Nanga Parbat, vetta per Mingma Gyalje Sherpa e sette altri alpinisti
Se Mingma Gyalje Sherpa non è un nome che vi dice qualcosa, vi consigliamo di impararlo perché di lui si sentirà parlare molto in futuro. Il fortissimo nepalese della valle del Rolwaling aveva già fatto parlare di sé nel 2015 quando 29enne aveva effettuato la prima salita in solitaria della parete ovest del Chobutse; un’impresa ritenuta un po’ come un punto di svolta nella storia degli Sherpa in quanto era la prima volta che uno Sherpa apriva una difficile via in solitaria.
L’instancabile 31enne guida alpina è a capo dell’agenzia Dreamers Destination che organizza spedizioni commerciali sulle montagne più alte del mondo e l’estate scorsa è salito alla ribalta delle cronache per aver condotto 12 alpinisti in cima al K2 - come l’unica spedizione di quella stagione e la prima sul colosso dal 2014. Nella stessa estate Mingma aveva salito con dei clienti anche le cime del Nanga Parbat l’11 giugno e del Broad Peak il 4 agosto, ma più tardi per entrambe queste salite lo stesso Mingma ha mostrato di non avere la certezza di essere davvero arrivato sul punto più alto viste le pessime condizioni di visibilità in quei giorni.
Adesso invece non ci sono dubbi: Mingma è ritornato sul Nanga Parbat ed è arrivato sul punto più alto, insieme a sette altri alpinisti. Uno di questi tra l’altro è il pachistano Muhammad Ali Sadpara, per la quarta volta in cima alla montagna nuda; molti si ricorderanno che Sadpara aveva effettuato la prima invernale della nona montagna più alta del mondo il 26 febbraio 2016 insieme a Simone Moro ed Alex Txikon, con Tamara Lunger che si era fermata poco prima della vetta.
Mingma Gyalje Sherpa ha ora salito 12 dei 14 ottomila, tutti senza ossigeno supplementare tranne l’Everest che ha salito ben cinque volte.