Colin Haley e Alex Honnold tentano in giornata la grande Traversata del Torre (Patagonia)
"Nonostante abbiamo fallito, è probabilmente la giornata più bella che io abbia mai passato su queste montagne, e certamente si è trasformata nell'esperienza più epica che io abbia mai vissuto qui." Le parole sono quelle di Colin Haley e meritano attenzione. L'alpinista statunitense si riferisce alla sua ultima salita patagonica insieme ad Alex Honnold, ritornato in Patagonia dopo il successo della grande Traversata del Fitz Roy effettuata l'anno scorso insieme a Tommy Caldwell. Haley e Honnold si sono "riscaldati" con una veloce salita in giornata della Torre Egger, poi hanno tentato la famosa grande traversata del Cerro Torre in un giorno soltanto. Questo concatenamento delle cime del Cerro Torre, Torre Egger, Punta Herron e Aguja Standhardt è stato effettuato con successo per la prima volta da Rolando Garibotti e Haley nel 2008 durante un periodo di quattro giorni. Dopo aver ripetuto in tre giorni, con il canadese Marc-André Leclerc, lo stesso viaggio-traversata ma nell'ordine inverso proprio all'inizio di questa stagione, ora Haley ha deciso di tentare insieme ad Alex Honnold l'incredibile traversata nell'arco di sole 24 ore… il primo tentativo si è arrestato causa il mitico vento patagonico a 2 tiri dalla conclusione. Ecco come lo stesso Haley ci ha raccontato la corsa...
IL TENTATIVO DEL GRANDE VIAGGIO IN GIORNATA di Colin Haley
Alex Honnold ha avuto la radicale idea di provare la Traversata del Torre in giornata. Sabato scorso abbiamo provato, nonostante le condizioni e il tempo fossero 'al limite', facendo nostro il motto di Tommy Caldwell "proviamo fino a che non possiamo più proseguire."
C'era ancora nebbia mentre ci avvicinavamo al Colle Standhardt, sul primo tiro della via Exocet l'acqua scorreva giù per le placche e il camino ghiacciato era nelle peggiori condizioni che io abbia mai visto nelle cinque volte che l'ho salito. Abbiamo dato il nostro meglio però, e siamo arrivati in cima al Cerro Standhardt alle ore 10:30. In velocità abbiamo attraversato la Punta Herron e la Torre Egger, salendo entrambi con due lunghi tiri di arrampicata in simultanea. Poi abbiamo iniziato la parete nord del Cerro Torre alle 19:30.
Alex ha salito da capocordata una serie di tiri impressionanti, in gran parte al buio, con abbondante verglas e con il vento e le nuvole in arrivo. Io ho salito da capocordata l'ultimo tiro della parete nord, e i due tiri sulla via dei Ragni, fino a quando ci siamo scontrati con il limite del motto di Tommy: il vento si era rapidamente trasformato in raffiche "rabbiose" che ci buttavano di qua e di là. A solo due tiri dalla fine ci siamo rifugiati in un diedro protetto e abbiamo aspettato circa due ore, metà seduti metà appesi, sperando che il vento diminuisse.
Infine abbiamo concesso che il tempo stava solo peggiorando (la tempesta è arrivata 24 ore prima del previsto), e siamo dovuti scendere il più velocemente possibile. In mezzo a quella tempesta mi spaventava troppo calarmi lungo la complicata ed esposta parete nord, così abbiamo preso la decisione d'emergenza di calarci lungo la parete ovest per poi impegnarci nella marcia, assolutamente struggente dal punto di vista del morale, attraverso il Passo Marconi.
Quando abbiamo finalmente raggiunto la civiltà ieri mattina (22 febbraio, Ndr) eravamo in piedi da 53 ore, senza fornello e senza materiale da bivacco, e avevamo potuto consumare solo 200 calorie di cibo nelle ultime 36 ore.
E' un peccato che non siamo riusciti ad raggiungere il nostro obiettivo, ma sono comunque molto soddisfatto della nostra prestazione, sapendo che se il tempo avesse tenuto, avremmo facilmente finito il giro entro le 24 ore dalla partenza. Nonostante abbiamo fallito, è probabilmente la giornata più bella che io abbia mai passato su queste montagne, e certamente si è trasformata nell'esperienza più epica che io abbia mai vissuto qui.
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