanno parte della tua natura, del tuo essere. E purtroppo non possono essere messe in discussione.
Ma sarà la birra o altro, che a furia di filosofeggiare come un pirla, sono rimasto l’unico senza uno spiazzo per dormire. Mona! Scatta allora il piano B: destinazione dependance! Salgo quindi ai piani alti e vado a rompere le scatole al buon Paolo, che già sta cercando di dormire. Non risparmia nessuna delle parolaccia del suo forbitissimo ed ampissimo vocabolario personale, ma alla fine mi fa sdraiare.
La nottata è splendida, una stellata unica. E tu Francesco dove sei a dormire questa notte? Ti sei fermato qui da noi o sei andato dagli altri ragazzi in bivacco? Ad ogni modo, uomo, buon riposo.
Sono quasi le 5, il vento continua soffiare lievemente ed il tempo non è certo bello come ieri. Anzi! Ma ecco che tutto d’un tratto, appare la nostra amata odiata mascotte: una vecchietta piccolina nerboruta e tutta curva che, come quella volta nella bufera durante l’esame di sci alpinismo in Stubai, ci guarda e ci dice: “certo bagai che… a ghi propri nà bela pasiun violter!”. Peccato che anche stavolta l'ho vista solo io...
Superato lo shock della vecchietta, ripartiamo per l’ultimo tratto di cresta. Il riscaldamento non è certo dei migliori, risaliamo Aig. du Fou per delle lunghezze di roccia non certamente banali, ma di indiscussa bellezza. Magnifico! E poi via, nuovamente doppie, cresta, su giù, destra sinistra fino a quando, come ieri un simpatico inconveniente vieni a trovarci: una delle due corde da 60m rimasteci, si incastra! Dimostrazione lampante di come la fortuna sia cieca (e il suo cane dal veterinario) ma la sfiga continui a vederci benissimo!
Facendo nuovamente i calcoli… la cordata da due conduce con grande margine, mentre la cordata da 6 si giostra allegramente la discesa del Couloir Spencer e del Ghiacciaio Des Nantillons… ma a noi cosa ci importa, alla fine ci stiamo divertendo ed anche tu Francesco. Lo vediamo tutti dal tuo tipico sogghigno.
Continuiamo così, in 6 con una corda da 60m, fino a quando fa buio, e fino a quando fortunatamente ci togliamo dai casini. Peccato manchino ancora 2ore e passa a Chamonix. E sono già le 21:30.
A quel punto però dove sei sparito Francesco? Dove sei finito? Conoscendoti, finiti tutti i pericoli, sei sceso dagli altri a far festa a Chamonix. Noi avevamo una lunga discesa a piedi, e tu giustamente eri anche stanco. Come il tuo solito ci hai dato una mano in tutti i moduli, ed anche in questo lo hai fatto. Grazie Francesco, grazie.
Francesco non c’è più, una settimana prima del nostro esame ha avuto in incidente in montagna, esattamente al Monte Bianco. Ma lui c’era comunque con noi, ogni passo, ogni manovra, ogni birra. Non è la solita retorica del cazzo o filosofia da 4 soldi, siamo sufficientemente schietti ed essenziali da girarci alla larga; lui c’era e noi ne siamo certi.
Noi abbiamo avuto la fortuna di conoscerti, di legarci con te e di scalare con te. Abbiamo bevuto birre ed abbiamo fatto festa, abbiamo vissuto giornate forti e ci siamo presi in giro a vicenda senza risparmiarci, ed adesso siamo anche riusciti a fare un bivacco assieme a te.
Alberto 'Curt' Marazzi e i compagni del Corso di formazione per aspiranti guide alpine
PS: hey Verceia, ci vediamo all’abilitazione
I giochi iniziano subito dividendoci in due gruppi: a qualcuno tocca partire già domani per 3gg di creste, ma mica creste con pernottamenti in bivacchi vari. Ed a qualcun altro invece, la cresta des Aiguilles de Chamonix con pernottamento open air al Col du Fou. Cazzo che culo, a me tocca l’open bivy… peccato che per natura sia molto più avvezzo agli open bar.
