Colombo lunatico, nuova via d’arrampicata sulla sud della Marmolada per Geremia e Gianola
Tre giorni di bel tempo. Finalmente! Partiti per partire! Lanciati per l'avventura siamo io, Thomas Bubba Gianola, Carlo Ferro e Jacopo Nicolussi: chi per aprire, chi per arrampicare sulle magnifiche pareti della parte alta della Marmolada. Motivati come stambecchi a raggiungere erbette lontane, organizziamo il materiale indispensabile per arrampicare, aprire e soprattutto per il ristoro!
Ed eccoci la mattina del fatidico giorno del "Mulo da Soma". Tre zaini e un saccone. Pesi briosi, all'appello manca solo la mokka ma non di certo vino, carne e formaggi.
Con metodica calma arrampichiamo, stile conquista, la Hatschi Bratschi a grappolo, sbuffando dalla fatica ma determinati verso un ristoro sicuro nelle grotte della cengia mediana. Cengia. Spettacolo. La linea ora da vicino pare sempre più perfetta ma di difficoltà che sembrano elevate. WOW! Cena a base di polenta e formaggio accompagnati da un ottimo Chianti. Immersi nella nebbia organizziamo le grotte per dormire. Chissà da quanto non dorme qualcuno quassù!?
Ci svegliamo con calma: non c'è fretta, la linea che vogliamo aprire si trova su di un pilastro esposto ad ovest. Ore 8.30 circa, vediamo due alpinisti uscire dalla parte bassa della Don Quixote che si fermano a ristorarsi in cengia, distanti 200 mt dalle nostre grotte casa. Dopo il caffe parto per portare la pentola allo stillicidio sottostante il pilastro della Don Quixote. Uscito dalla grotta non vedo i due alpinisti e non li vedo neppure su nessuna parete. "Ragazzi ma dove sono finiti i due di prima!?" Cerchiamo tutti ma niente. Boh. Spariti
Mi incammino dunque verso la poca acqua. A metà strada mi volto per guardare cosa ci aspetterà tra un pò e vedo i due alpinisti arrampicare sulla linea che vogliamo aprire! Panico! Non ci credo, mi pare assurdo che due cordate abbiano scelto la stessa linea da aprire lo stesso giorno!
Chiamo Bubba, gli do la notizia. "Merda!" Bubba va a parlare in tedesco agli apritori per informarsi. Scopriamo essere stato un progetto di Hansjörg Auer cominciato l'anno prima, e gli alpinisti amici suoi che sono li per finire la via in sua memoria.
Commovente, ma non riesco a contenere la delusione. Comunque siamo qua per aprire, quello è sicuro! Vagiamo per la cengia mediana in cerca di una linea.
Opzione 1: scartata, fessure e camini di dubbia roccia in Marmolada? Anche no!
Opzione 2: un pilastro all'inverso, una placca larga 50 metri dentro un orrido tra due pilastri, la roccia sembra superlativa in un ambiente un pò inquietante.
Opzione 3: sembra dura dura, improbabile per noi.
Per fortuna Bubba spinge per l'opzione 2. Cominciamo questa avventura su una parete che per quanto piccola, è vergine al passo dell’uomo. Saliamo dunque le rigole del primo tiro, i buchi da favola del secondo, il primo tratto veramente psico e capolavoro del terzo tiro, la paura del quarto per arrampicata su placca nera attorno a frigorifero instabile (poi rimosso), l'expo dalla sosta del quinto e un bel tiro rilassante che tocca fortunatamente a me.
Siamo praticamente alla fine, pare manchino pochi metri ma anche poche ore alla notte. Decidiamo di scendere e finirla il giorno dopo. Le calate filano lisce, ceniamo tutti insieme parlando delle emozioni del giorno trascorso e delle avventure di quello seguente.
Finiti formaggio e vino. Domani dobbiamo arrivare in cima!
Dopo una notte di fastidiosa luna splendente, risorgiamo dalle grotte in una giornata perfetta da mozzare il fiato, tanti saranno i giochi di colori e rapide nuvole che seguiranno.
Saliamo rapidi i tiri del giorno prima ma sempre in modalità "Occhio alla penna". Per fortuna tocca a Thomas aprire il penultimo tiro di camino/fessura non facile, sicuramente non il mio stile preferito, e con l'ultima rampa camino sbuchiamo sopra il ghiacciaio della Marmolada.
