Kapura South, prima salita nella Nangma Valley per Daniela Teixeira e Paulo Roxo
Teixeira e Roxo hanno scelto la Nangma Valley per due motivi: in primo luogo perché per salire cime al di sotto dei 6500m non servono ufficiali di collegamento e permessi costosi, ma anche perché prima della partenza non erano riusciti a trovare informazioni sulla valle. "Il fatto che non avessimo trovato nessuna foto o informazioni sulla fine della valle, relativamente al ghiacciaio sul suo fondo dove si trovano il Kapura e K6, aveva suscitato la nostra curiosità” ci ha spiegato Teixeira; aggiungendo poi: “Sapevamo che avremo avuto un sacco di possibilità per aprire una grande via, o in montagna o sulle grandi pareti di roccia. Ed è successo esattamente questo."
KAPURA SOUTH di Paulo Roxo e Daniela Teixeira
Era il nostro primo viaggio nella Nangma Valley e non avevamo in mente nessun obiettivo preciso, anche se volevamo salire una cima in stile leggero, oppure aprire una via di roccia su una delle big walls della zona. Durante le nostre ricerche prima della partenza non eravamo riusciti a trovare alcuna informazione o foto della parte più alta della valle, quindi le nostre aspettative erano alte.
Durante la nostra prima ricognizione abbiamo subito trovato il nostro obiettivo. In fondo all'ultimo ghiacciaio, a sinistra del K6, eccola lì, una bella cima con uno sperone incredibilmente elegante che portava direttamene in cima al Kapura South. Questa è diventata la via dei nostri sogni. Sembrava una linea senza evidenti pericoli oggettivi come seracchi, grossi pendii a rischio di valanghe o tratti esposti a caduta sassi.
Tra il 25 e il 27 di agosto abbiamo fatto il nostro primo giro di acclimatamento. Abbiamo esplorato il ghiacciaio e trovato un percorso bello, veloce e abbastanza semplice per raggiungere la base del Kapura. Questa è stata la prima buona sorpresa: occorreva solo un'ora e mezza per attraversare il ghiacciaio!
Alle 04:00 del giorno successivo abbiamo iniziato a salire la prima parte della via che ci ha portato ad un evidente colle sullo sperone sud-ovest dove abbiamo lasciato del cibo. Abbiamo continuato per facili roccette per altri 200m, poi abbiamo salito 6 tiri di ghiaccio, neve e misto facile. Durante la discesa in doppia il sole ha illuminato la parete e ci siamo resi conto che avevamo affrontato due sezioni pericolose, due tiri di traverso estremamente esposti alla caduta di sassi. Per essere più sicuri durante la salita successiva, abbiamo deciso che avremmo attraversato queste sezioni in piena notte. Eravamo consapevoli che questa prima giornata e l'acclimatamento sulla via ci avrebbe rovinato il perfetto stile alpino della salita. Tuttavia, non abbiamo fissato nemmeno un metro di corda e durante il tentativo per la cima abbiamo dovuto salire nuovamente il tutto.
Dopo alcuni giorni di brutto tempo abbiamo ricevuto l'informazione che dal 5 al 11 settembre il tempo sarebbe stato perfetto; molto sole e quasi assenza di vento. Il 5 abbiamo lasciato il nostro campo base e in circa 5 ore abbiamo raggiunto la tenda sul ghiacciaio, alla base del Kapura.
Alle 03:00 del giorno successivo abbiamo lasciato il ghiacciaio e, con la tenda da bivacco e tutta l'attrezzatura, abbiamo risalito i primi 500m della via, ripetendo la linea fino al colle a 5700m che abbiamo denominato Alam’s col, in onore del figlio del nostro cuoco. Al colle siamo a malapena riusciti a costruire una piattaforma per il nostro piccolo bivacco e, attaccati sempre alle nostre corde, ci siamo riposati per qualche ora prima del tentativo per la vetta.
Alle 1:30 di notte siamo ripartiti per la seconda parte della via, quella principale e ci siamo trovati difronte ad una parete ripida, attorno ai 60-65 °, con ghiaccio duro nascosto sotto un sottile strato di neve caduta durante i precedenti giorni di maltempo. Queste condizioni ci hanno costretti a salire assicurati fino in cima. Dopo circa 500 metri di ghiaccio abbiamo raggiunto, verso le 7:00 di mattina, la fascia rocciosa a metà parete. Lì ci siamo spostati inizialmente a destra, poi a sinistra, in cerca della via giusta per raggiungere il secondo grande pendio di ghiaccio verso mezzogiorno. Sui 5 tiri del traverso, invece del ghiaccio buono, un sottile strato di neve copriva la roccia e questo ci ha costretti ad alcuni passaggi di misto delicati.
Abbiamo impiegato molto tempo a salire l'ultima parte della via e spesso ci siamo chiesti se continuare oppure scendere. Era ormai diventato ovvio che avremo dovuto scendere di notte. Le 2 del pomeriggio erano passate ed una discesa notturna era diventata reale. Alla fine abbiamo deciso di continuare verso l'alto, confidando soprattutto sulla buone previsioni meteo e sulle condizioni del ghiaccio, perfetto per calarsi con le Abalakov.
Alle 18:00 abbiamo raggiunto la cima inviolata del Kapura South, e abbiamo calcolato l'altitudine approssimativa a 6350m. Non avevamo con noi il GPS, così abbiamo stimato la quota in un secondo momento, confrontando l'altitudine della cima principale del Kapura (6544 m) con quella su cui siamo saliti, prendendo in considerazione la lunghezza della nostra via e l'angolo medio del pendio.
Durante la discesa abbiamo lasciato in parete alcune fettucce usate per le Abalakov e su alcuni chiodi nella fascia rocciosa (felici di aver trovato fessure decenti nel buio della notte!). Finalmente alle 03:15 abbiamo raggiunto il nostro piccolo bivacco al Col di Alam, 25 ore e 45 minuti dopo la partenza. Stanchi e con una grande siete ci siamo riposati per il resto della giornata. Poi, alle 03:30 del 9 settembre (per evitare il pericolo di caduta massi tra il Col di Alam e il ghiacciaio), abbiamo iniziato la discesa verso campo base che abbiamo raggiunto alle 11:30, giusto in tempo per il pranzo!
Il nostro cuoco Altaf ci è venuto incontro alla fine del ghiacciaio e abbiamo scoperto che aveva trascorso tutta la giornata guardando la montagna con il binocolo; ci aveva seguito fino alla cima (e i suoi occhi erano ancora rossi!). Abbiamo chiamato questa nuova via "Never Ending Dreams", 1300m, 70º M4. Questa è la prima via che sale sul Kapura dalla Nangma Valley.