Come on, i giochi sono fatti, si parte! Si parte? E da cosa? Esattamente per dove? Anzitutto direi di cominciare dalla preparazione della gita e del materiale, quindi direi di andare in centro per una birra. Finito l’aperitivo andiamo a fare la spesa, qualche zuppa, formaggio, salumi, qualche biscotto per la colazione, del the e…immancabile della birra per la prima sera. Ok risparmiare sul peso e sui volumi, ma stando al manuale del giovane alpinista edito da me, birra e musica sono la dotazione base per un buon bivacco.
Zaino... cosa prendiamo? 30l o 50l? sono sicuro che se lascio qualcosa a Chamonix col 30l vado e torno senza problemi; anche perché l’unico sacco a pelo recuperato è veramente poco ingombrante, peccato abbia una soglia confort +50C… Metti, togli, aggiungi, elimina, alla fine siamo riusciti quasi tutti ad avere zaini molto ridotti, pesanti ma ridotti. Tu Francesco invece, sto giro hai uno zaino veramente leggero eh?!
La mattina partiamo con la prima funivia, che qua a Chamonix è già di per sé un'impresa. Usciamo, ci leghiamo ed iniziamo la nostra gita. Primo obiettivo: Col du Plan, Rugnon du Plan e Aig. du Plan. La giornata è splendida, non una nuvola, e noi siamo tutti affiatati e motivati. Tutti, proprio tutti.
Procediamo come da manuale, o quanto meno cerchiamo di fare del nostro meglio. Superiamo l’Aig. du Plan direzione Dent du Crocodile e Dent du Caiman, dove cominciano le prime difficoltà tecniche ed i primi simpatici inconvenienti: un forno micro-onde sovradimensionato di ottimo granito del Monte Bianco, decide di tranciarmi la corda.
Devo ammettere che, nonostante il taglio sia stato abbastanza preciso, la misura della corda lo è un po' meno; il simpaticone mi lascia con 20mt da una parte e 30mt dall’altra… non è certo la precisione Svizzera. A questo punto il gioco diventa sempre più roba da prestigiatori, e da 4 cordate da 2 (anche se non siete laureati in ingegneria civile potete facilmente calcolare) ci trasformiamo con 1 cordata da 2 e 2 cordate da 3.
Via via via, su giù, destra sinistra, la cresta continua a noi dietro. Bello, proprio bello e divertente. Procediamo ininterrottamente e ci divertiamo, ed anche se siamo concentratissimi, ti vediamo sempre con la coda dell’occhio Francesco, mentre come al solito correggi e sistemi le nostre cazzate per metterci in situazioni di maggiore sicurezza. Come fai sempre d’altronde, e come sempre hai fatto.
Attorno alle 17-18 arriviamo nei pressi del Col du Fou, il nostro Hotel five stars vista Chamonix. Che spettacolo, che bello. La vista è incredibile e la compagnia super, peccato per il servizio in camera... ma dai… va benissimo lo stesso. Poi a 'sto prezzo?!
Prepariamo le nostre piazzole per dormire, sistemiamo il materiale per il giorno dopo e ci vestiamo con tutto ciò che ci siamo portati. Scaldiamo le zuppe e attacchiamo a tutto volume il buon Eddie Vedder che, almeno lui, gliele canta all’Aig. du Fou! Domani sarà poi Fou a farci un culo così!
Ceniamo, ridiamo scherziamo e sorseggiamo dell’ottima birra da 1,08€! Un brindisi speciale alla tua Francesco. Tutti si sistemano in qualche modo, assomigliano a delle aringhe che hanno deciso di autoinscatolarsi. Io finisco invece con molta calma la mia birra, penso agli open bar di Chamonix mentre mi trovo in questo open-bivy e penso che in fondo, sono veramente felice di essere qua.
