La Falesia di Pontat Dry: dry tooling alle Cascate del Pontat in Alta Val di Lanzo

La guida alpina Giancarlo Maritano presenta Pontat Dry, una falesia di dry tooling sulla parete rocciosa accanto alle Cascate del Pontat in Val Servin (Balme - Valli di Lanzo). Un nuovo posto dove si può imparare a scalare su misto con tiri che vanno dal D5 al D8.
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Dry tooling alle Falesia Pontat Dry, Alta Val di Lanzo
archivio Giancarlo Maritano

Quante volte, venendo a scalare al Pontat, ho pensato: "Come sarebbe bello avere da scalare anche dei bei tiri di dry-tooling!" L’avvicinamento è comodo e quasi sempre ben tracciato, di conseguenza l’accesso risulta gradevole e non troppo lungo. In più, le tre classiche cascate del Pontat offrono un terreno di gioco davvero ideale per chi comincia con l’ice climbing e vuole cimentarsi con monotiri o con brevi itinerari al sicuro dai pericoli oggettivi.

Sulla parete di roccia che delimita a destra la cascata centrale, inoltre, fessure e fessurini non mancano, la roccia è articolata e non troppo strapiombante… insomma, era solo questione di "rompere gli indugi"! Armati di statiche, trapano, fix e tanta, tanta voglia di passare le molte ore necessarie e chiodare dei tiri ben studiati, ad ottobre iniziamo così questa nuova avventura.

Insieme a Luca Boetto cominciamo i lavori, risolvendo prima il non facile aspetto dell’accesso dall’alto; con le cascate formate sarebbe bastato un tiro di ghiaccio, ma in questa stagione occorre muoversi tra fitta vegetazione ed un lungo tiro di roccia non banale per poter piantare i primi due tasselli che ci serviranno per l’accesso dall’alto.

Attaccato ad un esilissimo larice, troviamo anche un antico ancoraggio: una vecchia fettuccia (ve la ricordate la fettuccia delle tapparelle che si usava negli anni ’80?) che serviva per scendere dalla cascata quando ancora non si usavano gli ancoraggi a spit o le Abalakov…

Comincia così il primo giorno di cantiere. Da lì in poi, è tutto una gran fatica: individuare la linea, provare a salirla, segnare la posizione dei fix, della sosta, rimuovere i blocchi più instabili e consolidare gli altri. Come sempre, le giornate di lavoro aumentano ma, man mano che il numero dei tiri cresce e si possono provare a scalare, la motivazione sale e la soddisfazione fa aumentare la voglia di portare a termine i lavori. E’ così che, dopo l’ennesimo periodo di lockdown, torniamo per completare il cantiere, e finalmente possiamo scalare i tiri per dare i gradi. E’ questa - forse - la fase più bella, ed anche quella in cui ti puoi rendere conto se hai fatto dei bei tiri o se devi ancora lavorare per migliorarli.

In questo caso siamo stati fortunati: la roccia si presta davvero a questo genere di scalata, fatta con picche e ramponi, e siamo riusciti a creare quello che volevamo: una manciata di tiri di difficoltà media, tra il D5 ed il D8, con una progressione naturale verso il tirone di riferimento: La Dimora delle Schiave, così si chiama, questo viaggio di quasi 30 metri che contiene davvero tutti gli stili di scalata: forza, tecnica e resistenza!

Come sempre, una grande grazie a Luca, Marco Salomone, Marino Cuccotto ed Umberto Bado, gli amici che mi hanno accompagnato le molte volte che c’era da condividere le gioie ed i dolori del chiodatore. Avere qualcuno che ti supporti durante le grandi fatiche è fondamentale, ed è utilissimo anche avere un confronto per ottimizzare al meglio il sito, senza snaturarne il potenziale!

Che dire: non resta che i frequentatori ci confermino i gradi, ricordandosi sempre la massima attenzione richiesta dalla scalata, ed apprezzando questo meraviglioso angolo delle nostre montagne!

SCHEDA: Falesia Pontat Dry

di Giancarlo Maritano

Link: www.x3mmountainguides.com




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