Monte Rosa: vent'anni di ricerche Ferrino

L'High-lab della Ferrino, a 3585 metri sul versante valdostano del Monte Rosa, compie 20 anni. E' il laboratorio più alto d'Italia. E' proprio lassù che l'azienda torinese, leader dell'outdoor di montagna (e non solo), prova le sue tende ed invita tutti gli appassionati a vivere un'esperienza unica: quella di un vero Campo base!
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Il Campo dell'High-lab Ferrino al Rifugio Quintino Sella al Felik, quota 3585m sul Monte Rosa
Ferrino
Un laboratorio per "nidi d'aquila" alle porte del cielo. Perché lassù, a 3585 metri, sul versante valdostano del Monte Rosa, c'è l'habitat ideale nel quale s'immergono gli scalatori di vette: un turbinio di radiazioni ultraviolette shackerate da temperature polari e venti gelidi e sferzanti. Impossibile riprodurre artificialmente, nel capannone seppur moderno di un'azienda, quelle condizioni di natura estrema. E lassù, sotto la vetta del Rosa, dal 14 Luglio del 1994 è in funzione il laboratorio più alto d'Italia, l'High-lab della Ferrino, l'azienda leader dell'outdoor di montagna (e non solo) con 144 anni di storia.

Lassù, sul Rosa, le tende della ultracentenaria azienda torinese sono sottoposte a uno stress test estremo, l'esposizione prolungata alle radiazioni solari. I raggi Uv non solo sono nemici dei tessuti umani, ma anche di quelli sintetici, in quanto causa del loro fotoinvecchiamento. Vent'anni di studi, di osservazioni, di ricerche scientifiche in alta quota sui materiali hanno trasformato le tende di montagna in prodotti di altissima tecnologia in grado di resistere alle condizioni più impervie. Ogni giorno personale qualificato controlla i materiali e registra diversi dati climatici (temperatura, vento, umidità, raggi UV, ecc...), in modo da poterne studiare le reazioni alle diverse situazioni ambientali, e prende nota dei feedback di chi utilizza tali attrezzature.

Ne è testimone Silvio "Gnaro" Mondinelli, uno dei pochi scalatori al mondo ad aver conquistato tutte le quattordici vette più alte del mondo – quasi sempre con tende Ferrino - portando a termine l'impresa senza l'uso di ossigeno supplementare. "Ero in una tenda Ferrino – ricorda Gnaro - quando ho vissuto a settemila metri esperienze ai limiti della sopravvivenza. Se sono scampato a tempeste e bufere polari, lo devo anche alla resistenza e all'efficacia di quei ‘nidi d'aquila' che mi hanno protetto e salvato". Gnaro racconta aneddoti inediti delle sue notti in tende Ferrino "leggere come il bozzolo di una farfalla". Oppure con le "pareti argentate per difendersi dagli ultravioletti". Oppure "con la forma di una navetta spaziale, come la Colle Sud, i cui ancoraggi hanno sfidato venti da cento chilometri all'ora sugli ottomila dell'Everest e del K2".

O Mike Horn, il quale nel 2002 compie la traversata dell'Artico trascorrendo le notti all'interno della sua M.H.L. Evolution, testata nelle galleria del vento Mercedes al fine di supportare venti a 150 Km/h.

"Per noi che produciamo attrezzatura di alta quota – conferma l'ad Anna, quinta generazione dei Ferrino in azienda – è centrale il test sul campo. E il campo non può che essere la cima di una montagna. Con questo non voglio dire che non ci concentriamo sulle fasi di ricerca e sviluppo".

Ne è un esempio la tecnologia W.T.S. (Welded Technical System), ovvero la sostituzione delle cuciture con delle saldature, che è stata elaborata proprio grazie ai test effettuati nei campi HighLab ed applicata nel 2010 sulla tenda EMPEROR (rendendola così la prima tenda Ferrino senza cuciture). Questi test hanno dimostrato come le cuciture nastrate del tessuto, sottoposte per lunghi periodi ai raggi UV, subiscano delle modifiche strutturali che comportano il distaccamento della nastratura all'interno del tessuto, causando possibili infiltrazioni d'acqua, e il conseguente ricorso alla riparazione. L'utilizzo, invece, della tecnologia W.T.S. testata al campo HighLab, ha permesso di sovvenire questo problema, offrendo così un prodotto all'avanguardia. La stessa tecnologia, l'anno successivo, è stata applicata alla linea dei sacchiletto HL Revolution WTS, nei quali la presenza di canali saldati impedisce, oltre la dispersione del calore, anche la fuoriuscita della piuma che potrebbe avvenire attraverso le normali cuciture. Questa linea di sacchi, inoltre, è dotata di un'ulteriore tecnologia brevettata che unisce il W.T.S. all'utilizzo di fili elasticizzati per offrire un comfort maggiore (fino al 15% in più di spazio a disposizione rispetto un normale saccoletto).

Ma Ferrino non vuole fermarsi a dei "semplici" test, anche se di semplice hanno ben poco essendo così estremi, ma vuole andare oltre, dare la possibilità a chiunque di vivere una vera esperienza di "vita-vissuta" in un vero campo base, potendo contribuire con il proprio feedback al miglioramento dei materiali. Sì, avete letto bene. Ferrino dà la possibilità, in collaborazione con il rifugio Quintino Sella al Felik, di passare una vacanza diversa, rompere la monotonia dei viaggi organizzati, dei posti affollati, delle classiche mete ambite ogni estate.