E’ una sensazione strana, di leggerezza e benessere assoluta. Parti da casa per un esame, questo in particolare, con una pesantezza sullo stomaco che mai hai avvertito prima, con tante responsabilità sulle spalle che logicamente ti aumentano questo malumore. E poi le solite domande: “ma chi te lo fa fare?”, “perché?” “che senso ha tutto questo?”… Ma poi alla fine, quando ci sei dentro, ti senti sereno, leggero, felice, forte. Senti che queste cose fanno parte della tua natura, del tuo essere. E purtroppo non possono essere messe in discussione.
Ma sarà la birra o altro, che a furia di filosofeggiare come un pirla, sono rimasto l’unico senza uno spiazzo per dormire. Mona! Scatta allora il piano B: destinazione dependance! Salgo quindi ai piani alti e vado a rompere le scatole al buon Paolo, che già sta cercando di dormire. Non risparmia nessuna delle parolaccia del suo forbitissimo ed ampissimo vocabolario personale, ma alla fine mi fa sdraiare.
La nottata è splendida, una stellata unica. E tu Francesco dove sei a dormire questa notte? Ti sei fermato qui da noi o sei andato dagli altri ragazzi in bivacco? Ad ogni modo, uomo, buon riposo.
Sono quasi le 5, il vento continua soffiare lievemente ed il tempo non è certo bello come ieri. Anzi! Ma ecco che tutto d’un tratto, appare la nostra amata odiata mascotte: una vecchietta piccolina nerboruta e tutta curva che, come quella volta nella bufera durante l’esame di sci alpinismo in Stubai, ci guarda e ci dice: “certo bagai che… a ghi propri nà bela pasiun violter!”. Peccato che anche stavolta l'ho vista solo io...
Superato lo shock della vecchietta, ripartiamo per l’ultimo tratto di cresta. Il riscaldamento non è certo dei migliori, risaliamo Aig. du Fou per delle lunghezze di roccia non certamente banali, ma di indiscussa bellezza. Magnifico! E poi via, nuovamente doppie, cresta, su giù, destra sinistra fino a quando, come ieri un simpatico inconveniente vieni a trovarci: una delle due corde da 60m rimasteci, si incastra! Dimostrazione lampante di come la fortuna sia cieca (e il suo cane dal veterinario) ma la sfiga continui a vederci benissimo!
Facendo nuovamente i calcoli… la cordata da due conduce con grande margine, mentre la cordata da 6 si giostra allegramente la discesa del Couloir Spencer e del Ghiacciaio Des Nantillons… ma a noi cosa ci importa, alla fine ci stiamo divertendo ed anche tu Francesco. Lo vediamo tutti dal tuo tipico sogghigno.
Continuiamo così, in 6 con una corda da 60m, fino a quando fa buio, e fino a quando fortunatamente ci togliamo dai casini. Peccato manchino ancora 2ore e passa a Chamonix. E sono già le 21:30.
A quel punto però dove sei sparito Francesco? Dove sei finito? Conoscendoti, finiti tutti i pericoli, sei sceso dagli altri a far festa a Chamonix. Noi avevamo una lunga discesa a piedi, e tu giustamente eri anche stanco. Come il tuo solito ci hai dato una mano in tutti i moduli, ed anche in questo lo hai fatto. Grazie Francesco, grazie.
Francesco non c’è più, una settimana prima del nostro esame ha avuto in incidente in montagna, esattamente al Monte Bianco. Ma lui c’era comunque con noi, ogni passo, ogni manovra, ogni birra. Non è la solita retorica del cazzo o filosofia da 4 soldi, siamo sufficientemente schietti ed essenziali da girarci alla larga; lui c’era e noi ne siamo certi.
Noi abbiamo avuto la fortuna di conoscerti, di legarci con te e di scalare con te. Abbiamo bevuto birre ed abbiamo fatto festa, abbiamo vissuto giornate forti e ci siamo presi in giro a vicenda senza risparmiarci, ed adesso siamo anche riusciti a fare un bivacco assieme a te.
Alberto 'Curt' Marazzi e i compagni del Corso di formazione per aspiranti guide alpine
PS: hey Verceia, ci vediamo all’abilitazione
Note:
www | |
www.ilgiorno.it | |
www.laprovinciadisondrio.it |
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