Everest, tutte le vette da Gerlinde Kaltenbrunner a Mondinelli da Abele Blanc a Moro
Il 23 maggio Silvio Mondinelli, Gerlinde Kaltenbrunner, Abele Blanc, Michele Enzio e Marco Camandona hanno raggiunto senza ossigeno la cima dell'Everest dal versante tibetano. Il 22 maggio anche Simone Moro, salendo dal versante nepalese, per la 4a volta è arrivato in cima all'Everest anche questa volta con l'uso di ossigeno.
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Gerlinde Kaltenbrunner e Ralf Dujmovits
arch Kaltenbrunner
Prima storia. Loro sono arrivati in vetta insieme, poco prima delle 9 ora italiana di ieri, domenica 23 maggio. Sono 5 alpinisti tutti (sottolineiamo) senza ossigeno: in questa stagione sono i primi a riuscirci da nord. Del gruppo fa parte Gerlinde Kaltenbrunner, al suo 13° Ottomila. C'è Silvio Mondinelli che, come tutti sanno, ha già concluso il suo tour delle 14 montagne più alte nel 2007 - è stato il 6° uomo a farlo senza uso di ossigeno – ma che, da vero innamorato dell'aria sottile, continua la sua grande avventura himalayana. E c'è anche Abele Blanc la grande guida alpina valdostana che aveva già salito 13 Ottomila, tra cui l'Everest, ma che è ritornato sul tetto del mondo questa volta per arrivarci senza ossigeno. Insieme a lui c'è anche un'altra guida alpina valdostana, quel Marco Camandona già compagno di Blanc nel 2000 sul K2 in quell'avventura che, insieme al brasiliano Waldemar Niclevicz, li vide protagonisti di una vetta ma soprattutto di una discesa memorabili. Infine, ma non per ultimo, c'è anche Michele Enzio, sciatore e alpinista di grande livello, al suo 2° 8000 dopo lo Shisha Pangma, che ieri ha coronato una sorta di “rivincita” sull'Everest dopo lo sfortunato tentativo del 2008. In queste ore tutto il gruppo dovrebbe essere sulla via del Campo base, il vero punto finale dell'avventura.
Seconda Storia. Sabato 22 maggio Simone Moro ha toccato per la quarta volta la vetta dell'Everest. L'alpinista bergamasco (già protagonista di due grandi prime salite invernali come quella sullo Shisha Pangma e sul Makalu) è salito da sud, dal versante nepalese. Il tutto nello spazio di 48 ore. Ma anche questa volta il suo progetto di arrivare in cima all'Everest senza far uso di ossigeno supplementare non è riuscito. Qualcosa è andato storto. “Quando sono partito da colle sud” scrive Moro sul suo blog “stavo bene ma ho subito percepito che il freddo avrebbe potuto giocare un brutto scherzo. Fino a 8500m ho tenuto duro e proseguito senza ossigeno ma poi ho perso completamente sensibilità ai piedi e alle mani. Il rischio erano gravi congelamenti che spesso diventano irreparabili e che necessitano amputazioni. A quel punto ho preferito rinunciare al mio progetto ambizioso nonostante stessi bene fisicamente. Ho usato ossigeno (mi ero portato una bombola ed una maschera nello zaino) ed ho continuato veloce fino in vetta. Per me questa salita è la quarta all’Everest ma è’ stata di sicuro la giornata più limpida delle tre volte che sono salito dal versante Nepalese. Vorrà dire che ci dovrò tornare una quinta volta per completare con successo una salita senza l’uso di ossigeno. Nonostante tutto però porto a casa un altro bel momento di vita in un posto magnifico con la gioia di essere libero e consapevole di quanto bella è la vista da lassù.”
Naturalmente quelle che vi abbiamo raccontato sono due storie diverse. Due storie che però partono dalla stessa consapevolezza della difficoltà e, se volete, anche dell' “importanza” di una salita senza uso di ossigeno supplementare soprattutto su montagne come l'Everest, il K2, il Kangchenjunga, il Lhotse, cioè i colossi tra i colossi oltre gli 8000 metri. Per Moro, che ne è consapevole, l'Everest senza ossigeno resterà dunque una partita “aperta”. Mentre per Gerlinde Kaltenbrunner la partita aperta non può essere che quella di concludere (le manca solo il K2) la sua lunga cavalcata su tutti i 14 Ottomila senza uso di ossigeno. E' un'avventura che - a pochi giorni dalla conclusione del viaggio di Miss Oh Eun-Sun ed Edurne Pasaban, rispettivamente prima e seconda donna ad aver raggiunto tutte le 14 cime oltre gli Ottomila – ha uno spessore unico ed inconfondibile.
