Full Love...for dry and ice. Nuova via difficile sull’Aiguille du Peigne per Desecures, Griffith, Pesce e Mercier

Il 17-18/10/2012 Julien Desecures, Jon Griffith, Corrado Pesce e Jeff Mercier hanno salito Full Love...for dry and ice (V, 5+,M6 R, 500m) sull’Aiguille du Peigne, massiccio del Monte Bianco.
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Julien Desecures, Aiguille du Peigne, Monte Bianco
Jonathan Griffith

Mercoledì e giovedì scorso un fortissimo team d’alpinisti con base a Chamonix composto dai francesi Julien Desecures e Jeff Mercier, dall’italiano Corrado “Korra” Pesce e dall’inglese Jonathan Griffith hanno salito la bella ed intensa via di misto “Full Love... for dry and ice” sulla parete nord dell’Aiguille du Peigne nel massiccio del Monte Bianco.

Questa salita invernale, descritta da Griffith come "semplicemente incredibile", segue la parte superiore di una via ripetuta molto raramente – anzi probabilmente mai – aperta nell’estate del 1967 dai britannici James Fullalove e Brian Robertson con l’aiuto dell’artificiale mentre ora la via è stata salita in libera con difficoltà fino a V, 5+, M6 R. L’intuizione è venuta a Julien Desecures e la settimana scorsa il team si è messo in moto, salendo i primi due tiri mercoledì per poi dormire al Refuge du Plan e ripartire presto il giorno seguente. Risalite le fisse, i quattro hanno proseguito verso l’ignoto.

Scrivendo sul suo blog, Griffith ha spiegato: "Sopra di noi c’era dell’arrampicata che valuto tra le più straordinarie che abbia mai salito prima  in questo massiccio. Centinaia di metri di ripido granito grigio e al centro una lastra di ghiaccio, cruciale per la riuscita, che speravamo ci avrebbe portato da qualche parte ma non eravamo sicuri dove. La descrizione della linea originale non era molto dettagliata e non sapevamo nemmeno se sarebbe stata possibile una realizzazione invernale. Ma ogni tiro ha aperto la strada ad un altro tiro nascosto e a mano a mano che salivamo la linea diventava sempre più difficile. Il ghiaccio sottile ed i ripidi diedri ci permettevano sempre una minima protezione per guadagnare centimetro dopo centimetro e salire vero l’alto. Ogni tiro era diverso e superava quello precedente in termini di stile e qualità, fino al colpo finale, un ultimo tiro tenuo e con protezioni distanti per raggiungere la cima vera e propria.”

Dopo aver raggiunto la cima i quattro sono scesi rientrando al rifugio verso le 23.00. La via si chiama "Full Love... for dry and ice", con ovvio riferimento ai primi salitori. La linea salita nella parte superiore è evidente, al contrario i quattro sono incerti su quanto terreno nuovo o originale della via britannica  sia stato salito nella parte inferiore.

Griffith ci ha spiegato "L'idea era quella di creare una nuova linea invernale sulla via britannica. Non siamo sicuri al 100% se abbiamo seguito la linea originale perché il disegno della via non è molto descrittivo e abbiamo seguito una linea invernale piuttosto che estiva. Questa secondo noi era una di quelle vecchie vie di artificiale degli anni'60 che da allora non ha ricevuto nessuna attenzione, anche a causa dell'artificiale di A3. La salita è davvero fantastica, segue la via britannica in parte ma riesce ad evitare le placche salendo ripidi diedri vicini. L'aspetto veramente interessante di questa via è che le cose continuano a comparire: salendo la placca granitica non puoi credere che sopra ti aspetta del buon ghiaccio! Finisci un piccolo diedro e dopo il traverso sull’altro lato ti trovi davanti un diedro ghiacciato di 50m! La via è raramente in condizioni e due giorni dopo la nostra salita sono tornato per aprire una nuova via li vicino ma il canalone iniziale era già crollato. Difficilmente vedremo qualche ripetizione per molti, molti anni...”

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