Nepal: il re ha destituito il Governo
Gyanendra, re del Nepal, ha destituito il Governo in carica assumendo i pieni poteri. Il report di Manuel Lugli.
La notizia è di oggi: Gyanendra, re del Nepal, ha destituito il Governo in carica assumendo i pieni poteri. Come titolano le agenzie è un vero e proprio golpe, sebbene incruento. Ed è l'ennesimo segnale (grave, fortissimo e preoccupante) di una situazione politica estremamente tesa e instabile. Una situazione che dura da anni nella quasi assoluta indifferenza internazionale. Sui fatti odierni pubblichiamo il report di Manuel Lugli, de Il nodo infinito, con notizie ricevute direttamente dalla sua rete di collaboratori in Nepal. LE NOTIZIE DAL NEPAL La notizia ci è giunta stamattina direttamente da Kathmandu, con una telefonata del nostro corrispondente nepalese Nima Nuru. Re Gyanendra, con un colpo di mano, al momento incruento, ha assunto il comando assoluto del Nepal destituendo lattuale Governo. In un discorso al paese il re, come aveva già ripetutamente fatto negli scorsi anni, ha incolpato i partiti di essersi scontrati tra di loro, anziché pensare al bene del paese ed ha ribadito che egli stesso ora si assumerà le responsabilità di difendere la democrazia, la sovranità nazionale e le infrastrutture economiche del Nepal. Certamente gli insuccessi crescenti dei vari governi succedutisi in questi anni nei rapporti con i maoisti, che non solo non hanno mai portato ad una vera sospensione degli scontri e della guerriglia, ma anzi hanno dato modo ai maoisti di assumere il controllo di larga parte del paese, hanno contribuito allinsaturarsi della situazione attuale. Quel che è altrettanto certo è che questo re non ha mai avuto particolari inclinazioni né simpatie per una gestione democratica del potere; negli anni scorsi infatti aveva già destituito personalmente il primo ministro e fatto destituire e persino arrestare diversi ministri con laccusa formale di corruzione. Oltre a ciò, circola ancora il sospetto di un suo coinvolgimento nella strage della famiglia reale di cinque anni fa. Parlando con la gente a Kathmandu, sono infatti molte le persone convinte che ci sia la sua mano dietro a tutta la vicenda. Queste premesse ovviamente contribuiscono a creare una certa apprensione circa la soluzione di questa delicatissima situazione. Il tutto mentre è ormai prossimo linizio della stagione pre-monsonica per spedizioni alpinistiche e trekking, il paese continua ad attraversare una gravissima crisi economica di cui abbiamo già riferito in cronache precedenti - e la guerriglia maoista intensifica la sua pressione su popolazione ed autorità. Saranno ovviamente fondamentali latteggiamento del re nei confronti di questi problemi vitali per il Nepal, ma soprattutto la via che egli sceglierà per tentare di risolverli, se la trattativa o lo scontro frontale. Nel primo caso i tempi saranno lunghissimi ed incerti, ma forse, se lintento sarà davvero serio e realista potrebbe portare un minimo di speranza ad una popolazione davvero provata. Nel secondo caso ci troveremmo di fronte allennesimo scontro tra poteri violenti, nella lotta tra i quali, come al solito, a farne le spese sarebbe la popolazione che vedrebbe cancellata non solo la sua ultima e quasi unica fonte di reddito, il turismo, ma anche ogni speranza di futuro. Incrociamo le dita per il Nepal. di Manuel Lugli
Nelle foto una veduta di Kathmandu (ph . Loris Marin). |
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