Al Monte Pubel in Valsugana la nuova via d’arrampicata dedicata a Jacopo Guderzo

Il mondo parallelo di Aki è una nuova via d’arrampicata dedicata a Jacopo Guderzo, aperta da Francesco Leardi e Fausto Maragno sulla parete dell’Edera al Monte Pubel, Canale del Brenta (Valsugana). Il ricordo per Jacopo.
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Durante l'apertura di Il mondo parallelo di Aki sulla parete dell’Edera al Monte Pubel in Valsugana. Aperta da Francesco Leardi e Fausto Maragno, la nuova via d’arrampicata è stata dedicata a Jacopo Guderzo
archivio Francesco Leardi

Per papà e mamma affettuosamente e semplicemente AKI; per tutti noi eri Jacopo, a volte Gud, talvolta Guderzo. Ognuno di noi aveva un suo modo per mettersi in contatto con te.

Eri in simbiosi con la tua Dacia, che poi era il perenne prestito del papi, di colore grigio celestino, con la portiera posteriore che a volte si incantava; una vettura da mucchio selvaggio con ogni tanto qualche spia che si accendeva e la ventola del motorino del riscaldamento che girava al rovescio

Mi sconvolse non poco la tua passione per l’arrampicata quando mi dicesti che avevi arrampicato per oltre 30 giorni consecutivi: eri un fenomeno di perseveranza ma anche di generosità e disponibilità per tutti gli amici climber che avevano la mezza giornata libera.

Mezza giornata quindi con il Bortoli, magari mezza giornata con il Fisio e per te la giornata intera era fatta. Le dita consumate ma avevi trovato il tempo per venire con me a pulire Uomini senza tempo al Pubel.

Cammino da solo e come sempre con i miei pensieri; comincio ad avvertire il profumo della primavera, le primule sono in fiore, i bucaneve ormai formano uno splendido tappeto sfavillante bianco tra l’erba ancora ingiallita dal passaggio dell’inverno. Tutto quanto ti sarebbe piaciuto molto perché afferravi il colore delle cose e le tramutavi in immagini che immortalavi con il tuo obbiettivo.

In falesia ogni tanto una corda arrivava dall’alto lungo la quale scendevi per fotografare tutti noi... mettiti così, mettiti cosà, aspetta no c’è ancora la luce adatta, prendi quella reglette... Quante foto ci hai lasciato per un lavoro che sai bene sarà portato avanti anche con il tuo nome.

Pochi giorni fa ho incontrato il "conte" in Frenzela, così soprannominato per i suoi modi nobili e gentili e mi ha confidato che non c’è giorno che non ti abbia ricordato; lo sguardo ha scrutato la base della falesia e ho percepito più intensamente il vuoto che hai lasciato.

Ti abbiamo dedicato una via non per fare tante celebrazioni che potrebbero apparire retoriche e scontate, ma per immaginare che tu sia ancora qua, tra noi, a curiosare tra le falesie, alla base delle pareti dove a volte andavi anche da solo e quando mi incrociavi mi ragguagliavi sulle possibili linee di salita che il tuo sguardo intercettava. La tua era una simbiosi perfetta con l’ambiente.

Il Fisio questa mattina mi ha chiamato comunicandomi di avere saputo della conclusione dell’apertura della via: "mandami la relazione vorrei ripeterla…. per Jacopo". Ti avrebbe fatto piacere questa frase ricca di sentimento

Ho incontrato anche il buon Giovanni che con il suo modo di essere così pacato e riflessivo mi ha confidato che le prestazioni migliori in falesia, ironia del destino, le aveva fatte grazie a te e credimi non è poco, perché sappiamo tutti quanto sia importante avere "sotto" una persona in cui riponi fiducia e ti trasmette sicurezza.

Quando terminammo la via Destini incrociati il nome non fu un caso: vi erano state tra la mia vita passata e l’attuale alcune coincidenze che avevano suggerito il nome, ma una non l’avevo afferrata percependola solo ora, a distanza di mesi: il mio maestro di arrampicata a Genova dove sono nato anagraficamente ed alpinisticamente si chiamava Giovanni e di cognome Guderzo ed effettivamente era originario di Marostica.

L’ultima volta che ti ho visto è stata in una situazione piuttosto simpatica. Eravamo di ritorno io e il buon Vellis da una camminata, frutto delle solite mie idee di scoperta del territorio della Valsugana, in un autunno e una giornata dai colori straordinari. Scendendo dal Sasso Rosso decidemmo di passare sotto la falesia di Ori-Biasia apparentemente solitaria. Ad una svolta del sentiero il nostro cammino fu ostacolato dal solito gigantesco sacco grigio della Black Diamond con il quale facevi invidia a Mary Poppins. Non ebbi dubbi era il tuo. Infatti dietro l’angolo fece capolino il tuo faccione sorridente e spensierato. Eri dovunque ma soprattutto eri dovunque mi aggirassi io. Non potevano sfuggirti le mie intenzioni. Ognuno di noi lascia tracce.

Il giorno dopo che te ne sei andato abbiamo completato la variante al Pubel Gocce del passato alla via Destini incrociati che avevamo sviluppato insieme. La nostra mente si carica di ricordi che sono tante piccole gocce, alcune più insistenti, che incidono maggiormente la roccia ed altre meno vigorose che non la scalfiggono.

Con la tua presenza ci hai fatto capire quanto fosse importante la tua persona nel nostro mondo… piccole gocce di vita, di generosità, di altruismo.

Tutti noi abbiamo dei mondi paralleli, più o meno riconoscibili mentre nel tuo non siamo mai riusciti ad entrare, non per sterile o morbosa curiosità bensì per condividere con te emozioni, incertezze, paure. Del tuo intimo traspariva poco ma pensandoci bene il tuo intimo lo scambiavi alla base delle falesie o in parete con le tue battute;i tuoi occhi chiari e i tuoi dentoni erano un tutt’uno di ironia quando mi prendevi per il sedere, ma sapevi bene che stavo al gioco.

Ovviamente non ero uno del "branco", anagraficamente non avrei potuto esserlo, le vostre "cilindrate" erano e sono di diversa qualità e valore ma era sempre gradevole e curioso avere i "pettegolezzi" su come si sviluppavano le vostre prestazioni e per me era un piacere del tutto raro spargere qualche piccola perla di zizzania, ma si sa, tutto fa parte del gioco.

Sono sulla radura in cima alla parete dell’Edera con il buon Fausto, compagno in questa avventura di apertura e ci stiamo accingendo a calarci lungo la parete con le solite calate su corda singola, ormai sempre più vertiginose.

Su un ballatoio roccioso dove immaginavo che avremmo terminato la "tua" via ho trovato un fossile di una bellezza straordinaria, semplicemente appoggiato, un ritrovamento assai raro e inconsueto anche per me che di fossili ne ho sempre trovati molti. Credo, non credo, non so: Jacopo sei stato tu?

Le bandierine tibetane che abbiamo messo sulla cima accanto al libro di via lentamente si sfilacceranno lasciando nel vento le nostre preghiere o meglio i nostri pensieri verso di te, ricordi sereni e consapevoli che dal tuo "Mondo Parallelo", caro AKI , potrai guardare.

di Francesco Leardi

Il mondo parallelo di Aki è la decima via sul Monte Pubel, dopo Il Re… Spiro delle stregheA…spIttando il GiroAlpinisti senza RolexX sempre X, La misura del tempoDestini IncrociatiUomini senza TempoSogno e realtà e Il tempio dell’edera.

SCHEDA: Il mondo parallelo di Aki sul Monte Pubel in Valsugana




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