Illuminati: seconda ripetizione per Svab e Premrl
Seconda ripetizione di “Illuminati” per il triestino Erik Svab e lo sloveno Klemen Premrl sulla super-via multi-pitch di arrampicata su misto moderno in Vallunga (Val Gardena, Dolomiti)
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Erik Svab sul primo tiro di Illuminati
Svab-Premrl
Le cinque lunghezze di “Illuminati” M11 WI6+, la bellissima e altrettanto “delicata” via di misto moderno della Vallunga (Val Gardena, Dolomiti), salita il 24 gennaio 2006 dall’austriaco Albert Leichtfried e ripetuta per la prima volta quest’inverno da Florian Riegler e Herbert Klammer, ora hanno la loro seconda ripetizione e terza salita assoluta.
Lo scorso fine settimana, infatti, è toccato allo sloveno Klemen Premrl e al triestino Erik Svab cogliere il “brivido illuminato” su quella che a ragione è considerata una delle multi-pitch di misto moderno più difficili al mondo. Anzi come afferma Svab - autore l’anno scorso della prima ripetizione assoluta e della prima salita senza speroni della via Jedi Master in Val d’Aosta (altra via multipitch di misto tra le top assolute) – Illuminati è “probabilmente la via più difficile di questo tipo nelle Alpi e al mondo”.
I singoli tiri di Illuminati, secondo Premrl ed Erik, hanno difficoltà di M11, M10+, M8 WI5, WI6+. I due, che in precedenza avevano già salito le prime tre lunghezze della via, hanno usato una corda singola da 70 metri e una mezza corda da 60 m per le doppie. Inoltre, mettono l’accento su una raccomandazione: Illuminati va affrontata con la giusta preparazione psico-fisica e in condizioni di gran freddo, dato che è esposta in pieno sud e il ghiaccio prende in pieno il sole. A buon intenditore…
Illuminati... dal sole
di Erik Svab
“Questo inverno sembrava un po’ sfigato, prima per inutili incomprensioni non mi sono allenato come avrei voluto nella nostra grotta a Trieste e poi in slitta coi miei due bambini mi sono criccato una costola che dopo due mesi continua ancora a darmi fastidio. Per non parlare dei casini al lavoro che non mi lasciano il tempo di allenarmi con regolarità... Ma nonostante tutto sono riuscito con testardaggine a ripetere questa seconda multipitch estrema di misto moderno.
Una prima volta a vagare nella nebbia per 6 ore arrivando (lo abbiamo scoperto solo dopo) a 100 metri dalla parete senza trovarla... La seconda volta con Klemen abbiamo provato i primi tre tiri, riuscendo a salire il primo in due tentativi e fallendo per poco il secondo in flash. Dopo un’intera settimana a pregare che San Freddo tenga su le candele siamo tornati (probabilmente nell’ultimo fine settimana utile) e l’abbiamo salita.
Giornata perfetta, freddo intenso al mattino (-12°), bel tempo con sole e aria frizzante, riscaldamento sul primo tiro e poi due percorsi netti sui primi due tiri sia per me che per Klemen, entrambi da primi grazie al nostro terzo compagno Uros Saksida che pazientemente ci assicura. Il primo tiro è fisico, intenso e di continuità, secondo noi M11 ci sta. Il secondo è difficile e fisico all’inizio, poi diventa resistenza pura fino alla sosta, forse M10+.
La roccia è spesso delicata o addirittura marcia perciò bisogna porre particolare attenzione a come si arrampica perché è molto facile rompere qualche aggancio e cadere. Il terzo tiro è un traverso più facile per prendere l’enorme e impressionante candela sospesa di oltre 20 metri e saltare fuori dall’immensa volta strapiombante. Si tratta di una vera via di misto, con la presenza del ghiaccio su tutti i tiri. La candela finale è spezzata in cima e sopra si è formato un vero e proprio tetto per il crollo continuo del ghiaccio dovuto al caldo. Con l’esperienza e la calma delle vecchie volpi puliamo il ghiaccio spaccando le candelette e dopo un’ora di lotta usciamo in cima.