Gli 8000 senza ossigeno di Gerlinde Kaltenbrunner
1998 Cho Oyu - Nepal/Tibet (8201 m )
2001 Makalu - Nepal (8.463 m )
2002 Manaslu - Nepal (8.163 m)
2003 Nanga Parbat - Pakistan (8.125 m, Parete Diamir)
2004 Annapurna I - Nepal (8.091 m Via degli francesi)
2004 Gasherbrum I - Pakistan (8.068 m, Couloir degli giapponesi )
2005 Shisha Pangma - Tibet (8.013 m, parete sud)
2005 Gasherbrum II - Pakistan (8.035 m, Cresta SO)
2006 Kangchenjunga - Nepal ( 8587 m versante sud )
2007 Broad Peak - Pakistan (Cima principale 8.047 m)
2008 Dhaulagiri I (8.167 m)
2009 Lhotse - Nepal (8.516 m)
2010 Everest - Tibet (8848 m)
Gli 8000 di Abele Blanc
Everest, Lothse, Kangchenjunga, Manaslu, Cho oyu, Shisha Pagma, Broad Peak, Gasherbrum 1 e 2, Makalu, K2, Nanga Parbat, Dhaulagiri
Seconda Storia. Sabato 22 maggio Simone Moro ha toccato per la quarta volta la vetta dell'Everest. L'alpinista bergamasco (già protagonista di due grandi prime salite invernali come quella sullo Shisha Pangma e sul Makalu) è salito da sud, dal versante nepalese. Il tutto nello spazio di 48 ore. Ma anche questa volta il suo progetto di arrivare in cima all'Everest senza far uso di ossigeno supplementare non è riuscito. Qualcosa è andato storto. “Quando sono partito da colle sud” scrive Moro sul suo blog “stavo bene ma ho subito percepito che il freddo avrebbe potuto giocare un brutto scherzo. Fino a 8500m ho tenuto duro e proseguito senza ossigeno ma poi ho perso completamente sensibilità ai piedi e alle mani. Il rischio erano gravi congelamenti che spesso diventano irreparabili e che necessitano amputazioni. A quel punto ho preferito rinunciare al mio progetto ambizioso nonostante stessi bene fisicamente. Ho usato ossigeno (mi ero portato una bombola ed una maschera nello zaino) ed ho continuato veloce fino in vetta. Per me questa salita è la quarta all’Everest ma è’ stata di sicuro la giornata più limpida delle tre volte che sono salito dal versante Nepalese. Vorrà dire che ci dovrò tornare una quinta volta per completare con successo una salita senza l’uso di ossigeno. Nonostante tutto però porto a casa un altro bel momento di vita in un posto magnifico con la gioia di essere libero e consapevole di quanto bella è la vista da lassù.”
Naturalmente quelle che vi abbiamo raccontato sono due storie diverse. Due storie che però partono dalla stessa consapevolezza della difficoltà e, se volete, anche dell' “importanza” di una salita senza uso di ossigeno supplementare soprattutto su montagne come l'Everest, il K2, il Kangchenjunga, il Lhotse, cioè i colossi tra i colossi oltre gli 8000 metri. Per Moro, che ne è consapevole, l'Everest senza ossigeno resterà dunque una partita “aperta”. Mentre per Gerlinde Kaltenbrunner la partita aperta non può essere che quella di concludere (le manca solo il K2) la sua lunga cavalcata su tutti i 14 Ottomila senza uso di ossigeno. E' un'avventura che - a pochi giorni dalla conclusione del viaggio di Miss Oh Eun-Sun ed Edurne Pasaban, rispettivamente prima e seconda donna ad aver raggiunto tutte le 14 cime oltre gli Ottomila – ha uno spessore unico ed inconfondibile.
Gli 8000 senza ossigeno di Gerlinde Kaltenbrunner
1998 Cho Oyu - Nepal/Tibet (8201 m )
2001 Makalu - Nepal (8.463 m )
2002 Manaslu - Nepal (8.163 m)
2003 Nanga Parbat - Pakistan (8.125 m, Parete Diamir)
2004 Annapurna I - Nepal (8.091 m Via degli francesi)
2004 Gasherbrum I - Pakistan (8.068 m, Couloir degli giapponesi )
2005 Shisha Pangma - Tibet (8.013 m, parete sud)
2005 Gasherbrum II - Pakistan (8.035 m, Cresta SO)
2006 Kangchenjunga - Nepal ( 8587 m versante sud )
2007 Broad Peak - Pakistan (Cima principale 8.047 m)
2008 Dhaulagiri I (8.167 m)
2009 Lhotse - Nepal (8.516 m)
2010 Everest - Tibet (8848 m)
Gli 8000 di Abele Blanc
Everest, Lothse, Kangchenjunga, Manaslu, Cho oyu, Shisha Pagma, Broad Peak, Gasherbrum 1 e 2, Makalu, K2, Nanga Parbat, Dhaulagiri
Note:
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www.simonemoro.wordpress.com | |
www.gerlinde-kaltenbrunner.at |
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