La via Angoscia al Monte Pasubio nelle Piccole Dolomiti finalmente ripetuta
Salire le vie aperte dalla cordata Micheletto, Pierantoni, Dalle Nogare, Galasso, porta con sé ammirazione, gran rispetto e una sorta di paura… nel non sapere se riuscirai veramente a salirle! Aggiungiamo il nome Angoscia e immediatamente si pensa a cosa abbiano provato gli apritori durante la salita. Per ripetere questa via, infatti, ci è voluta l’ispirazione e i compagni di cordata giusti, un po’ di pazzia e, chi li conosce lo sa, un po’ di pepe nel…!
Partiamo con le scarpe o sistemiamo le soste per tornare in doppia? Puntiamo ad arrivare in cima e parte il viaggio nella quinta gialla del Sojo Rosso, lungo una via che tiro dopo tiro si rivela un capolavoro di chiodatura e pelo sullo stomaco!
Convinti, primo tiro facile, sosta. Marco aggiunge un chiodo, lo togliamo, anzi no, ci proviamo, ma il manico del martello si spezza! …mmm, brutto presagio, in una via tutta a chiodi, magari da ribattere e con difficoltà fino al VIII e A3, rimane un martello in tre! Non importa. Arriviamo al tiro chiave e spunta l’aquila… secondo brutto presagio, aspetta un bel banchetto di scalatori da quattro schei. Tiè, le facciamo e su, ci troviamo al libro di via: che bello ritoccarlo, rimasto chiuso lì per 18 anni!
Ore 15:30, ancora un’ora e mezza di luce, via di corsa, mancano solo i due tiri più facili della via. Ecco, mai sottovalutare il Pasubio e nemmeno la combriccola di apritori. Arriviamo ai prati sommitali appena in tempo per accendere le frontali, ci perdiamo tra le mughe e finalmente giù per il Voro d’Uderle.
Ritornati agli zaini all’attacco della via ci diamo la mano, realizzando il valore della salita appena conclusa. Un valore veramente grande che abbiamo sentito nella voce di Andrea subito dopo in auto: "Mi avete fatto emozionare" ci dice "Ho telefonato subito all’Aldo e poi mi ha chiamato anche Sandro." L’ha ripetuto più volte, con tutta la sincerità e umiltà che lui, Aldo, Beppe e Sandro sempre dimostrano.
Da “bocie” li ammiravamo come alpinisti con la A maiuscola, irraggiungibili. Ora è una lusinga essere loro amici, e chiacchierare delle loro vie, che siamo riusciti a toccare con mano, ci riempie il cuore.
Marco Toldo, Ivo Maistrello (C.A.A.I.) e Diana Sbabo
Angoscia
Dicembre 2002. Andrea Micheletto “Aldo”, Andrea Dalle Nogare, Alessandro Galasso, salgono la via Angoscia nella quinta gialla del Sojo Rosso sul Monte Pasubio. Aperta in 25 ore, a chiodi lungo i tiri e spit piantati a mano alle soste, chiamata Angoscia proprio per le alte difficoltà, le tensioni e i pensieri dei compagni di sosta. Una linea logica dentro il mondo giallo del Sojo Rosso che non ha nulla da invidiare a importanti salite nelle pareti delle Dolomiti. Un gran merito ad Andrea Micheletto, Andrea Dalle Nogare, Alessandro Galasso e Giuseppe Pierantoni come una tra le più forti cordate a cavallo del nuovo millennio.
SCHEDA: Angoscia, Sojo Rosso, Monte Pasubio, Piccole Dolomiti