Mike Kosterlitz, Nobel per la fisica
Ha fatto quasi più rumore nell’ambiente alpinistico che in quello dei fisici la notizia dell’assegnazione del premio Nobel per la fisica a Mike Kosterlitz (in condivisione con David Thouless e Duncan Haldane. Perché Kosterlitz (che già era stato insignito nel 2000 del prestigioso premio Onsager per i suoi studi di meccanica statistica della materia condensata) è diventato nel corso degli anni una sorta di personaggio leggendario del mondo dell’arrampicata, specialmente in Italia grazie al ruolo da lui avuto, insieme a Motti, Grassi e gli altri del “Nuovo mattino”, nei primi anni settanta nella scoperta delle pareti granitiche della Valle dell’Orco, e dei blocchi alla loro base. Vie come il Pesce d’aprile ad Aimonin, o il Sole nascente sul Caporal, e la celeberrima fessura che porta il suo nome alla base del Sergent, sono state allora delle pietre miliari della nuova arrampicata, e tuttora delle grandi classiche di riferimento.
Ma non tutti sanno che, ben al di là del segno lasciato sulle rocce dell’Orco, Kosterlitz era già, quando giunse come borsista all'Istituto di Fisica Teorica dell'Università di Torino nell’autunno del 1969, un alpinista di alto livello, con al suo attivo tra l’altro una delle prime salite del diedro Philipp in Civetta, la prima ripetizione della via degli americani al Dru, fatta con Mick Burke nel 1966, e una via nuova sulla nord del Badile, tracciata nel 1968 insieme a Dick Isherwood per sbaglio, in un tentativo di ripetere la via Corti, tirando su dritti dove invece la via di Corti obliqua decisamente a sinistra. Scozzese di origine, formatosi alla scuola dura e pura dell’arrampicata britannica, Kosterlitz ha continuato poi a realizzare belle salite dopo il trasferimento negli Stati Uniti (c’è una splendida via in fessura Kosterlitz-Highbee nei Bugaboos ).
Gravi problemi di salute lo hanno costretto ad abbandonare precocemente l’arrampicata e alpinismo, e la sua vita si è concentrata sulla ricerca scientifica e sull’attività di docente alla Brown University di Providence, in Rhode Island. E’ però bene ricordare che le ricerche che gli hanno valso il massimo riconoscimento, sulle proprietà topologiche di strati sottili di materia che possono dare conto di fenomeni peculiari quali la superconduttività, sono state svolte nei primi anni settanta; arrampicare, così sembra, fa bene alla creatività scientifica – o viceversa?