Goodbye Joe Brown, leggenda dell'arrampicata britannica

Joe Brown, uno dei più grandi alpinisti degli anni '50 e '60, è morto ieri sera all'età di 89 anni. Brown aveva aperto centinaia di vie in Gran Bretagna, nelle Alpi ed in Himalaya. Salite come Cenotaph Corner su Dinas Cromlech in Galles e la prima salita di Kangchenjunga (8586 m) in Nepal, testimoniano la sua indiscussa grandezza.
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Joe Brown, uno dei più grandi alpinisti degli anni '50 e '60, sotto Dinas Cromlech in Galles. Brown aveva aperto centinaia di vie in Gran Bretagna, nelle Alpi ed in Himalaya. Salite come Cenotaph Corner su Dinas Cromlech in Galles e la prima salita di Kangchenjunga (8586 m) in Nepal, testimoniano la sua indiscussa grandezza.
Ray Wood

Joe Brown, uno dei più grandi alpinisti del mondo, è morto ieri sera a casa sua a Llanberis, in Galles all’età di 89 anni. Nato come il più giovane di sette figli a Manchester il 26 settembre 1930, all'età di 14 anni Brown ha lasciato la scuola per iniziare un apprendistato come muratore prima di farsi un nome per le difficilissime vie di arrampicata negli anni '50 e '60 in Gran Bretagna e sulle montagne del mondo. Ad un certo punto la sua fama nel Regno Unito era tale che per molti anni le lettere che gli furono inviate erano indirizzate semplicemente a "The Human Fly, UK".

Brown ha iniziato ad esplorare le falesie di gritstone nel vicino Peak District da bambino e ben presto ha scoperto il suo amore e talento per l’arrampicata. Le sue prime vie risalgono all'immediato dopoguerra con salite giustamente considerate grandi classiche assolute, come Three Pebble Slab, Brown's Eliminate e Valkyrie a Froggatt, e Right Unconquerable a Stanage, aperte nel 1948 e nel 1949. Dopo 18 mesi di stop per il servizio di leva, è tornato ad aprire vie che hanno contribuito ad aumentare notevolmente gli standard dell'epoca. Raramente le sue creazioni venivano ispezionate prima oppure pulite, e sebbene non fosse avverso a piantare chiodi, si era autoimposto un limite di 2 chiodi per tiro. Altrimenti la linea veniva lasciata per le successive generazioni.

Brown ha arrampicata molto con Don Whillans, con il quale ha formato quella che viene considerata una delle più forti cordate di tutti i tempi. Una delle loro prime vie insieme fu la famosa Cemetery Gates a Dinas Cromlech in Galles, nel 1951. Mentre è proprio nella stessa falesia un anno dopo che Brown, questa volta insieme a Doug Belshaw, ha salito il suo assoluto capolavoro, Cenotaph Corner. A tutti gli effetti una delle vie più famose del Regno Unito, a testimonianza delle capacità e dell'audacia di Brown questo straordinario diedro è stato salito con la roccia ancora bagnata e con solo un paio di calze ai piedi.

Brown ha aperto numerose vie anche a Clogwyn Du'r Arddu, la "falesia nera" all’ombra del monte Snowdon, dove ha lasciato il segno con vie come Vember, Octo, The Corner, The Black Cleft, Shrike e Taurus per citarne solo alcune. Brown era formidabile anche in inverno, e nel 1954 con Whillans e Nat Allen ha salito per primo l’ambita linea sul Ben Nevis da loro chiamata Sassenach. Un colpo duro per gli scozzesi, ma un’indicazione importante della direzione che Brown avrebbe intrapreso in futuro.

I primi viaggi nelle Alpi infatti hanno fruttato veloci ripetizioni e poi subito una nuova impegnativa via, salita nel 1954 con Don Whillans, sull'Aiguille de Blaitière che affronta una fessura soprannominata "Fissure Brown" in suo onore. Poco dopo i due hanno suscitato grande scalpore per la terza salita della parete ovest del Petit Dru in sole 25 ore.

Questo viaggio oltremanica si è rivelato un punto di svolta per Brown poiché al suo ritorno, all'età di 25 anni, ha ricevuto un invito a partecipare alla spedizione britannica sul Kangchenjunga del 1955. Con i suoi 8586 metri, la terza montagna più alta del mondo era in quel momento la vetta più alta del mondo ancora inviolata. Brown ha sfoderato tutta la sua tenacia raggiungendo la cima il 25 maggio con George Band, superando alcune sezioni ritenute le più difficili mai affrontate in alta quota fino alla spedizione britannica della parete sudovest dell’Everest del 1975. Mai appagato, nel 1956 Brown ha effettuato anche la prima salita della splendida Muztagh Tower (7273 m) nel Karakoram con Ian McNaught-Davis, Tom Patey e John Hartzog, mentre negli anni seguenti ha continuato ad esplorare molti altri angoli remoti del mondo.

Brown ha consolidato la sua reputazione con difficili salite nel massiccio del Monte Bianco, in particolare con una nuova difficile variazione diretta sulla parete ovest dell'Aiguille du Plan e una nuova linea sulla parete nord-ovest di Aiguille Sans Nom, entrambe con Tom Patey nel 1963, mentre nel 1964 con Patey, Chris Bonington e R. Ford ha aperto una nuova via sull'Aiguille de Leschaux. Nel 1967 sempre con Bonington e Patey, ma anche con Ian McNaught-Davis, Pete Crew e Dougal Haston, ha aperto una nuova via sulla famosa torre Old Man of Hoy al largo delle isole Orcadi in Scozia; questa salita è stata trasmessa in diretta davanti a circa 15 milioni di telespettatori. Un'impresa mai vista né prima né dopo.

Nel 1973 con Mo Antoine, Hamish MacInnes e Don Whillans ha aperto la prima via sul Monte Roraima in Guyana, mentre nel 1976 Brown si è recato nel Karakorum pakistano dove con Martin Boysen, Julian Mo Anthoine e Malcom Howells ha completato la prima salita della impressionante Nameless Tower nel gruppo Trango, superando tratti in libera con difficoltà mai prima superate in alta quota.

Dopo essersi sposato con Valerie Melville Gray nel 1957, dalla quale ha avuto due figlie, Brown si è trasferito a Llanberis in Galles nel 1966 dove gestiva il suo negozio di arrampicata. Tempo fa era stato eletto membro dell'Ordine dell'Impero britannico (MBE) e nel 2011 è stato nominato comandante dell'Ordine dell'Impero britannico (CBE) per i servizi all’ arrampicata e alpinismo.




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