Ferrino vuole farvi provare l'emozione di vedere l'alba ed il tramonto da una nuova prospettiva, vedere le montagne cambiare colore, dal rosa al bianco accecante al rosso fuoco, sentire il rumore assordante del silenzio, vedere l'infinito davanti a voi frastagliato dalle creste montuose delle Alpi, farvi sentire avvolti da un mare di nubi che in un attimo possono sparire offrendovi un territorio magnifico, uguale ma sempre diverso...

Ecco, Ferrino vuole farvi provare delle emozioni nuove, emozioni che non tutti hanno ancora vissuto, che forse qualcuno ha letto nelle interviste o racconti dei più grandi alpinisti, e si è sempre chiesto "Chissà cosa si prova a stare in una tenda a 4000 metri di quota?"



Bene, ora non vi resta che preparare lo zaino, mettervelo in spalle e salire al campo base HighLab Ferrino per lasciarvi trasportare in una nuova dimensione e vivere, almeno una volta nella vita, una vacanza al di fuori del comune.

Un grazie chiudendo la tenda prima di tornare alla "normalità", può valere più di molti test.

INFO PRATICHE:

Contatti, informazioni, prenotazioni:
E-mail: info@rifugioquintinosella.com
Telefono: +39 0125 366113 / GSM +39 348 8107793
GPS: 45°54'03.8"N 7°47'33.9"E

Il Rifugio Quintino Sella al Felik si trova sul versante italiano del massiccio del Monte Rosa, a 3.585 metri di altitudine. E' meta di una suggestiva escursione che si snoda attraverso la Valle di Gressoney o quella di Ayas. Rappresenta il punto di partenza per l'ascesa al Castore, uno dei 4000 più accessibili delle Alpi, nonché una tappa cruciale per il Tour del Monte Rosa, che attraversa l'intera catena in alta quota, per la salita al Lyskamm Occidentale e per la traversata al Lyskamm Orientale.

Come arrivare al rifugio:
Il principale accesso al rifugio è la Valle di Gressoney, Valle d'Aosta. Da Stafal un servizio di impianti funiviari sale al Colle Bettaforca, 2.670 m, a circa 3 ore dal rifugio. È possibile accedere al rifugio anche dalla Val d'Ayas usufruendo di un servizio di fuoristrada per raggiungere il Colle Bettaforca oppure con una camminata di circa 6 ore.
Da Milano
Autostrada A4 Milano - Torino - Santhià - Ivrea - Aosta - Uscita Pont-Saint-Martin proseguire per 34 km direzione Gressoney-La-Trinité, località Stafal.
Da Torino
Autostrada A5 Ivrea - Aosta - Uscita Pont-Saint-Martin proseguire per 34 km direzione Gressoney-La-Trinité, località Stafal.
Da Genova
Autostrada A26 Genova - Alessandria - Santhià - Aosta - Uscita Pont-Saint-Martin proseguire per 34 km direzione Gressoney-La-Trinité, località Stafal.
Da Champoluc - Ayas
Uscita al casello autostradale di Verrès. Prendere la Val d'Ayas per 32 km fino alla località Saint-Jacques, da dove parte il sentiero che porta al Colle Bettaforca e prosegue per il rifugio (circa 6 ore). È possibile usufruire di un servizio taxi fuoristrada, previa prenotazione (La Carrozza 335-6626748). Importante: le strade che portano al Colle Bettaforca e al Pian di Verra non sono percorribili da automezzi privati non autorizzati.
Accesso da Gressoney-La-Trinité
Partendo dal capoluogo di Gressoney-La-Trinité, si prosegue per circa 4 km e si raggiunge Stafal, dove finisce la strada asfaltata. Dal parcheggio per le auto partono gli impianti di risalita che portano al Colle della Bettaforca a 2.680 m. s.l.m. sino all'imbocco del sentiero numero 9, segnalato dai segnavia di colore giallo.
Il primo tratto del sentiero, fino al Colle Bettolina a 3.100 m., è molto agevole. Prosegue un poco più ripido e corre in mezzo a pietraie fino all'ometto di cresta. Ad inizio stagione e fino a fine luglio questo tratto è generalmente coperto di neve ma data l'affluenza di escursionisti la traccia è solitamente ben battuta.
L'ultimo tratto consiste in una cresta a tratti aerea (circa 30-40 minuti), ma ben attrezzata con una corda fissa dove ci si può assicurare.
Il tempo di percorrenza per giungere al rifugio, per alpinisti mediamente allenati, varia dalle 3 alle 4 ore.
Orario impianti funiviari del Colle Bettaforca stagione 2014
Impianti aperti tutti i giorni dal 28 giugno al 07 settembre da Gressoney-La-Trinité.
Orario estivo dalle 7,30 alle 12,30 dalle 14,15 alle 17,00 ultima corsa. Costo per una corsa di andata e ritorno 17,00 Euro a persona (riduzione per gruppi organizzati a partire da 25 persone).
Verificare sempre gli orari e costi degli impianti di risalito sul sito web del rifugio www.rifugioquintinosella.com



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