Goulotte fantasma alla Punta Sant'anna
Il 6 febbraio 2011 Luca Maspes, Annalisa Bonfanti e Anna Ceruti hanno salito la Goulotte Santanna (250m, parete sud est della Punta Sant'Anna 3171m, Val Porcellizzo, alta Val Masino).
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Goulotte Santanna, Luca Maspes in azione
arch. L. Maspes
Luca Maspes Rampikino più le due Anne (Annalisa Bonfanti e Anna Ceruti) e la Punta Sant'Anna, ovvero la proposta di un'altra Val Masino con le piccozze e ramponi. Quella che richiama scenari che (per pigrizia) a volte sembrano riservati solo al Monte Bianco. Ma basta la voglia di metterci il naso, e soprattutto le gambe, per scoprire quelle linee incassate e nascoste nel granito che aspettano solo di essere salite. Occorre intuirle. Cogliere, con un po' di fortuna, l'attimo giusto. E la bella avventura è compiuta... lontano dalla folla. Questa è Santanna, la goulotte fantasma della Punta Sant'anna.
Chissà quante ce ne sono di goulotte fantasma... ci scrive Luca Maspes, cogliendo l'occasione anche per dare un sguardo alle cascate più in basso...
GOULOTTE "FANTASMA" NELL'ALTO MASINO di Luca Maspes
Oggi siamo probabilmente sulla prima goulotte ufficiale del Masino, inteso sulle pareti dei suoi versanti Sud. Mi arrischio ad ammetterlo, perché ci ho pensato tutta la discesa. A parte qualche breve tratto incontrato durante le invernali sulle vie di roccia, mai avevo trovato linee diritte ed incassate così.
Non una via nuova, perché qualcuno tanti anni fa era sicuramente salito da questi canalacci di rocce decomposte. Piuttosto qualcosa di simile ai couloir ghiacciati del Tacul, quelle goulotte dove si fanno le code, perché in tanti investono più sulla fama del luogo, sulla vicinanza alle funivie e sulla certezza di non dover buttare via una domenica per andare chissà dove.
Chissà quante ce ne sono in questi periodi nelle pieghe del granito, le immagino in Val di Zocca, in Val Torrone, qui a fianco sul Badile ne vedo una che sale tutta la parete Sudovest. Per prenderle ci vorrebbe un giro d'elicottero ogni due giorni, una webcam ogni rifugio; essere un local in questo caso non serve, sono tutte su là le linee di ghiaccio fantasma, non le vedo, per questo quando le fai la soddisfazione è tripla.
Giù in bassa valle non c'è affollamento questo weekend, attraverso i forum di internet e gli sms ho sconsigliato a tutti di mettersi in coda sulle cascate più famose, ormai al limite del crollo con questo zero termico di valori quasi estivi. Solo sul Gran Couloir del Monte Lobbia abbiamo visto una cordata che attaccava, e c'era da aspettarselo. Anche questo frutto del tam tam di internet: uno va a salire e dice "ok, condizioni ottime", il giorno dopo sai già che qualcun'altro sarà lì. Curiosa la storia di questo canale-cascata, salito quasi vent'anni fa, indicato solo sulle guide locali e ora riscoperto dalla massa rischiando addirittura la coda per salirlo.
Magari succederà anche alle cascatelle nuove che ho salito un mese fa, primo ed unico giorni di ghiaccio per me in questa stagione. A 10 minuti da casa le guardavo dalla finestra della cucina, il mio termometro personale per le condizioni. E dopo 20 anni che le guardo scopro che su quella bastionata ci starebbero una decina di linee di ogni tipo, dalle candele ai tiri di dry tooling, uno a fianco all'altro, comodi e con ingaggio "da palestra". Con Ricky Sala ne salgo solo una di due tiri, poi il sole dei giorni dopo distrugge tutto.
Invece qui in alto, per venire fin quassù senza una meta ben precisa, mi capita di scalare con le ragazze, che non vivono di sola prestazione e forse riescono ad associare di più una sfacchinata nell'alta Valmasino completamente innevata, silenziosa e fredda a qualcosa di unico, anche senza il risultato certo. E all'alba c'è da piangere vedendo l'ambiente qui intorno.