E’ sicuramente la nostra via di misto più difficile, più dura e continua di Jedi master e probabilmente la via più difficile di questo tipo nelle Alpi e al mondo. Salirla al secondo tentativo è una bella soddisfazione, anche se un prezzo comunque l’ho pagato: sull’ultimo tratto di ghiaccio mi sono tirato sul mento un blocco di ghiaccio: 4 punti di sutura ma pronti per la prossima avventura! Alla fine poi non ci siamo neanche bagnati, basta avere una bella giacca della Montura ;-) ”
Erik Svab
CAAI - Club Alpino Accademico Italiano
Lo scorso fine settimana, infatti, è toccato allo sloveno Klemen Premrl e al triestino Erik Svab cogliere il “brivido illuminato” su quella che a ragione è considerata una delle multi-pitch di misto moderno più difficili al mondo. Anzi come afferma Svab - autore l’anno scorso della prima ripetizione assoluta e della prima salita senza speroni della via Jedi Master in Val d’Aosta (altra via multipitch di misto tra le top assolute) – Illuminati è “probabilmente la via più difficile di questo tipo nelle Alpi e al mondo”.
I singoli tiri di Illuminati, secondo Premrl ed Erik, hanno difficoltà di M11, M10+, M8 WI5, WI6+. I due, che in precedenza avevano già salito le prime tre lunghezze della via, hanno usato una corda singola da 70 metri e una mezza corda da 60 m per le doppie. Inoltre, mettono l’accento su una raccomandazione: Illuminati va affrontata con la giusta preparazione psico-fisica e in condizioni di gran freddo, dato che è esposta in pieno sud e il ghiaccio prende in pieno il sole. A buon intenditore…
Illuminati... dal sole
di Erik Svab
“Questo inverno sembrava un po’ sfigato, prima per inutili incomprensioni non mi sono allenato come avrei voluto nella nostra grotta a Trieste e poi in slitta coi miei due bambini mi sono criccato una costola che dopo due mesi continua ancora a darmi fastidio. Per non parlare dei casini al lavoro che non mi lasciano il tempo di allenarmi con regolarità... Ma nonostante tutto sono riuscito con testardaggine a ripetere questa seconda multipitch estrema di misto moderno.
Una prima volta a vagare nella nebbia per 6 ore arrivando (lo abbiamo scoperto solo dopo) a 100 metri dalla parete senza trovarla... La seconda volta con Klemen abbiamo provato i primi tre tiri, riuscendo a salire il primo in due tentativi e fallendo per poco il secondo in flash. Dopo un’intera settimana a pregare che San Freddo tenga su le candele siamo tornati (probabilmente nell’ultimo fine settimana utile) e l’abbiamo salita.
Giornata perfetta, freddo intenso al mattino (-12°), bel tempo con sole e aria frizzante, riscaldamento sul primo tiro e poi due percorsi netti sui primi due tiri sia per me che per Klemen, entrambi da primi grazie al nostro terzo compagno Uros Saksida che pazientemente ci assicura. Il primo tiro è fisico, intenso e di continuità, secondo noi M11 ci sta. Il secondo è difficile e fisico all’inizio, poi diventa resistenza pura fino alla sosta, forse M10+.
La roccia è spesso delicata o addirittura marcia perciò bisogna porre particolare attenzione a come si arrampica perché è molto facile rompere qualche aggancio e cadere. Il terzo tiro è un traverso più facile per prendere l’enorme e impressionante candela sospesa di oltre 20 metri e saltare fuori dall’immensa volta strapiombante. Si tratta di una vera via di misto, con la presenza del ghiaccio su tutti i tiri. La candela finale è spezzata in cima e sopra si è formato un vero e proprio tetto per il crollo continuo del ghiaccio dovuto al caldo. Con l’esperienza e la calma delle vecchie volpi puliamo il ghiaccio spaccando le candelette e dopo un’ora di lotta usciamo in cima.
E’ sicuramente la nostra via di misto più difficile, più dura e continua di Jedi master e probabilmente la via più difficile di questo tipo nelle Alpi e al mondo. Salirla al secondo tentativo è una bella soddisfazione, anche se un prezzo comunque l’ho pagato: sull’ultimo tratto di ghiaccio mi sono tirato sul mento un blocco di ghiaccio: 4 punti di sutura ma pronti per la prossima avventura! Alla fine poi non ci siamo neanche bagnati, basta avere una bella giacca della Montura ;-) ”
Erik Svab
CAAI - Club Alpino Accademico Italiano
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