Makalu invernale: termina l’avventura di Nives Meroi, Benet e Vuerich

Dopo il team kazaco anche Nives Meroi, Romano Benet e Luca Vuerich.sono costretti ad abbandonare il tentativo di prima salita invernale del Makalu per le difficilissime condizioni meteo.
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Una fase della salita invernale
arch. Meroi-Benet-Vuerich
Termina l’avventura sul Makalu anche per Nives Meroi, Romano Benet e Luca Vuerich. Dopo che la settimana scorsa anche il team kazaco, composto da Denis Urubko, Serguey Samoilov, Eugeny Shutov e Gennady Durov, aveva gettato la spugna per le condizioni meteo davvero proibitive riservate dalla 5a montagna per altezza del mondo. Un vento impossibile (che ha letteralmente fatto volare Samoilov) e il ghiaccio duro come il marmo che ricopriva il Makalu li ha fatti desistere.

Per la spedizione tarvisiana, rimasta per tentare l’impossibile fino all’ultimo, tutto invece è finito ieri sera (20,30 ora locale), quando il Campo base è stato letteralmente sconvolto da raffiche fortissime di vento. Risultato: il materiale e il cibo spazzati e sparsi via chissà dove, ed irrecuperabili. Un duro “colpo” per la spedizione, di quelli in puro stile dell’Himalaya nella stagione più brutta.

Un botta da cui non è possibile rimettersi visto che si aggiunge alle ultime lunghissime giornate al base bloccati dal maltempo: è dal 28 gennaio che la tempesta imperversa… e ancora alla scoperta che probabilmente la tenda installa a 6800m, con tutto il materiale da scalata, è stata spazzata. E’ una situazione che non lascia scampo. In queste ore il team dei tarvisiani sta aspettando i portatori per iniziare il trekking di ritorno.

Peccato… il team aveva installato un campo a 6800m e piazzato un deposito di materiale a 7000m. Ma è bene ricordarsi che il Makalu è uno degli “ossi” più duri tra i 14 Ottomila, figuriamoci d’inverno. Non per niente è uno dei 5 Ottomila che aspettano ancora la prima salita… Questo gli tutti gli alpinisti lo sanno.

Lo sanno anche Nives e Romano al loro secondo tentativo in pochi mesi su questa montagna. E lo sa Luca Vuerich che il 26 gennaio scorso così scriveva sul diario della spedizione: “Pochi giorni prima della partenza da casa, navigando su un forum lessi una frase che mi è rimasta in mente e che diceva più o meno così: Il Makalu ce l'avrà dura quest'inverno a resistere agli attacchi di Denis Urubko e degli italiani.” Concluso il racconto del durissimo tentativo sino a 7000m Luca commenta: “Ore 16, siamo al "caldo" in tenda mensa al cb. Dopo 3 scodelle di zuppa calda il mio corpo si sta finalmente scaldando. Mi torna in mente quella frase del Forum, sorrido e penso che se il Makalu continuerà a prenderci a calci in questa maniera, per noi sarà molto, ma molto difficile salirlo.”

E’ finita proprio così: questa volta è stato impossibile salirlo… lo sapevamo tutti che era molto difficile. Ma tutti sappiamo che ci sarà un'altra volta in cui lo sarà. Intanto Nives come sempre si distingue: "Mi dispiace" ha detto alla sorella Leila al satellitare "abbiamo cercato di recuperare più materiale possibile, ma è un'impresa impossibile: il vento l'ha sparpagliato chissà dove. Voglio scusarmi con le spedizioni che arriveranno la prossima primavera... se troveranno qualcosa, non è spazzatura che abbiamo lasciato deliberatamente".

09-febbraio-2008: MAKALU BC
dal diario della spedizione a cura di Leila Meroi

Sono circa le 14 (ora italiana) quando ricevo una telefonata di Nives. Il gruppo si trova al CB, pronto all’evacuazione. Lungi da noi, come sempre, l’intenzione di ‘fare epica’, ma stavolta è davvero il caso di dire che abbiamo raggiunto il limite.
In breve il riassunto di quanto accaduto in settimana.
Mercoledì il vento è ancora fortissimo ma il gruppo aspetta con pazienza una finestra di tempo stabile per tentare la salita alla vetta. Hanno ancora qualche giorno a disposizione e nonostante tutto si sentono in buona forma fisica. Monitorando la parete però si rendono conto che la tenda a 6500 m è scomparsa, probabilmente strappata via daltempo impossibile forte vento degli ultimi giorni. Nella tenda c’è tutto l’occorrente per la scalata e, qualora fosse effettivamente andata persa, la spedizione sarebbe irrimediabilmente compromessa. Il gruppo decide così di organizzarsi per andare a cercarla, l’indomani mattina. Giovedì tuttavia il meteo peggiora, aggiungendosi anche nebbia e neve. I ragazzi ci provano comunque, ma il tentativo fallisce subito, costringendoli al CB. Da allora il vento ha continuato ad aumentare in intensità.
Stanotte una raffica fortissima ed improvvisa ha letteralmente distrutto il campo base: la folata ha risucchiato tenda mensa e tenda deposito, trascinando con sé tutto il materiale, viveri compresi. I ragazzi raccontano che erano circa le 20:30 (ora locale) quando, all’interno delle loro tende, si sono letteralmente sentiti sollevare, tanto che il risucchio del vento aveva addirittura tolto loro il fiato, impedendogli per un attimo di respirare. Stamattina l’amara scoperta e, fra lo sbalordimento e l’autoironia (quella di chi a questo punto non ha più niente da perdere, se non la salute - mia sorella al telefono l’ha buttata sul ridere…) la decisione forzata di correre qua e là per la morena a cercare quel poco di materiale recuperabile e, una volta raccolto, organizzarsi per scappare al riparo, già domani, all’Hillary BC - dove dovrebbe esserci ancora qualcosa da mangiare.
Inutile dire che nonostante lo sforzo non hanno recuperato niente; impossibile anche farli soccorrere dall'elicottero, dato che il vento è troppo forte e volare lassù proibitivo. Cercheranno dunque di arrangiarsi come possono per la notte e partire all’alba. Una volta giunti al CB inferiore aspetteranno i portatori, che dovrebbero esser lì per il 14 febbraio.
Purtroppo non hanno più nemmeno i pannelli solari, quindi sarà impossibile ricaricare il telefono. Inoltre, tanto per non farci mancare nulla, il Thuraya (la compagnia di telefonia satellitare che utilizziamo nel corso delle spedizioni) nell’ultimo periodo ha problemi con le linee italiane, per cui ci è impossibile metterci in contatto con gli alpinisti, né inviare/ricevere sms. Per farla breve, sono letteralmente ‘tagliati fuori dal mondo’.
Speriamo dunque che la batteria regga fino all’arrivo dei portatori e che non ci siano ulteriori novità...

Note: Tutti gli Ottomila (senza ossigeno supplementare) saliti da Nives Meroi e Romano Benet:
Everest (2007)
Dhaulagiri (2006)
K2 (2006)
Lhotse (2004)
Gasherbrum 1 (2003)
Gasherbrum 2 (2003)
Broad Peak (2003)
Cho Oyu (2003)
Shisha Pangma (1999)
Nanga Parbat (1998)

arch. news Meroi - Benet
nives.alpinizem.net
Expo Grivel
www.montura.it



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