La Churri, nuova cascata di ghiaccio in Val Travenanzes
L'inverno è bello perché vario. Per noi ghiacciatori dell’est, sempre attenti alle precipitazioni autunnali per capire come sarà il ghiaccio in Dolomiti, quest’anno la stagione sembrava partire "full gas". La giusta pioggia e l’abbondante neve di dicembre avrebbero dovuto creare cose spaziali… In realtà, le aspettative sono un po’ in ritardo causa un fronte di alta pressione che staziona sopra la nostra regione (e non solo) con temperature non propriamente invernali da prima di Natale.
Le sorprese però non sono mancate e alcune linee (non proprio dietro l’angolo) aperte in quasi "total dry" negli anni precedenti, quest’anno si sono rivelate delle vere e proprie cascate di ghiaccio.
Appunto per questa ragione, il 29 dicembre con l’inarrestabile Diego Toigo decidiamo di entrare in Val Travenanzes a "sbirciare", consapevoli che potrebbe essere un buco nell’acqua.
Sono infatti 19 anni che frequento questa valle delle meraviglie o piccolo Canada del Ice e conoscendo la lenta ma duratura formazione, non sono mai entrato prima del 20 gennaio ma contrariamente alle nostre aspettative, riusciamo a divertirci su alcune linee con simpatiche candele.
Uscendo dalla valle, lo sguardo di entrambi cade su una linea che a memoria non avevo mai visto, o quanto meno, non ricordavo. In un attimo ci trasformiamo bambini e tra foto, zoomate, decidiamo che bisognava provarci. Una linea bellissima, ma con una lunga sezione di roccia per prendere il free standing.
Passano i giorni, gli impegni famigliari e le feste impediscono (giustamente) ad entrambi di liberarci, intanto arriva l’anno nuovo e con lui anche il "campèon" Santiago Padros, che mi propone di aggregarmi per una nuova salita il 4 gennaio.
Con sommo dispiacere dovrò passare la mano, invitandolo però a sua volta, a venire con noi in Travenanzes il giorno della Befana ad aprire la linea vista. Detto, fatto, carichi come molle, ci ritroviamo al park ancora con il buio, ognuno con il suo zaino bello carico.
Si parte. La neve trasformata permette di camminare veloci e in poco più di un’ora siamo da soli sotto la parete. Un breve e facile saltino porta su una comoda e larga cengia e con breve traverso si raggiunge la verticale della linea che vogliamo salire.
Si gioca ad estrazione per chi parte e toccherà a Diego affrontare la parete di roccia che porta al free standing; con eleganza sale una breve sequenza di ghiaccio a cavolfiori per poi superare una placca di 10 metri leggermente strapiombante. La roccia stupenda a buchi gli permette in alcuni tratti di salire con le mani, offrendo la possibilità di usare friend, chiodi e cordini su clessidre. Diego in superpompa, riesce a piantare un ottimo chiodo collegato con clessidra prima di trasferirsi sulla candela e così, dopo un "Olè" da parte nostra, prosegue la zona ghiaccio formata da un muro molto lavorato e di non facile protezione.
Siamo ancora soli in questa valle, all’orizzonte nemmeno l’ombra di sci alpinisti, o ice climbers, ma solo l’urlo di gioia di Diego dopo 40 metri in sosta. Grande Diego!
Ora mi aspetta solo ghiaccio di ottima qualità fino in cima con bellissime sezioni molto verticali e da pulire dalle frange.
Felice di aver aggiunto un’altra linea nuova in questa Valle a me cara assieme a dei soci d’eccezione, ci congratuliamo con le solite domande: come la chiamiamo? Dopo varie proposte, Santi propone La Churri che in spagnolo vuole significare la propria donna, ovvero nel mio caso, colei che con Santa pazienza mi permette ogni volta di vivere questi momenti indimenticabili.
Un grazie a due persone eccezionali come Santiago Padros e Diego Toigo, per l’ottima compagnia, la simpatia e l’umiltà.
Beppe Ballico CAAI orientale
SCHEDA: La Churri in Val Travenanzes