Parete dei Militi Ice. Due nuove vie di misto in zona Bardonecchia

Elio Bonfanti presenta due novità alla Parete dei Militi Ice nella Valle Stretta in Piemonte, frutto di anni di attesa e di un colpo di fortuna. La prima, Milit-ice, aperta dalla sua cordata composta anche da Marino Cuccotto, Francesco Vaudo, e la seconda, Couloir Grazie Pat, portata a termine dalla cordata Piero Bertotto, Patrizia Debernardi e l’inossidabile Renzo Luzi.
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Sul terzo tiro di Milit-ice alla Parete dei Militi (Elio Bonfanti, Marino Cuccotto, Francesco Vaudo 26/01/2020)
archivio Elio Bonfanti

In questi inverni, che continuiamo a dire anomali, di anomalo non hanno più assolutamente nulla, in quanto sono oramai parecchi quelli in cui a fine gennaio, invece di pensare ai giorni della merla, si guardano le primule sbocciare.

Nonostante tutto però, questa stagione dalle nostre parti ogni tanto ci regala delle novità inaspettate, infatti, in un tranquillo sabato di gennaio e reduce dalle fatiche lavorative della settimana, avevo deciso di andare a cercare la cascata dell’Inattesa Sorpresa, linea scovata anni fa dal compianto amico Massimo Giuliberti. Dalla relazione, l’avvicinamento non mi era affatto chiaro e dato che non avevo nessuna intenzione di arrampicare, avevo pensato di dedicare la giornata a fare una sorta di escursionismo di ricerca... soprattutto, perché l’indomani, mi avrebbe raggiunto per passare una giornata insieme, l’amico Cecco Vaudo dall’Ossola e volevo essere sicuro che primo l’avrei trovata e secondo che fosse in condizioni.

Ero arrivato con l’auto al Pian del Colle, subito dopo Bardonecchia, ed ero, come di solito facciamo noi tutti malati di montagna, con il naso per aria a scrutare le pieghe delle pareti. Mentre cercavo di capire da dove diavolo si partisse per andare all’ attacco di questa cascata, l’occhio, non volendo, mi è caduto d’infilata sulla Parete dei Militi in Valle Stretta e come una folgorazione ho visto, anche se di traverso, quello che prima non avevo mai scorto. Due bellissime, meravigliose, entusiasmanti, datemi altri aggettivi, ma soprattutto nuove, linee di ghiaccio scendevano prepotenti lungo le placconate rocciose a sinistra del gran Diedro Obliquo.

Ostia, questa visione in un attimo mi aveva fatto cambiare programma e senza dire nulla alla mia ignara compagna, che tanto mi avrebbe seguito ovunque, sono partito a cannone sulla pista da fondo che risale la valle. Una volta giunto sotto la direttrice delle cascate e visto che erano davvero belle come avevo intuito, dovevo capire se erano già state salite per cui non rimaneva altro che risalire il ripido pendio di accesso per cercare qualche traccia di passaggio. Qua e là c’erano le tracce di una povera lepre intervallate da quelle di almeno due lupi, ma di segni umani nessuno.

Il resto è la solita routine, preparare il materiale necessario, informare l’amico e aggiungerne al gruppo un terzo, Marino, che era deluso dal sabato del suo compleanno passato a girovagare alla ricerca di una cascata che non trova mai nessuno, in Valle d’Aosta.

La salita, per quanto estetica, se su ghiaccio non oppone difficoltà particolari, la parte in dry riserva una sezione di placca molto liscia che un provvidenziale spit, antica memoria di una via estiva, protegge in modo quasi... perfetto. Purtroppo non abbiamo potuto salire la linea diretta in quanto il ghiaccio era veramente troppo sottile e la sezione decisamente ripida, chissà magari qualche ripetitore la metterà a segno...

La discesa si svolge in doppia su fix fuori dalla linea di salita ed il primo ancoraggio è posto ad una decina di metri prima della fine vera e propria del flusso in modo che le calate siano tutte lineari. Chi vuole uscire in cengia deve provvedere ad approntare un ulteriore ancoraggio.

Alla sera, una volta fatta la via, per essere certo che questa salita fosse una prima, ho interpellato l’attivissima guida locale Piero Bertotto, il quale a malincuore ha dovuto confermarmi che quello che pensavo era giusto, aggiungendomi immediatamente, che l’indomani, insieme al sempre verde Renzo Luzi, sarebbe andato a tentare di salire quella a fianco, dato che anche lui da tempo, aspettava che queste due si formassero.

Il giorno successivo, fattasi sera, la curiosità era tanta ed ho chiamato gli amici per sapere come era andata. A sentire il loro racconto, penso di essere stato molto fortunato a salire l’altra, in quanto l’accesso al flusso principale li ha obbligati ad alcune acrobazie sulle per nulla facili placche basali. Queste, ricoperte da una sottile crosta di ghiaccio seguite poi da un lungo traverso su neve inconsistente, sono state un inizio veramente da brivido. Lungo l’itinerario, dato l’esiguo spessore del ghiaccio hanno poi dovuto piazzare alcuni fix di protezione in quanto questo era talmente sottile che poteva solo essere usato per progredire. La strapiombante candela all’ interno del camino finale è stata poi la degna conclusione della loro impegnativa ed altrettanto bella salita.

La morale è che bisogna avere occhi per vedere testa per sognare e cuore per realizzare ma soprattutto, che ora mi tocca ritornare lassù un'altra volta per trovare l’Inattesa sorpresa e che l’amico Piero mi ha detto che se torno da quelle parti mi deve assegnare un lavoretto. Aiuto!

di Elio Bonfanti


SCHEDA: Milit-ice, Parete dei Militi

SCHEDA: Couloir Grazie Pat, Parete dei Militi




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