6 ore a piedi per arrivare fin qui all'inizio della novità del giorno, alternando ramponi e ciaspole e dormendo nel bivacco invernale del rifugio Gianetti… tutto per soli 250 metri di ghiaccio ed infine metterci di più a calarsi cercando di piantare chiodi insicuri che a salire la linea, una linea sulla Punta Sant'Anna salita proprio con due Anne… :-)
Volevamo fare esplorazione sul Cengalo, ma l'amica Anna sa quanto sono "famoso" per cambiare programmi in corsa. Anche oggi però ci è andata di lusso, abbiamo trovato il nostro regalo.
Luca Maspes
masinoclimbing.blogspot.com
Chissà quante ce ne sono di goulotte fantasma... ci scrive Luca Maspes, cogliendo l'occasione anche per dare un sguardo alle cascate più in basso...
GOULOTTE "FANTASMA" NELL'ALTO MASINO di Luca Maspes
Oggi siamo probabilmente sulla prima goulotte ufficiale del Masino, inteso sulle pareti dei suoi versanti Sud. Mi arrischio ad ammetterlo, perché ci ho pensato tutta la discesa. A parte qualche breve tratto incontrato durante le invernali sulle vie di roccia, mai avevo trovato linee diritte ed incassate così.
Non una via nuova, perché qualcuno tanti anni fa era sicuramente salito da questi canalacci di rocce decomposte. Piuttosto qualcosa di simile ai couloir ghiacciati del Tacul, quelle goulotte dove si fanno le code, perché in tanti investono più sulla fama del luogo, sulla vicinanza alle funivie e sulla certezza di non dover buttare via una domenica per andare chissà dove.
Chissà quante ce ne sono in questi periodi nelle pieghe del granito, le immagino in Val di Zocca, in Val Torrone, qui a fianco sul Badile ne vedo una che sale tutta la parete Sudovest. Per prenderle ci vorrebbe un giro d'elicottero ogni due giorni, una webcam ogni rifugio; essere un local in questo caso non serve, sono tutte su là le linee di ghiaccio fantasma, non le vedo, per questo quando le fai la soddisfazione è tripla.
Giù in bassa valle non c'è affollamento questo weekend, attraverso i forum di internet e gli sms ho sconsigliato a tutti di mettersi in coda sulle cascate più famose, ormai al limite del crollo con questo zero termico di valori quasi estivi. Solo sul Gran Couloir del Monte Lobbia abbiamo visto una cordata che attaccava, e c'era da aspettarselo. Anche questo frutto del tam tam di internet: uno va a salire e dice "ok, condizioni ottime", il giorno dopo sai già che qualcun'altro sarà lì. Curiosa la storia di questo canale-cascata, salito quasi vent'anni fa, indicato solo sulle guide locali e ora riscoperto dalla massa rischiando addirittura la coda per salirlo.
Magari succederà anche alle cascatelle nuove che ho salito un mese fa, primo ed unico giorni di ghiaccio per me in questa stagione. A 10 minuti da casa le guardavo dalla finestra della cucina, il mio termometro personale per le condizioni. E dopo 20 anni che le guardo scopro che su quella bastionata ci starebbero una decina di linee di ogni tipo, dalle candele ai tiri di dry tooling, uno a fianco all'altro, comodi e con ingaggio "da palestra". Con Ricky Sala ne salgo solo una di due tiri, poi il sole dei giorni dopo distrugge tutto.
Invece qui in alto, per venire fin quassù senza una meta ben precisa, mi capita di scalare con le ragazze, che non vivono di sola prestazione e forse riescono ad associare di più una sfacchinata nell'alta Valmasino completamente innevata, silenziosa e fredda a qualcosa di unico, anche senza il risultato certo. E all'alba c'è da piangere vedendo l'ambiente qui intorno.
6 ore a piedi per arrivare fin qui all'inizio della novità del giorno, alternando ramponi e ciaspole e dormendo nel bivacco invernale del rifugio Gianetti… tutto per soli 250 metri di ghiaccio ed infine metterci di più a calarsi cercando di piantare chiodi insicuri che a salire la linea, una linea sulla Punta Sant'Anna salita proprio con due Anne… :-)
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