E' la prima volta che esco dalla parete sud sul ghiacciaio e per assurdo succede aprendo la nostra linea. Siamo entusiasti e increduli. Felicità alé alé!
di Nicolò Geremia
COLOMBO LUNATICO di Thomas Gianola
Quando ho adocchiato la placca ho subito iniziato a sognarmi la linea per salirla: il punto dubbioso per noi era il terzo tiro, sembrava veramente liscio. Già da sotto ho pensato come si sarebbe dovuto salire per uscirne: uscendo dal diedro a sinistra e poi con un lungo traverso fino ad’ arrivare a prendere una fessura in alto!
Tra me e me sono abbastanza incerto, Nicolò è scocciato perché la sua linea tanto sognata sullo spigolo è stata salita da qualcun’ altro… Parto sul primo tiro, la roccia è superlativa e trovo delle clessidre bellissime. Nicolò sale veloce il secondo tiro su buconi e un passo di aderenza, e poi tocca di nuovo a me.
Parto in un diedro fessurato, che abbandono verso sinistra. Salgo e mi trovo davanti ad’ un mare di placche. Qui ci sarebbe da fare il lungo traverso verso destra che avevo pensato da sotto. Mi fermo a lungo a contemplare la roccia. Mi passa di tutto per la testa: faccio andare avanti Nicolò Ma gli altri quando aprono come fanno, azzardano e sperano? Tra me e me penso: qui è finita, troppo duro, ma soprattutto, l’ ultima protezione è troppo lontana e non si riesce a mettere niente per tanto tempo…
As un certo punto intravedo una clessidra, non tanto lontana da me. Che figataaaa! Parto con un cordino tra i denti: è un a bomba ! Poi un passo di aderenza e… mezz’ ora dopo mi trovo in sosta a un tiro veramente spaziale e con 3 clessidre, senza le quali non sarei salito proprio da nessuna parte.
Recupero Nicolò, io sono convinto che ormai è fatta, li faccio: "Guarda il tiro dopo sembra divertente, sarà quinto…" Nicolò apre il quarto tiro, reso difficile da un grande blocco traballante che non gli permette ti scalare il tiro nella maniera più semplice. Lo risolve bene e con cautela, poi rimoviamo il masso. Ne esce un tiro di settimo e anche abbastanza psicologico. Così proseguiamo, ma anche se non è mai facile io sono convinto che arriviamo in cima presto. Poi però si fa tardi e dobbiamo scendere. Siamo gasarti e convinti che domani sarà giornata da cumbre!
Completamente disidratati, perché nella frenesia non abbiamo bevuto un goccio d’ acqua, arriviamo in cengia. Qui ci aspettano i nostri amici. Ceniamo insieme con ottima sbobba piselli, orzo e filo di bruciato. Meno male non manca il vino che si sposa benissimo anche con i culi di speck!
Il giorno dopo si riparte. I tiri, conoscendoli e con qualche clessidra già passata filano via lisci. Danziamo sulle placche come delle ballerine. Il secondo come una ballerina obesa ubriaca, dato lo zaino pesante in spalla. Non importa, l'importante è danzare.
Arriviamo sotto la fessura/diedro dove ci eravamo fermati il giorno prima: parto e… finalmente un tiro che si protegge bene! Metto giù cosi tanti friend, che…. caspita appena sotto la sosta finisco il materiale. Pianto un chiodo e vado a prendermi 2 gialli che mi servono per fare una bella sosta Urlo dalla gioia e dico a Nicolò "Guarda che adesso è quarto veramente, non come quello di prima!"
Lui con un bellissimo tiro classico in camino raggiunge la cresta sopra il ghiacciaio e mi recupera. Che avventura! Ne è uscita una via bellissima su roccia ottima. Difficoltà contenute ma psicologicamente impegnativa, come al solito succede sulla regina delle Dolomiti. La linea è molto logica e cerca sempre il facile nel difficile!
Il nome Colombo lunatico deriva dal fatto che noi cercavamo come Colombo l’India, invece abbiamo trovato l’ America! E lunatico… beh c’era una luna bellissima, poi qualcuno … beh che figata!
Cogliamo l’occasione per ricordare Philipp Angelo, scomparso il 20 agosto del anno passato. É lui che mi ha insegnato a inseguire i propri sogni e la libertà.
Nicolò Geremia ringrazia Wild Climb e Linea verticale, per i chiodi e spit
SCHEDA: Colombo Lunatico, Marmolada, Dolomiti
LINK: Vai a tutte le vie della parete sud della Marmolada nel database di planetmountain.com
Info: FB Nicolò Geremia, FB Thomas Gianola