Damocle, una nuova linea di ghiacco salita da Simone Moro
Erano anni, quasi 3 decenni che i ghiacciatori bergamasci l'avevano notata, corteggiata, avvicinata.
Da altrettanti anni, forse più, i turisti e gli sciatori che si recavano nelle stazioni di Foppolo e San Simone ne ritraevano immagini fotografiche o ne immaginavano lo spettacolare crollo.
La cascata di Valleve in Valle Brembana a circa 1300 metri di quota è però entrata nelle fantasie degli alpinisti locali solo negli ultimi anni, da quando le tecniche ed il livello tecnico dei ghiacciatori ha fatto crollare molti timori ed aperto gli orizzonti dei 'cascatisti' più sfegatati.
Questa cascata però sembrava non formarsi mai o meglio sembrava non arrivare a toccare terra dopo essere partita verso di essa 45 metri più in alto.
Giravano ormai le voci che la volevano formata solidamente per l'ultima volta negli anni '79 e '80.
Nel 1995 sembrava arrivata l'ora della sua completa rinascita, ma una rapida ispezione di Mauro Scanzi e Marco Tiraboschi avevano sconsigliato anche il tentativo Top Rope.
Nel 1999 decisi di chiodare a spit il grande e liscio strapiombo di roccia da cui pendeva con l'intenzione di provare in dry tooling la soluzione del problema.
Pochi giorni ed il caldo della primavera fece svanire anche l'apertura ufficiale dei tentativi.
Arriva così il nuovo millennio e con esso uno degli inverni più proficui per i patiti del ghiaccio.
La cascata di Valleve decide però di farsi beffa di tutti gli spit distanti anche dieci metri da lei e raggiunge la base della grande volta creando un missile di 45 metri di lunghezza.
In realtà questa genesi lenta ed inesorabile l'ho seguita giornalmente coinvolgendo anche l'amico Pierino che dal suo bar-ristorante a poche centinaia di metri dalla cascata mi informava sul suo stato di salute e crescita.
Venerdì 21 gennaio. Io, Mauro Scanzi ed il fotografo Gianmario Besana siamo sotto il "mostro" pronti per la salita ed i click di rito.
Una rapida e delicata ricognizione dall'alto e comincia il mio silenzioso tentativo dal basso, senza dragonne e con sole 5 viti da ghiaccio pronte per essere moschettonate. Ho la mano destra gonfia per un blocco di ghiaccio che mi aveva colpito nella ricognizione ma l'adrenalina anestetizza tutto.
Movimenti lenti, decisi, calibrati.
So di essere sospeso nel vuoto e di non poter sbagliare, almeno nel tratto iniziale della candela, il più sottile. I colpi di piccozza in quel tratto hanno fatto cigolare e crepare la lunga spada di ghiaccio ma ormai sono lì attaccato ed è meglio rimanere freddi come l'elemento che scalfisco ad ogni colpo. Un viaggio, breve, intenso, probabilmente un'altro inutile viaggio.
'Damocle' è il nome con cui ho battezzato questa salita e VI+ è lo sterile grado che scheda questa fantastica spada di gelo.
Altri rompighiaccio si sono già aggirati, inerpicati e decollati su Damocle, ma la bella spada aspetta ancora la prima ripetizione.
Note tecniche
nome: 'Damocle'
altezza: 45 metri
grado proposto: VI+
Attrezzatura: Sosta su alberi. Consigliabili 2 corde da 60 mt.
Accesso: si raggiunge in dieci minuti dall'auto che si lascia dopo l'unico ponte sul fiume Brembo situato dopo 1 Km dall'abitato di Valleve in Valle Brembana. Dal parcheggio è visibile un deposito per la raccolta differenziata dei rifiuti pochi metri più a monte. Da quì è visibile e fotografabile la candela. Per raggiungerla invece si ritorna a piedi prima del ponte e si traversa diagonalmente verso monte e si imbocca la breve valletta che conduce alla base della visibilissima 'Damocle'.